Brillante operazione da parte della Polizia Penitenziaria della casa di Reclusione di Porto Azzurro che con l’ausilio di un contingente della guardia di finanza intervenuta con cani antidroga, hanno setacciato l’istituto penitenziario. A dare la notizia è Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che sottolinea come “gli agenti operanti nei reparti, che a seguito di svariate segnalazioni, hanno fatto partire l’operazione. L’ottima organizzazione promossa dal comando e Autorità Dirigente, messa in atto dai responsabili delle unità operative e agenti di Polizia Penitenziaria, ha fatto sì che venissero rinvenuti diversi grammi di cannabis e una sigaretta elettronica non autorizzata, con all’interno del liquido di natura stupefacente”. Il sindacalista rimarca che “purtroppo, l’unica nota dolente è che all’atto del rinvenimento su un detenuto italiano della cannabis, questi si è ostinato a non consegnarla, inveiva e aggrediva il personale che lo stava controllando al punto che un ispettore di Polizia Penitenziaria riportava diverse contusioni al corpo e alle braccia ed era costretto ad abbandonare il servizio per farsi visitare presso il nosocomio di Portoferraio”.
Netta la denuncia del SAPPE: “Ancora una volta siamo qua a raccontare l’ennesimo evento critico con la conseguente ennesima aggressione al personale, dopo che viene portato a compimento un regolare controllo di Polizia previsto dalla legge. Siamo convinti e chiediamo per l’ennesima volta alle istituzioni un intervento risolutivo per scongiurare oltre che il ripetersi di tali episodi violenti. Da anni assistiamo a sfilate di politici con promesse e ipotesi di soluzioni che ad oggi non hanno portato alcun giovamento a questo istituto, quindi per l’occasione chiediamo la chiusura integrale dei reparti detentivi anche sulla scorta della tipologia di detenuti che l’amministrazione ha inteso inviare nell’istituto”, conclude Oliviero.
Commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri – tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni – è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti. Sono anni che il SAPPE denuncia la necessità di espellere i detenuti stranieri dall’Italia, detenuti che sono oggi quasi 20.000 a fronte delle oltre 62mila presenze, e che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto: anche l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi antintrusione e anti-scavalcamento sono priorità assolute, eppure, la politica se n’è completamente fregata”. “Si riparta da questi gravi fatti caduti nel carcere di Porto Azzurro, al netto delle congratulazioni al personale per l’ottima operazione di servizio posta in essere e delle attestazioni di solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito, per porre fine all’onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude Capece.
Cronaca Porto Azzurro
Detenuto aggredisce ispettore di Polizia Penitenziaria
Durante un'operazione antidroga in carcere. Trovati diversi grammi di cannabis
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