
Un traguardo molto importante per la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno: l’ente ha ottenuto la certificazione della parità di genere UNI/PdR 125:2022, introdotta dal PNRR per promuovere maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro, incentivare ad adottare policy adeguate, assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovendo la trasparenza sui processi lavorativi, riducendo il divario retributivo di genere, aumentando le opportunità di crescita e tutelando la maternità. La CCIAA delle province di Grosseto e Livorno è la prima Camera di commercio in Toscana e fra i primi enti pubblici della regione certificati con il nuovo sistema.
Il percorso dell’ente è stato presentato questa mattina, 12 marzo, al Senato della Repubblica nella Sala Caduti di Nassiriya. Al centro dell’incontro, in cui sono intervenuti l’Onorevole Simona Petrucci, il presidente della Camera di commercio Riccardo Breda, il Segretario Generale della CCIAA Pierluigi Giuntoli, il presidente di Unioncamere Andrea Prete e la Consigliera Nazionale di Parità Filomena D’Antini, il valore della certificazione della parità di genere e l’impegno della Camera di commercio come buona pratica per la diffusione della UNI/PdR 125:2022 nella PA.
“E’ un risultato davvero rilevante per la nostra Camera di commercio, che certifica a tutti gli effetti le azioni messe in campo dall’ente per la parità e per ridurre il divario di genere, che ancora permane. Sono orgoglioso di questo successo, che non consideriamo un traguardo ma un punto di partenza per continuare a lavorare, perché è un riconoscimento ufficiale, intrapreso su base volontaria, che sancisce l’impegno concreto della Camera alla rimozione degli ostacoli alla piena attuazione delle pari opportunità. – ha detto il presidente della CCIAA Maremma e Tirreno Riccardo Breda – Il nostro percorso può essere un modello per altri enti pubblici e per le aziende: la certificazione nasce proprio per accompagnare ed incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere per la crescita professionale delle donne e per questo vogliamo essere d’esempio e da stimolo alle pubbliche amministrazioni e al tessuto imprenditoriale”.
“Le politiche della CCIAA per la parità hanno soddisfatto tutti i requisiti richiesti per ottenere la certificazione e sono declinate in varie azioni sia esterne che interne. – ha illustrato il Segretario Generale della CCIAA Maremma e Tirreno Pierluigi Giuntoli – Tra queste vi sono la formazione specifica del personale, policy per la parità relative a gestione della carriera, equità salariale, genitorialità e cura, conciliazione dei tempi vita-lavoro come il lavoro agile, il part time, il benessere organizzativo, un programma di welfare e attività di prevenzione di ogni forma di abuso fisico, verbale, digitale sui luoghi di lavoro”.
Oltre a promuovere eventi sulla parità anche per le classi degli istituti superiori e azioni di advocacy, sul fronte delle imprese la CCIAA ha previsto specifici incentivi premianti nei suoi bandi rivolti alle aziende, con l’obiettivo di promuovere la parità di genere e l’imprenditorialità femminile, sostenendo le donne imprenditrici e l’adozione di standard di genere. In particolare, nei bandi vengono assegnati punteggi aggiuntivi alle imprese femminili e a quelle in possesso della certificazione.
“Un palcoscenico speciale, quello del Senato, per un traguardo di alto livello: congratulazioni alla Camera di commercio per l’ottenimento della certificazione della parità di genere. – ha dichiarato la Senatrice Simona Petrucci – La parità è un obiettivo fondamentale per una società che si definisce moderna e civile. Si tratta di un valore non solo sociale, ma anche professionale ed economico, che però non può ridursi alla semplice applicazione di quote rosa, strumento che rischia di mortificare la meritocrazia. La vera parità di genere si fonda su un principio: donne e uomini devono partire dalla stessa base. Non si tratta di fare favori alle donne, ma di garantire che esse possano emergere in ogni campo grazie alle loro capacità, senza essere giudicate per il semplice fatto di essere donne. Una volta consapevoli di ciò, l’unico criterio in campo rimane la meritocrazia. Grazie ancora alla Camera di commercio per aver portato avanti questo principio”.
“La certificazione della parità di genere, così come è stata impostata in Italia, viene considerata come un unicum al mondo – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Prete – Il sistema camerale è particolarmente contento di poter contribuire alla diffusione di questo strumento, sostenuto da fondi PNRR, perché esso innesca un percorso di maggior consapevolezza e di miglioramento organizzativo in tutte le organizzazioni, pubbliche e private, che lo adottano”.
“Il lavoro e l’autonomia economica sono le principali armi contro la violenza sulle donne. L’indipendenza economica, oltre ad essere una condizione materiale oggettiva che permette il proprio mantenimento, favorisce anche l’autodeterminazione e fornisce alle donne quella maggiore consapevolezza e fiducia in sé che consentono loro di facilitare moltissimo la fuoriuscita da situazioni e legami insani e potenzialmente pericolosi. – ha aggiunto la Consigliera Nazionale di Parità Filomena D’Antini – Le Consigliere di Parità sono da tempo al fianco delle donne per la lotta alle discriminazioni sul lavoro e controllano il mantenimento degli indicatori della certificazione di genere affinché ci sia continuità sulla condotta da parte del datore di lavoro a sostegno dell’occupazione femminile. In tal modo auspichiamo che sempre più donne possano permanere nel mercato del lavoro e migliorare la propria condizione lavorativa.”