
Nel 2020, con una ordinanza dell’allora Commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale, Ammiraglio Pietro Verna, fu stabilito che, dal 2020 al 2024 le Compagnie private avrebbero dovuto garantire almeno l’80% delle corse di linea programmate ed approvate dalla Autorità sia nel periodo invernale ( 16 settembre 31 maggio) sia nel periodo estivo (1 giugno – 15 settembre) e si precisava che il raggiungimento di tale percentuale doveva essere garantito in entrambi quei periodi. Quindi erano vietate le compensazioni.
Da quest’anno, con la nuova ordinanza della Autorità n°40 del 24 dicembre 2024., la musica è cambiata. E’ sufficiente, infatti, che l’80% delle corse programmate sia garantito in un periodo che va, non si capisce bene il perché, dal 1° gennaio al 15 settembre, che comprende anche una parte della stagione invernale. Inoltre non sono vietate le compensazioni. Quindi un Armatore potrà dimostrare di aver rispettato la quota 80, semplicemente compensando le corse non fatte in inverno con quelle che farà nel periodo estivo. E si sono visti gli effetti.
Sempre con l’ordinanza del 24 dicembre non è richiesto alle Compagnie di giustificare le mancate partenze che talvolta non sembra siano causate da un guasto tecnico o da cattive condizioni meteo. Quello che è successo domenica scorsa ne è la prova.
Che fare allora? Sono inutili le pur giuste e comprensibili “incazzature” sui porti dei cittadini. Sarebbe auspicabile che altri Soggetti ( Amministrazioni comunali, Forze politiche , Organizzazioni sindacali, Associazioni di volontariato ed economiche ) facessero sentire la loro voce per chiedere con forza alla Autorità portuale un comportamento diverso, un più stringente controllo sugli Operatori privati.
L’attuale Presidente della Autorità portuale ebbe a dire anni fa, dopo la sciagurata privatizzazione della Toremar, che “ per assicurare la continuità territoriale ed una adeguata concorrenza nel mercato è necessario porre alcune regole in quanto il mercato da solo non è il libro dei sogni”. Certo. Ma allora è forse giunto il momento di cambiare il sistema di assegnazione delle corse di linea.
Che senso ha, per prima cosa, mantenere ancora oggi la distinzione tra Vettori storici e non ? E riconoscere ai primi il diritto alla assegnazione delle corse “storicamente” effettuate. Con tutto quello che è successo e sta succedendo da un po’ di tempo a questa parte, non hanno più ragione di esistere quella distinzione e quel privilegio.
Per quale motivo si continua a chiedere alle Compagnie di garantire almeno l’80% delle corse autorizzate? Dovrebbero essere garantite, dal 1° gennaio al 31 dicembre, e non dal 1° gennaio al 31 agosto, tutte quelle indicate nel programma operativo presentato, in occasione del bando indetto dalla Autorità.
Sarà bene imporre l’obbligo di giustificare adeguatamente ogni interruzione del servizio ed istituire una apposita Commissione per la valutazione delle motivazioni.
In ultimo, perché non prevedere una sanzione pecuniaria per ogni sospensione di corsa non dovuta a circostanze imprevedibili ( condizioni meteo, guasto tecnico, sciopero del personale di bordo) ? Le Compagnie, partecipando alla gara per l’assegnazione delle corse di linea hanno comunque scelto di avere con l’Autorità portuale un rapporto di tipo contrattuale. Hanno presentato una offerta ( programma operativo ) e l’Autorità ha concesso l’utilizzo delle banchine con determinati orari che vengono ampiamente pubblicizzati e sui quali fanno affidamento tutti coloro che devono attraversare il canale. Se l’Autorità portuale dopo aver assegnato le banchine non mantenesse l’impegno dovrebbe risarcire l’Armatore, ma se questi non effettua le corse autorizzate, senza alcuna valida motivazione, perché non deve essere sottoposto al pagamento di una penale?
Se si pensa davvero che il libero mercato non è “ il libro dei sogni” , forse nei rapporti con le Compagnie private bisognerà correggere la “rotta”.
Giovanni Fratini