Due edifici religiosi ,la chiesa arcipretale e la chiesa del SS. Salvatore con convento dei frati francescani,furono tra i primi ad essere fabbricati nel 1558-1559. La fabbrica del convento era stata imperfetta .Ce lo fa sapere Sebastiano Lambardi : “…per stitichezza di risparmio levarono mano alla fabbrica prima di terminarla,come si scorge anche a’ giorni di oggi imperfetta verso quella parte riguarda i quartieri dei Mulini” (Cfr pg 130 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba “. Sebastiano Lambardi 1791.Ristampa fotomeccanica, Forni editore,Bologna 1966 ).
Dopo due secoli ,nel 1781, questa imperfezione si manifesta con importanti lavori che devono essere eseguiti al tetto del convento (oggi complesso De Laugier)dalla parte che guarda il quartiere dei mulini .
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Ma,nel 1781, grossi lavori devono essere eseguiti anche alla chiesa arcipretale(oggi Duomo).
Due documenti di archivio ritrovati lo documentano.
Il primo documento è di Francesco Benedetto Marmorai ,soprassindaco in Firenze alla camera delle comunità ,inviato l’ 11 ottobre 1781 al cancelliere di Portoferraio .
E’ una carta in cui si apprende che il granduca Pietro Leopoldo approva i lavori da eseguire ai due edifici religiosi
“ SUA ALTEZZA REALE
Approva che si eseguano prontamente i resarcimenti occorrenti alla chiesa arcipretale di >Portoferraio e Convento di quei priori francescani secondo la relazione perizia dell’ing Giuseppe Salvetti come si propone dal senatore Soprassindaco e Soprintendente della Camera delle Comunità E credo che a titolo di soccorso fatto sperare con biglietto di segreteria di finanze del di 6 febbraio 1782 sia pagata dalla Depsoteria Generale alla Comunità di Portoferraio liberamente senza obbligo di restituzione la somma di lire quattromila trecento due per una volta tanto.
Vuole inoltre che il senatore Soprintedente dell’Uffizio di Revisioni faccia per mezzo dei ministri di detto uffizio verificare e liquidare il credito che la predetta comunità di Portoferraio rileva d’avere con la depositeria Generale.e di poi referisca e dica il suo sentimento
Dato in Firenze 11 ottobre 1781
Pietro Lepoldo
Per il direttore delle regie finanze
V. Schondeveiller
Francesco Benedetto Marmorai”
( Filza “Lettere e negozi comunitativi e del forno 1776-1802” C24. Carta numero 367 . Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800)
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Il secondo documento di archivio (tre carte) è una relazione tecnica dell’umilissimo, obbligatissimo servitore ing. Giuseppe Salvetti sui lavori da farsi agli edifici religiosi sopra accennati . Porta la data del 7 novembre 1781 .Il documento è scritto allo illustrissimo e colendissimo sig Senatore Cavaliere Gio. Batta Nelli Soprassindaco e Soprintendente della Camera delle Comunità:
“Ill.mo e Clar.mo Sig Sen.re Cav.re Gio. Batta Nelli Soprassindaco e Soprintendente della Camera della Comunità
Ho esaminati gli annessi fogli relativi ai ripari che si propongono per la Chiesa Arcipretale e per la Chiesa e Convento di S. Francesco di Portoferraio ed il mio sentimento è che convenga ordinare l’esecuzione degli appresso lavori.
Che si risarcisca con la massima sollecitudine il tetto della Chiesa Arcipretale mutando i legnai che vi sono cattivi e facendo ancora tutti gli altri riattamenti a forma dei primi quattro articoli della relazione fatta dalli ingegneri Sig.ri Grazzini e Mupio sotto dì 11 marzo 1780 in cui calcolano la spesa di circa Lire 2000.
Che si proceda a rifare il tetto della chiesa di S. Francesco a Cavalletti coll’istesso numero di quelli che vi sono di presente come avevano proposto i prefati ingegneri nella predetta relazione Sebbene in un’altra susseguente de 3 maggio 1781 abbiano cambiato parere con progettare degli archi essendo assai meglio seguitare il primo sistema conforme ancora al sentimento dell’ing Mori esposto in una sua relazione del dì 21 giugno del medesimo presente anno perché è di minor dispendio di facile esecuzione sicuramente stabile e non sconcerta niente la chiesa attuale come sarebbe il lavoro degli archi che richiedono delle variazioni nelle cose di attual servizio esistenti nelle pareti le quali poi non conoscendo il luogo resto in dubbio se potessero resistere alla spinta di tali archi.
