Assistenza

Cosa fare in caso di sospetto infarto, i consigli dell’USL

Tra i più importanti, chiamare subito il 112 e non recarsi di persona in ospedale

L’Azienda USL Toscana Nord Ovest ha pubblicato delle linee guida su come comportarsi in caso di dubbi riguardo a delle sensazioni intense di dolore toracico – comprese indicativamente tra la mandibola e l’ombelico.

Prima cosa da fare è chiamare il 112, perché potrebbe trattarsi di un infarto. “Non chiamare il medico di famiglia, non andare in ospedale, neppure se ti possono accompagnare. Con la chiamata al 112”, spiega l’USL, “si attiva l’invio del soccorso di emergenza sanitaria territoriale. Nel caso sia confermato che hai un infarto, i soccorritori ti portano all’ospedale più vicino, disponibile e con le caratteristiche adatte per intervenire, assistendoti adeguatamente durante il tragitto”.

“L’infarto è una patologia tempo dipendente, vuol dire che c’è bisogno di un intervento sanitario specialistico entro 120 minuti, come stabilito dalle linee guida internazionali. I soccorritori del servizio di emergenza sanitaria territoriale ti raggiungono rapidamente con l’ambulanza attrezzata e ti fanno un elettrocardiogramma. L’elettrocardiogramma viene valutato subito ed eventualmente trasmesso per una consultazione in tempo reale al medico presente in centrale di emergenza sanitaria”.

Perché devo chiamare il 112 e non andare in autonomia in ospedale? L’USL lo spiega molto bene sul suo sito: “Perché l’infarto è una patologia tempo dipendente”, il che significa che l’intervento sanitario dev’essere tempestivo ed efficace. E poi “perché l’ospedale in cui ti rechi in autonomia potrebbe non avere l’ UTIC – Unità di terapia intensiva coronarica – e la sala di emodinamica, oppure potrebbe essere impegnata in quel momento. Perché potresti avere un malore durante il tragitto e fare un incidente, mettendo ulteriormente a repentaglio la tua sicurezza e quella degli altri. Perché se vai in Pronto soccorso potresti dover attendere al triage”. Inoltre, conclude l’USL, “perché i soccorritori dell’emergenza sanitaria territoriale sanno come e cosa fare e conoscono l’organizzazione della rete clinica tempo dipendente di emergenza cardiologica”.

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