Emergenza ungulati, guarda le foto

“Popolazione esasperata. Chiediamo stesse cose da 20 anni”

Il Comitato cittadino Emergenza Nord-Ovest: "Turisti spaventati, ambiente devastato"

“La popolazione del versante Nord-Occidentale dell’Isola è esasperata per l’emergenza ungulati, cinghiali e soprattutto mufloni, sempre più dilagante e insostenibile. Siamo alle porte di una nuova stagione turistica ed è inaccettabile accogliere i turisti in un ambiente naturale devastato, una volta vanto nazionale, e dover dare loro le dovute indicazioni in caso di incontri con gli ungulati e raccomandarsi di fare attenzione negli spostamenti, sia a piedi che con qualsiasi mezzo. Inoltre diversi clienti, negli ultimi anni, hanno abbreviato il loro soggiorno, proprio per aver avuto incontri con questi animali che incutono paura in tantissime persone. Tutto ciò provoca un grave danno economico a diverse famiglie essendo una zona basata prettamente sul turismo.

Nonostante siano state numerose le mail con richieste di risoluzione del problema inviate agli organi regionali, provinciali e locali, innumerevoli gli articoli pubblicati sulla stampa locale, regionale e nazionale, alcuni servizi televisivi inerenti all’argomento e una manifestazione pubblica, ci ritroviamo ancora una volta a dover farci sentire. Quando si è insediato il PNAT queste specie non autoctone erano già presenti sull’isola e all’epoca erano pochi esemplari, quindi con un giusto piano si avrebbe avuto la possibilità di contenerne la crescita numerica, invece, per continue perdite di tempo e mancati provvedimenti nel corso degli anni passati, si deve far fronte ad una situazione fuori controllo. Sono ormai decine di anni che viene chiesta la risoluzione del problema, ma finora le misure poste in atto per il contenimento delle due specie animali si sono rivelate inefficienti. Già nel 2008 il Presidente della Comunità del PNAT, inviò all’ allora presidente del Parco, della Provincia di Livorno e per presa conoscenza al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare un documento, con oggetto: Cinghiali e mufloni all’Isola d’Elba – Richiesta di provvedimenti, nel quale veniva confermato che i danni causati dai cinghiali e mufloni non erano diminuiti, anzi in continua crescita e che rappresentavano una vera e propria calamità nonostante gli sforzi compiuti nel tempo dal PNAT e dalla Provincia di Livorno al contenimento delle specie, (circa 750 cinghiali, pressappoco il doppio rispetto agli anni passati, e per la prima volta, 130 mufloni).

Sottolineava che forte e diffuso era il senso di frustrazione delle popolazioni residenti che chiedevano da tempo di procedere all’individuazione di soluzioni rapide, efficaci e durature per contenere gli effetti di un vero e proprio flagello e che la Comunità del Parco si era pronunciata all’unanimità, per l’eradicazione delle specie. Chiedeva una sinergia tra più soggetti allo scopo di individuare strategie condivise e azioni concrete, essendo chiaro che il problema, proprio per le dimensioni assunte, anche al di fuori dei territori ricadenti nel perimetro dell’area protetta, difficilmente poteva essere risolto con i soli mezzi del Parco.

Quasi venti anni dopo ci ritroviamo a chiedere le stesse cose, ma con una situazione a dir poco peggiore, vista la crescita esponenziale di queste due specie. Riteniamo inutile ripercorre l’evoluzione del fenomeno dalle origini ad oggi, ma è invece necessario ribadire come mufloni e cinghiali provocano gravissimi danni alla biodiversità e all’agricoltura, aggravano notevolmente il rischio di dissesto idrogeologico, ledono l’incolumità pubblica, creano una vera e propria emergenza igienico sanitaria, un grave danno economico e provocano un grave rischio per la sicurezza stradale. Gli incontri o scontri con gli ungulati, soprattutto mufloni, sono continui a qualsiasi ora della giornata.

