Oggi forte Falcone è diventato struttura museale .
E’sede di museo che narra dalla fondazione medicea di Portoferraio (1548) e termina al 1737 quando inizia il dominio asburgo-lorenese che durerà fino al 1859.
Portoferraio, città di fondazione,ha il museo della memoria che ricorda le radici.
Un museo che dovrebbe però essere esteso anche a ricordare i periodi storici successivi a cominciare da quello asburgo-lorenese.
Portoferraio celebra il suo passato in un luogo dove il passato è presente: dentro la” fortezza da alto”.
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E’ così che Cosimo I de’ Medici chiama forte Falcone in una lettera da lui scritta a don Francesco di Toledo nel maggio del 1548.
Perché Cosimo I de’ Medici scrive a don Francesco di Toledo ?
Nel 1548 Cosimo è coniugato con donna Eleonora di Toledo y Osorio che ha sposato nel giugno del 1539. E’ chiamata “duchessa consorte” .
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E’ secondogenita di don Pedro Alvarez di Toledo y Zuniga.
Don Pedro è vicerè di Napoli per conto di Carlo V d’Asburgo.
Gli Alvarez di Toledo sono un casato nobiliare spagnolo sorto nell’antico regno di Castiglia,influenti ed ascoltati alla corte spagnola dell’imperatore Carlo V. Alcuni sono stati Grande di Spagna.
Sposando donna Eleonora di Toledo degli Alvarez , Cosimo si è imparentato con questo importante casato spagnolo e non poco tale fatto deve avere influenzato Sua Maestà Imperiale ,Carlo V, a concedergli di potere edificare all’Elba nel territorio del principato di Piombino.
Il 25 maggio 1548,appena un mese dopo lo sbarco dei guastatori ,dei soldati e dell’ingegnere Belluzzi all’Elba per la fondazione della sua città ,il duca Cosimo scrive dunque ad uno degli Alvarez di Toledo: don Francesco .
A lui si rivolge con queste parole :“non voglio mancar di far noto più particolarmente nel termine che stanno le cose dell’Elba et di Piombino a ciò se ne possa servir occorrendo”.
(Archivio Mediceo .Filza 11.c 199/recto .Archivio stato Firenze)
Cosimo sa che don Francesco di Toledo può parlare con l’imperatore Carlo V e per questo scrive confidenzialmente “se ne possa servir occorrendo”
Continua il duca Cosimo a scrivere a don Francesco “…saprà adunque V.S .come il porto dell’Isola detto Ferraio è padroneggiato da due colli uno più basso il quale possiede la bocca del porto ,l’altro più alto il quale si allontana più da essa bocca ma è alquanto a cavaliere al p° sopra il più basso che signoreggia la bocca. Quivi ho fatto far io il forte di terra il quale sarà di grandezza quanto la fortezza di Livorno ,posto in un sito tanto gagliardo che più non si può dir,la qual fortezza è di tutto già duo giorno fornita di terra et nella quale si trovano trenta pezzi d’artiglieria 20 grossi et 10 minuti,polvere et vettovaglie abbondantemente per più mesi ; a’piedi circa duo..di mano dua fontane ritrovate da me et P°non vi era acqua ,ma vi son trovate sotto certe anticaglie de’ romani ;né quella acqua può mai essere tolta al castello per esserli a cavaliere ,che una mosca non vi può comparire ,ma per più sicurtà ho fatto condur cento botti d’acqua nel proprio forte in che vi fo’ la citerna ;essi cominciato a lavorare in maniera di muraglia che penso che fra altri trenta dì sarà in termine che farà meravigliar ognuno ;né basterò forza alcuna a cavarmene come ancora di presente di presente non temo in modo alcuno ,lavoro a questa fortezza con 40 maestri et con duecento manovali et con circa trecento guastatori che cavano sassi ,tagliano legna, et simili cose fo’ in un medesimo tempo in sul colle superiore una fortezza piccola che con dieci maestri si metterà in guardia nel medesimo tempo perché va poco alta per esser in sito aspro et rilevato et q.a maggior fortezza la guarda da due bande di modo che queste due fortezze si corrispondono in modo ‘una all’altra che né l’una né l’altra si può battere per non essere sito da piantarvi artiglieria,son poste l’una e l’altra su una pietra durissima ,né bisogna far né all’una né all’altra fondamento che sulla pietra senza cavar si mura”
(Filza Idem come sopra)
Quando butta giù queste righe Cosimo è nel vigore degli anni essendo nato nel 1519. Col titolo di duca domina Firenze fino al 1569 anno in cui ne diverrà granduca. Regna sotto la cappa di un potere assoluto e opera una politica di espansione del suo dominio .
