Trasporti, non rimane che affidarsi al servizio pubblico

di Pino Coluccia

L’accordo recente tra Regione Toscana e Sindaci consentirà, ancora per un hanno, dopo la fuga delle compagnie private, una copertura oraria di linee, tariffe e agevolazioni sociali per i collegamenti marittimi, sufficientemente adeguata ad assicurare una continuità territoriale alle popolazioni residenti nell’Arcipelago Toscano. Non più di una ventina di anni fa veniva liberalizzato e privatizzato il mercato dei trasporti marittimi di piccolo cabotaggio. Fu abrogata la possibilità dello Stato di gestire direttamente imprese, in questo caso compagnie marittime per il collegamento con le isole minori, e si affidava il tutto alla libera concorrenza ed all’iniziativa privata, come decantavano appunto i liberisti di casa nostra, sancendo ideologicamente la superiorità del privato sul pubblico, che veniva degradato e marginalizzato in nome di una “modernità” illuminata appunto dalla iniziativa privata e dalla libera concorrenza. Al pubblico, dopo aver alienato la compagnia pubblica, restava solo il compito di finanziare e garantire, attraverso un Contratto di Servizio da stipulare con le compagnie private, quelle linee, orari, tariffe e tratte che assicurassero la cosiddetta Continuità Territoriale per le popolazioni residenti in tutte le isole dell’Arcipelago Toscano. Oggi scopriamo che il privato pensa solo alla propria esclusiva convenienza, svolgendo il collegamento marittimo solo per le tratte e per i periodi per lui più vantaggiosi, essenzialmente quelli collegati ai soli flussi turistici estivi, dove è sicuro fare profitto ed escludendo appunto quelle utili, specie nel periodo invernale, alle popolazioni residenti, integrando e completando con propri orari quelli svolti con il contratto di servizio pubblico regionale. Proprio guardando gli orari attuali si può constatare questo cambiamento nell’atteggiamento del privato che ha completamente abbandonato il cosiddetto libero mercato, ma solo quello invernale. Questa è la situazione ad oggi e per il futuro e per gli elbani non resta che affidarsi al maltrattato Servizio pubblico Regionale dei collegamenti marittimi.

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