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Come difendersi dalle truffe digitali: i consigli della Polizia

Casi in aumento. Negli ultimi anni, sottratti alle vittime circa 500 milioni di euro

“Ciao, abbiamo ricevuto il tuo curriculum”. A quanti di voi è capitato di ascoltare questa voce registrata almeno una volta nelle ultime settimane? Ed è solo uno dei tanti, tantissimi, innumerevoli tentativi di truffa in trend in questo momento. Contattando il numero che ci viene fornito su Whatsapp, infatti, si viene raggirati con offerte di lavoro “fuffa” che promettono pochi sbattimenti e tanto guadagno.

Altre truffe arrivano via sms, attraverso numeri con prefisso italiano +39 – e per questo più pericolosi, perché ritenuti, magari, attendibili – che si spacciano per gli uffici dell’azienda ospedaliera o per il Centro per l’Impiego del proprio territorio. Lo hanno denunciato recentemente proprio l’USL Toscana Nord Ovest e la rete ARTI del Centro per l’Impiego della Toscana, che si sono dissociati da questi messaggi invitando, anzi, gli utenti a segnalarli alle autorità competenti.

Grande classico, mai tramontato, il messaggino in cui uno sconosciuto chiede di “poter parlare un minuto”. Qualche truffatore riesce anche ad appropriarsi dell’indirizzo mail o dell’identità digitale e social di un nostro conoscente per inviarci un messaggio privato in cui ci dice di trovarsi in difficoltà, che gli serve urgentemente aiuto e, soprattutto, soldi. Altri messaggi riportano raccolte fondi fake, aiuti per ragazze scomparse, e chi più ne ha, più se ne inventi.

Come difendersi, quindi, dalle chiamate spam che ci arrivano tutti i giorni, a tutte le ore, dagli adescamenti via social e dai tantissimi tentativi di phishing? Ne abbiamo parlato con chi, di segnalazioni e denunce di questo genere, ne riceve, purtroppo, quotidianamente: la Polizia di Stato.

Guarda l’intervista al Vice Questore Francesco Scognamiglio, Dir. del Commissariato di Portoferraio:

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