Lo vuole estendere anche a tutta quanta l’isola d’Elba : vi riuscirà solo su una piccola parte.
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Dopo sei mesi ,nel dicembre 1548 , a Bastiano Campana suo “ministro”(provveditore) che si trova all’Elba , impegnato nella costruzione della città-fortezza,il duca Cosimo scrive :
“…tutto Vediamo che è exeguito da voi con diligentia et accuratezza ,così circa il salar delle carni come delle altre cose : et il contrasegno che havete dato a’ Castellani delle Torri di tanti fuochi che si faranno ,quante fuste saranno nel paese,è stato prudentemente pensato,et vogliamo che si conservi con diligentia perchè sarà di non piccolo giovamento…”
(Lettera di Cosimo a Bastiano Campana 7 dicembre 1548 Archivio mediceo. Filza 606.c. 50.Archivio di stato Firenze)
Sempre nel dicembre 1548 Cosimo scrive al signor Otto da Montauto.Costui era a capo di mille soldati insieme a Vincenzo da Montepulciano,Bastiano da Arezzo,Alfonso Borghese e Antonino Bocca ,mille soldati che il duca fiorentino ha spedito all’Elba , a fondare la nuova città.
Nella lettera fa intendere che non solo le difese principali contro un attacco dal mare erano pronte ma che anche era iniziata vita civile all’interno del territorio cinto dalle fortificazioni “…et circa l’horto a noi non da noia alcuna che si faccia anzi ci par cosa necessaria il farlo,per le cagioni che adducete,ms ci dà ben noia farlo in tal luogo perché ivi quivi haviamo disegnato che si faccino case ; però speriamo con il tempo che vi haviate a vedere una et ben grossa…circa gli alloggiamenti non accade dir altro poiché ve ne è di fatti nei quali si poterà star comodamente perché noi pensiamo fra pochi di costì per allora ci poteranno et gli uomini di Marciana et li altri di cotesta isola domandar il bisogno loro et noi non mancheremo in quanto potemo di compiacerli et così potete far loro intendere”
(Lettera di Cosimo al sig Otto. Archivio Mediceo. Filza 12 ,c.113 .Archivio di stato Firenze )
L’importanza di queste lettere sono i periodi in cui sono state scritte perché fanno capire che alla fine di maggio 1548,appena dopo un mese dalla sbarco dei primi guastatori all’Elba avvenuto in aprile, sono in edificazione strutture ancora campali(terra e fascine) del forte Stella e Falcone e ai primi di dicembre del 1548, appena sei mesi dopo lo sbarco , sono diventate strutture permanenti in muratura dove son già operanti i castellani ai quali è stato data lettera di contrassegno con ordini di fare tanti fuochi quante fuste saranno nel paese e sono pronti alloggiamenti con orti .
Stella e Falcone sono dunque primissime opere di fortificazione tirate su.
Al tempo stesso, dentro lo spazio del recinto difensivo costituitosi, è iniziata anche vita civile con edificazione di orti e alloggiamenti ad indicare che non solo soldati erano presenti.
Il popolamento di civili si accentuerà con i privilegi ed esenzioni che Cosimo concederà a chi vorrà venire a vivere ed abitare nella sua nuova città.
Cosimo vuole che i castellani conservino con diligenza le torri perché saranno di giovamento .
Le torri, le fortezze sono infatti costruite come luogo non solo di difesa ma anche di rifugio dove si può vivere in caso di assedio perché dotate di stanze dove poter vivere , magazzini in cui riporre e conservare viveri,cisterna per raccolta dell’acqua,forno per cuocere il pane.
La fortezza da alto era fornita di tutto questo.
In pochi mesi la struttura difensiva principale di Cosmopoli è in piedi e operante con i castellani delle torri.
Pronta a sostenere incursioni improvvise dal mare da parte dei barbareschi.
E’ nata “ILVA RENASCENS THUSCORUM ET LIGURUM SECURITATI “ : con tale frase commemorativa sarà celebrato l’evento della nascita della nuova città in medaglie rievocative qualche anno dopo .
