Durante l’inverno con le frequenti mareggiate, è sempre più comune imbattersi in cetacei spiaggiati lungo le coste dell’isola d’Elba. Recentemente, sono stati rinvenuti i resti di un capodoglio a Malpasso, sulla costa settentrionale di Rio Marina, e di un tursiope sulla spiaggia delle Ghiaie a Portoferraio.
Nel caso del capodoglio (Physeter macrocephalus), si tratta dell’esemplare di un giovane maschio di poco più di 8 metri che si è spiaggiato mercoledì su una scogliera accessibile solo via mare. L’intervento del personale dell’Ufficio Locale Marittimo e dei volontari ha permesso di spostarlo in una zona più accessibile, consentendo così gli usuali rilievi in situazioni simili. A causa delle avverse condizioni meteorologiche, il recupero è stato ritardato fino a venerdì. Vista la straordinarietà dell’evento, sono intervenuti i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana, insieme ai ricercatori dell’Università di Siena e del CERT dell’Università di Padova, per effettuare i rilievi e prelevare campioni di tessuto dalla carcassa ormai in avanzato stato di decomposizione.
Domenica mattina, invece, il forte vento di maestrale ha portato sulla spiaggia delle Ghiaie una femmina di tursiope (Tursiops truncatus) lunga 2,55 metri. Anche in questo caso, i resti erano già molto deteriorati e i ricercatori sono stati avvisati dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio. Hanno quindi proceduto con i rilievi e il prelievo di un campione di tessuto per future analisi presso l’Università di Siena. Purtroppo, l’inverno è la stagione in cui si verificano più frequentemente questi spiaggiamenti. Nonostante la tristezza che ne deriva, le informazioni ottenute dalle analisi degli animali spiaggiati sono preziose perché permettono uno studio approfondito delle specie marine difficilmente osservabili nel loro habitat naturale.
L’associazione ElbAMare ETS opera da anni sull’isola d’Elba per la tutela dell’ambiente, con un’attenzione particolare all’ecosistema marino e agli spiaggiamenti di cetacei e tartarughe. Ogni intervento su animali spiaggiati viene effettuato seguendo le direttive della professoressa Marsili dell’Università di Siena e in collaborazione con la dottoressa Mancusi di ARPAT.
“Non sempre comunichiamo le nostre attività sui social – fanno sapere – poiché spesso si tratta di situazioni delicate e poco piacevoli per i nostri volontari. Tuttavia, questa volta è importante chiarire i recenti episodi di spiaggiamento avvenuti all’Elba, che sono stati riportati in modo inesatto su alcuni social
media, creando confusione”.Se doveste imbattervi in un animale spiaggiato durante una passeggiata lungo la costa è fondamentale segnalare alla Capitaneria di Porto locale o contattando il numero blu 1530 per attivare la procedura per il monitoraggio e il recupero da parte degli enti competenti.
Amedeo anselmi
…..e la storia continua. Credo che invece di spendere soldi in studi elaborati per capire le cause dello spiaggiamento,si dovrebbe spostare e focalizzare gli studi ( e scoprire) sui boati che ogni anno vengono avvertiti sull’ isola e di cui nessuno sà dare spiegazioni plausibili. Saluti
Amedeo Anselmi
9 Dicembre 2024 alle 13:51
andrea isolani
giusta osservazione sig. Anselmi…. chissà se questi cetacei sono morti per altri “meteoriti” come quello di giugno scorso? Ovviamente nessuno sa che fra ottobre e novembre scorsi vi è stata un intensa attività nel mare fra l’elba e il litorale livornese di navi della NATO ufficialmente per ricerche di tipo naturalistico… molto piu ufficiosamente, ma aderenti alla realtà, per prospezioni sui giacimenti di gas presenti in quelle zone per conto di privati esteri…. chiedere ai pescatori che bazzicano le stesse zone…
9 Dicembre 2024 alle 16:06