
Riceviamo e pubblichiamo
«La consegna delle chiavi alle autorità dell’Arma per la prossima apertura della caserma dei Carabinieri è sicuramente un fatto importante, anche se atteso da tempo. Semmai sarebbe stata “una giornata storica” se fosse stata aperta in tempi ragionevoli e non dopo anni. Ma vado avanti. “Passo verso una situazione di normalità”: mi ha fatto pensare quella frase, espressa in questa occasione, slegata rispetto all’emergenza che stiamo vivendo. Sinceramente, mi sarei aspettato di sentirla prima e in varie altre difficili situazioni: rispetto alle tante mancate corse dell’aliscafo e del traghetto, con Bagnaia, Nisporto e Nisportino alluvionate, con lo scempio di Fornacelle. Quell'”andare verso una situazione di normalità” è infranto dalle difficoltà quotidiane vissute da coloro che abitano Rio Elba. Oppure dalla difficoltà di avere, per alcuni mesi, un solo medico di famiglia in tutta Rio. E ancora, vedendo le continue perdite di acqua dolce lungo le strade o i cumuli di calcinacci abbandonati, più o meno nascosti. Quanti esempi ci vengono alla memoria? Quell'”andare verso una situazione di normalità” è squarciato, sopraffatto dal senso di fragilità, avvertito immediatamente il giorno del sinkhole. Insomma, mi sarei aspettato che quel concetto fosse stato speso, evidenziato, trattato e approfondito in ognuna di queste occasioni. Forse in tante altre. Come un patrimonio da difendere, oggetto di discussione in consiglio comunale. Ossessione sana di una buona amministrazione che cerca il pieno coinvolgimento di un’intera comunità. Ma qual è il significato di “andare verso una situazione di normalità” oggi? Quanto va oltre una giusta e moderna caserma dei Carabinieri? Soprattutto, esistono la spinta e la capacità per andare oltre quella normalità? Esistono le idee, i progetti? Quale strada “verso la situazione di normalità” di fronte alle sfide epocali aperte dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche? Riguardano anche Rio oppure no? Di quale “normalità” parliamo alle ragazze e ai ragazzi che oggi hanno spesso un presente di lavori precari e stagionali? Mi sarei aspettato, francamente da tempo, che il tema del “verso una situazione di normalità” avesse preso campo negli atti della giunta. Semmai, subito dopo il suo insediamento. Purtroppo non è stato così. Tante occasioni perse. Occasione persa anche nel “video Facebook” del Sindaco, che ho seguito con attenzione. Mi aspettavo un segnale proiettato ben oltre la riapertura, pur importante, della strada, ben oltre una semplice informazione, impegnando straordinariamente l’amministrazione sulle criticità del Piano di Rio. Niente di tutto questo, e il tutto, unito al “sapevamo”, lascia l’amaro in bocca. La mia preoccupazione è che, di fronte all’inadeguatezza di chi oggi ha le maggiori responsabilità di governo del nostro territorio, la distanza che ancora ci separa dalla “normalità” diventi, col tempo, nei fatti quotidiani della giunta, anche una perenne precarietà di governo. Semmai, un’inefficace precarietà di governo che propone ai cittadini uno spiraglio di luce invece di un bagno di sole. Un’assenza di strategia e di adeguate soluzioni strutturali, che col tempo potrebbero solo abituare alla paura del sinkhole, all’arte dell’arrangiarsi, alla spiaggia di Fornacelle senza una soluzione, alla spiaggia del Direttore senza accesso pubblico garantito, ad accontentarsi di vedere ogni tanto partire un aliscafo da Cavo. Mi aspetto che l’attuale giunta faccia uno scatto in avanti. Perché c’è bisogno di futuro a Rio. Non solo di “andare verso una situazione di normalità”. Andare oltre il sinkhole di oggi. La forza di coinvolgere una comunità straordinariamente ricca come quella di Rio. Donne e uomini appassionati e legati allo “scoglio”. Donne e uomini che meritano il “futuro”».
*Fabrizio Ania, segretario del circolo Pd di Rio