Sicurezza era sorta per il traffico marittimo sulle coste tirreniche,una delle motivazioni con le quali Cosimo si era rivolto a Carlo V affinchè concedesse di poter fortificare L’Elba non essendo il principato di Piombino in grado di farlo.
Se ne accorgono bene le galeotte musulmane che se se ne stanno alla larga senza avvicinarsi alla città di Cosimo.
E’ lo stesso Cosimo che ne parla scrivendo nel 1549 al vescovo di Forlì :”…che le cortine et tutto quello che s’è murato sin qui in quel luogo è stato solo per fortificazione del sito di Portoferraio et per assicurar quel porto et tutti coloro che vi rifuggono o rifuggiranno come feceno a’ giorni passati due navi chariche di mercantie una liparotta e l’altra genovese le quali seguitate da Dragut vi si salvarono ,oltre alla sicurtà delli huomini dell’Isola et ancor delli nostri che vi stanno del continuo a lovorare…”
(Lettera di Cosimo al vescovo di Forlì 20 luglio 1549 .Archivio mediceo.Filza 14. 157/recto.Archivio di stato Firenze)
Ancora nel dicembre del 1548 il duca Cosimo scrive al capitano Ballotta da Perugia.
A lui rivolgendosi dice di averlo deputato a “Castellano della Fortezza da alto” e vuole che firmi il contrassegno col solito giuramento . E’ documento interessante perché in esso Cosimo cita la “fortezza da alto” chiamandola per la prima volta col nome di Falcone, denominazione che tuttora possiede.
Questa la lettera:
“Noi vi habbiamo deputato nostro Castellano della Fortezza da alto ,la quale vogliamo che da qui innanzi si chiami la Fortezza del Falcone et similmente castellano et governatore della nostra Fortezza della Linguella et vi mandiamo per le mani della vecchia Alessi nostro collaterale il contrassegno et vogliamo che in sua mano facciate il solito giuramento di fedeltà promettendo di tenere e conservare in ogni tempo et per ogni occasione dette fortezze et qualunque di esse per noi et a nostro nome et per il nostro figlio primogenito che ha a succedere .Nè darete o consegnerete dette fortezze o qualsivoglia di esse a persona alcuna di qualunque stato grado o condizione si sia senza riceverne da noi prima il conta segno che è restato appresso di noi con lettere sottoscritte di nostra propria mano…”
(Lettera di Cosimo al capitano Ballotta da Perugia 19 dicembre 1648.Archivio mediceo .Filza 12 .c.152 bis recto Archivio di stato di Firenze)
C’è chi come Sebastiano Lambardi spiega perchè il duca Cosimo abbia scelto la denominazione “Falcone“:
“…dalla parte di ponente poi si ritrova altra montagna un poco più eminente della Stella,sopra della quale vi edificò un altro forte , o Cittadella di un quadrato irregolare,che per soprastare a tutte le altre fortificazioni ha preso il nome di Fortezza del Falcone …”
(Cfr pg 110 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba “Sebastiano Lambardi.1791. Ristampa fotomeccanica. Forni editore Bologna 1966)
Silvestre Ferruzzi sostiene che il nome Falcone assegnato al forte deriva da quello del nome “falcone” con cui è chiamato un cannone di medio calibro su ruote post-rinascimentale in dotazione alla difesa del forte
(Silvestre Ferruzzi (“Falcones de Ylba “.Giornale “L’Etrusco” agosto 2012 )
Chiamandola “Fortezza da alto “ e non baluardo, vuol dire che Cosimo a questa opera ha assegnato la funzione di difesa che doveva espletare una rocca, un castello e non un semplice bastione( baluardo )e una cortina.
Nel fronte fortificato appena tirato su in pochi mesi,significa che il Falcone ha una sua funzione militare individuata e precisa :quella di fortezza o rocca
In architettura militare rinascimentale gli spazi di una rocca , di una fortezza sono ideati non solo per la difesa come invece lo sono gli spazi del semplice bastione o baluardo.
Mentre il bastione è opera fortificata con mura spesse per contenere l’urto di palla di cannone e al tempo stesso contenere la terra riportata al suo interno (terrapieno) che va a costituire il piano di vita dove è posizionata l’artiglieria pesante per la difesa radente a lungo tiro ,mentre la cortina è semplice muraglia di sbarramento o di cavaliere tesa tra due bastioni a costituirne fianco ,il forte e la rocca sono opera fortificata dove gli spazi sono occupati oltre che dalle armi di artiglieria pesante posta sullo spalto per difesa a lungo raggio anche da feritoie per la moschetteria usata per la difesa a breve raggio e, nello spazio interno , sono ricavati alloggi(magazzini per i grano, stanze peri soldati della guarnigione, cisterna per acqua,forno per far pane ) per la vita della:una cittadella vera e propria.
