Napoleone, fuga o partenza il 26 febbraio 1815?

di Marina Segnini Presidente Associazione Culturale Historiae

Riceviamo e pubblichiamo:

Come scrisse la Dott.ssa Peria nel 2015 (www.archivitoscana.it/visti-da-vicino/la-vetrina-dei-segreti) a proposito della partenza di Napoleone dall’Isola d’Elba, potrebbe sembrare pretestuoso disquisire sul tema se fosse stata una fuga o una partenza ma i documenti, mai come in questo caso,  ci hanno permesso di chiarire i fatti. E i fatti ci raccontano che nonostante la stretta sorveglianza, l’Imperatore organizzò da tempo il suo rientro in Francia attivando tutta una serie di provvedimenti utili ed efficaci per il suo allontanamento. Volle addirittura tranquillizzare la popolazione istituendo un “governo” temporaneo in attesa del suo ritorno e lasciando a Portoferraio la madre e la sorella Paolina.
Scrive a questo proposito la dott.ssa Peria: «Alle due del pomeriggio del 26 febbraio 1815, tutta le truppa  napoleonica, composta da circa 1500 soldati, fu raccolta in Piazza d’Armi. Alle quattro, attraversando la porta della Gran Guardia, i militari, sotto il comando del Maresciallo Bertrand,  salirono a bordo della piccola flotta che si trovava ancorata nella rada di Portoferraio. Alle 6 di sera, secondo la cronaca della giornata, riportata dal Maire Pierre Traditi nel suo Régistre des Arretés de la mairie de Portoferraio. Anne 1813- 1815, conservato nell’archivio Storico del Comune di Portoferraio, l’Imperatore accolse nella sua residenza dei Mulini tutte le autorità cittadine e comunicò loro la sua partenza, insignendo contemporaneamente i prescelti delle cariche di governo in sua assenza. Lasciò il Comando militare dell’isola al Ciambellano Cristino Lapi, dandogli il grado di Generale di Brigata. Nominò quindi una Giunta di Governo composta da: Giuseppe Balbiani, Intendente dell’isola d’Elba, Vincenzo Vantini, Procuratore imperiale dei Tribunali dell’isola d’Elba e Ciambellano di Sua Maestà, Giuseppe Arrighi, Vicario generale dell’isola d’Elba, Candido  Bigeschi e Pellegro Senno, proprietari. Prima di accomiatarsi, di fronte a una platea commossa ed emozionata, l’imperatore  pronunciò le seguenti parole:  Io parto, sono soddisfatto di voi, non me ne scorderò… e per la confidenza che ho in voi vi lascio la Madre e la Sorella.»
I cittadini che si erano raccolti lungo le vie che scendono dalla residenza dei Mulini verso la Porta a Mare salutarono calorosamente Napoleone nel suo percorso verso le imbarcazioni.  Alle 8, l’Imperatore a bordo dell’Incostant ricambiò i saluti degli elbani facendo sparare un colpo di cannone che dette il segnale di partenza a tutto il convoglio.

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