L’intero territorio, con l’imbrunire, diventa una vera giungla. Riportiamo i dati forniti dal PNAT dei prelievi di mufloni attraverso le catture, gli abbattimenti effettuati dalla Polizia Provinciale, dai selecontrollori e dalla ditta che gestisce il centro si sosta: anno 2021 capi 128, anno 2022 capi 294, anno 2023 capi 397, anno 2024 capi 378. Nel 2024 si è visto un calo dei capi abbattuti dovuto alla diminuzione degli abbattimenti, possono sembrare tanti, ma troppo pochi per risolvere la situazione drammatica in cui ci troviamo a vivere quotidianamente. La Polizia Provinciale, purtroppo non può essere sempre presente per gli abbattimenti per grosse carenze di personale e l’insorgere di altre problematiche.

• L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dichiarato che “il
muflone, e in generale le pecore selvatiche, causa nel mondo impatti molto rilevanti sulla biodiversità, a livello globale 189 specie sono minacciate di estinzione, tra le quali molti endemismi insulari. Sempre l’ISPRA chiarisce che l’eradicazione delle specie alloctone che determinano impatti sulla biodiversità, è un’azione espressamente prevista dalla “Strategia Nazionale sulla Biodiversità”
• Nel luglio 2022 con la delibera approvata dalla Giunta regionale è stata resa l’Isola d’Elba area non vocata al cinghiale.
• É stato realizzato un centro di raccolta dedicato allo stoccaggio delle carcasse dei capi abbattuti dove vengono portati i capi abbattuti all’interno del Parco (con la delibera 22133 del 03/10/2024 anche quelli abbattuti nelle aree libere) e gestito dalla società DREAM Italia.
• Lo studio di fattibilità per l’eradicazione di cinghiali e mufloni, attuato grazie ad una convenzione tra GAT, PNAT e Comune di Marciana, ha dato esito positivo all’eradicazione nell’aprile 2024. Per definire il piano di intervento sarà necessario un anno dall’accordo Parco-Regione; accordo non ancora avvenuto a quasi un anno di distanza, e dal momento dell’avvio delle azioni sul campo è stato dato un tempo stimato di 5 anni per giungere all’eradicazione.
• Dopo anni di richieste è stato approvato dalla Regione Toscana con delibera del 03-10-2024 il piano di controllo sui mufloni che autorizza l’intervento di contenimento sulla specie muflone in ambito urbano […]; che stabilisce che […] possono essere attivate dalla Polizia Provinciale più uscite, anche in giorni diversi, fino alla risoluzione della problematicità causata dalla specie oggetto di prelievo; […] stabilisce inoltre che i prelievi possono essere effettuati con armi da fuoco e che i capi abbattuti dalla Polizia Provinciale durante gli abbattimenti congiunti tra Parco, Polizia e ATC saranno conferiti presso il centro di raccolta […].

Gli strumenti ora ci sono per procedere alla risoluzione del problema, è inaccettabile dover aspettare i tempi biblici della politica per attuare azioni e strategie veramente efficaci, non è più tempo di aspettare. La popolazione vuole uscire dalle gabbie in cui è costretta a vivere senza paura di incontri/scontri con queste due specie animali e vuole veder rinascere un territorio devastato, ridotto allo stremo.

Essendo la faunistica piena competenza del PNAT, all’interno dei suoi confini, e della Regione Toscana, si ha la sensazione che da parte di quest’ultima la disperazione della popolazione, che è costretta a subire una vera e continua emergenza, venga continuamente sottovalutata e che regni il menefreghismo con continue perdite di tempo e lungaggini politiche/burocratiche. Servono più uomini sul campo con una presenza continua. Devono essere subito attuate azioni e strategie veramente efficaci, sono troppi anni che si aspetta… L’accordo tra Parco e Regione per avviare l’eradicazione deve essere fatto nell’immediato, è già stato perso troppo tempo. Chiediamo che anche le amministrazioni locali facciano pressioni continuamente”.

Comitato spontaneo di cittadini “Emergenza Nord-Ovest”

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