Il Falcone,con la sua struttura muraria costruita non in blocchi di pietra e malta come il bastione ma in mattoni di argilla squadrati a parallelepipedo col caratteristico colore rosso tenuti da calce indica proprio che si tratta di una fortezza- cittadella.
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La muratura di contenimento così costruita, in mattoni, consente, rispetto a quella costruita in pietra dei bastioni circostanti ,di essere più elastica per meglio resistere all ‘ effetto distruttivo del tiro di artiglieria.
Di mattoni ce ne vollero tanti e ce lo fa capire lo stesso Cosimo quando ordina nel maggio del 1548 a Luca Martini di inviare quanto prima all’Elba “12 spianatori da mattoni et un capo m.ro che sappia guidare quattro fornaci perché quei capi che vi son così per far mattoni come la calcina, son persone fredde”
(Lettera a Luca Martini del 17 maggio 1548.Archivio Mediceo. Filza 11 c. 172/verso. Archivio di stato Firenze)
Il mattone è infatti ottenuto cuocendo la terra.Per questa operazione sono necessarie cave da cui si prende terra, materia prima per fare mattoni ,acqua per impastarla , fornaci dove cuocere terra ed acqua impastati, spianatori della cottura in mattoni e capi mastri competenti ed abili che dirigano le operazioni.
Alla collina del Falcone cave per la terra trovarono in abbondanza lungo la parte che va verso terra e anche acqua
Per la sua posizione elevata e per questa funzione di rocca, castello,il Falcone rappresenta luogo di difesa,rifugio estremo,l’ultimo, caduto il quale tutto è perso,gli assalitori hanno espugnato .
Anche la sua difesa militare affidata sia alla artiglieria pesante con tiro radente a distanza da due fronti bastionati tanagliati (uno a nord e l’altro a sud, uno verso terra e l’altro verso mare, forniti entrambe di due mezzi baluardi) sia ad una filiera di feritoie per moschetteria per tiro ravvicinato con archibugio attraverso i muri perimetrali, attesta che il Falcone è stato edificato ed ideato per l’estrema difesa, l’ultima.
Quanto questo sia vero lo dimostrano le opere del fronte di attacco di terra, da quelle costruite in avanzata ,cioè esterne alla linea di difesa principale, alle rampe e ai camminamenti della linea difensiva principale , le quali sono state costruite tali da consentire rapidi spostamenti delle truppe secondo le necessità dello stato di assedio ma, tutte, si congiungono e conducono a forte Falcone.
Alla fortezza della Stella, Cosimo ha voluto invece assegnare altra funzione militare strategica ,quello della sua dimora .
Per questo nel 1557 volle mettere all’ingresso del forte Stella il busto in bronzo che lo raffigura creato da Benvenuto Cellini . Il busto è stato poi tolto nel settecento dal granduca Pietro Leopoldo e trasportato in Firenze
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MARCELLO CAMICI
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(Portoferraio .Al centro della immagine è Forte Falcone costruito nel 1548.Inserito all’interno della struttura cinquecentesca è visibile il tetto del museo della città di Portoferraio. Il museo percorre un periodo storico che va dal 1548 al 1737. E’ visibile anche il fosso secco che lo divide dal bastione della Carciofaia e del Serbelloni)
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(Donna Leonor Alvarez deToledo y Osorio (Eleonora di Toledo) con il figlio Giovanni . Duchessa consorte di Cosimo I de’ Medici.Ritratto.Dipinto olio su tavola. Agnolo di Cosimo detto il Bronzino. 1545 circa. Galleria degli Uffizi. Firenze)
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(Ritratto di Cosimo I de’ Medici in armatura eseguito da Agnolo di Cosimo detto il Bronzino.Dipinto olio su tavola. 1545 circa. Galleria degli Uffizi.Firenze )
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(Portoferraio.Mattoni. PARTICOLARE del perimetro murario di forte Falcone costruito nel 1548 )
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(PARTICOLARE del volto di Cosimo I de’ Medici. Busto in bronzo di Benvenuto Cellini. Museo del Bargello. Firenze)