La differenza nella spesa sarebbe notabile mentre per quanto propongono gl’ingegneri Grazzini e Mupio rimescerebbe a fare gli archi della quantità di lire 8000 quando non vi è un tal bisogno giacchè i tetti e i cavalletti sono sicuramente forti e di lunga durata essendo affatto esagerato il discorso che si fa contro i legnami attuali di abete che sono dell’istessa qualità degli antichi che hanno durato per dei secoli in tutte le più gran fabbriche della Toscana.
Si prendano bensì travi d’abete dell’opera del duomo di Camaldoli e si ralasci affatto l’idea di prevalersi di travi di castagno felciate di palconcello d’abete come propone il solo ingegnere Grazzini nella sua relazione de 4 agosto p°p° perché se una trave si rende cattiva siccome quando è coperta non se ne conoscono i difetti così può pericolare con produrre danni di conseguenza.
Si operi poi di liberare affatto dall’umido le etstate delle travi dei cavalletti mentre dal vedere che tutto il male è nel riposo dei medesimi sulle muraglie vi è luogo di credere che vi siano penetrate della acque .
I più volte nominati ingegneri Grazzini e Mupio non calcolano a parte nella loro prima mentovata relazione la spesa per rifare il tetto con i cavalletti ma la pongono in somma coi lavori a farsi nel restante del convento di S Francesco ascendente in tutto a lire 22000 le quali sembrano alquanto eccedenti
Il sig ingegnere Mori per altro ne dà un giudizio più accertato mentre per rifare il tetto della chiesa crede nella sua relazione de 21 giugno p°p° che il dispendio possa ammontare a lire 11533.6.8 mentre vi è molto legname buono da potersi rimettere in opera.
Finalmente risulta che va ordinato ancora il rifacimento del Dormentorio del Convento di S Francesco a forma del concorde sentimento dei prefati tre ingegneri l’ultimo dei quali cioè il sig Mori Calcola la spesa in detta sua relazione in lire 3674.13.4 il che porta coll’altra precitata partita del tetto della chiesa una quantità di più di un terzo minore di quella qui sopra indicata dai due primi ingegneri.
Cumulate insieme le spese delle tre suddette partite si ha a somma totale di lire 17208
Se S.A.R, si degna accordare la quarta parte della suddetta spesa,come ha fatto sperare,sarà questo un capitale di lire 4302 subito spendibile e coi frutti di un anno dei denari della Comunità stati ultimamente impiegati ascenderà anco verso le lire 6000
Con questa somma adunque si può immediatamente intraprendere il rifacimento del tetto della chiesa arcipretale ed il rifacimento del tetto del Dormentorio del Convento di S Francesco che sono i due capi di maggiore uso.
Quanto poi al tetto della chiesa di S. Francesco si potrà per adesso a fine di evitare una rovina assicurare con dei sorgozzoni o puntoni i quali ben incalzati nella loro parte inferiore dentro le muraglie laterali della Chiesa vadano inclinati a sostenere con l’altra estremità le asticciole dei cavalletti ove potranno puntare in un () ben confitto nei medesimi.
Quindi si potrà procedere alla provvista dei legnami per fare il lavoro nella maniera sopraindicata negli anno consecutivi con quegli assegnamenti che avrà la Comunità da poter spendere.
E pieno l’ossequio ho l’onore di confessarmi
Di Vs ill.ma
Questo dì 7 aprile 1781
Um.mo Obb.mo Serv.re
Giuseppe Salvetti “
( Filza “Lettere e negozi comunitativi e del forno 1776-1802” C24. Carta numero 4 . Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800)
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MARCELLO CAMICI
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(PARTICOLARE del dipinto “Veduta di Portoferraio “. Anonimo. Olio su tela.
Primi anni del settecento.Fondazione Agnelli. Torino .E’ visibile sulla sinistra la facciata della chiesa del SS Salvatore con la porta d’ingresso sovrastata da una finestra circolare e il tetto col campanile , a destra il convento con il tetto del dormitorio dalla parte che guarda i mulini a vento)
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(Sua Altezza Reale dà il beneplacito ai lavori. Filza “Lettere e negozi comunitativi e del forno 1776-1802” C24. Carta numero 367 . Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800)
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(Prima carta della perizia tecnica dell’ing Giuseppe Salvetti .Filza “Lettere e negozi comunitativi e del forno 1776-1802” C24. Carta numero 4 . Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800)
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(Terza carta della perizia tecnica dell’ing Giuseppe Salvetti .Filza “Lettere e negozi comunitativi e del forno 1776-1802” C24. Carta numero 4 . Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800)