Questione traghetti, “uscire dal fanatismo ideologico”

di Libera Scelta Elba

Come Libera Scelta Elba non possiamo esimerci dall’intervenire sul problema della riduzione del servizio traghetti, poiché la concreta libertà di movimento è garantita dalla nostra carta costituzionale nonché di fondamentale interesse per chi vive e/o lavora all’isola d’Elba.
Seppure nella nostra consueta neutralità rispetto al dibattito tra partiti, organizzazioni del lavoro,
associazioni, ecc. e nel sincero rispetto e sostegno umano per chi s’impegna nella vita politica, sindacale e associativa di qualsiasi tipo, abbiamo deciso di esprimerci perché a nostro avviso una riflessione più profonda del problema è stata soltanto sfiorata e non seriamente affrontata.
Come sempre il nostro riferimento è la Costituzione Italiana, e sarebbe sufficiente l’art 41 per dirimere la questione: “L’iniziativa economica è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”
Se nell’ultimo ventennio ha prevalso un’ideologia anarco-liberista, con un’infatuazione fanatica per le privatizzazioni, questo è da considerare per quello che è: un problema serio da risolvere e una grave deviazione dal nostro dettato costituzionale.
Come sempre dopo le sbornie c’è il momento della nausea e delle conseguenze negative. Adesso c’è da rientrare nel seminato e non è questione di partiti, di pubblico e di privato, sappiamo bene quali sono i vantaggi e gli svantaggi se andiamo troppo da una parte o dall’altra, come un’auto che sbatte una volta nel aracarro di destra e l’altra in quello di sinistra.
Quando è stata scritta la nostra Costituzione il problema fu affrontato con lungimiranza, ne nacque una sintesi equilibrata per quel che era possibile e che deve essere presa a modello.
I privati tenderanno sempre e legittimamente al profitto, la politica, se ancora c’è, deve gestire il
patrimonio pubblico (e non liquidarlo com’è stato fatto) per compensare gli eccessi del privato e mettere in campo una legislazione che dia tutte le garanzie giuridiche e di fatto alle piccole e medie aziende evitando di soffocarle con la burocrazie e fiscalmente, purchè non svolgano la propria attività in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
I tagli alle corse dei traghetti stanno recando seri danni alla fondamenta libertà di circolazione delle cose e delle persone, ne prendano nota i cosiddetti “liberali” se ancora ce n’è; nonché un grave pregiudizio al diritto alla salute e al lavoro, ne prendano nota i partiti “socialdemocratici” se ancora ce ne sono.
E ricordiamo se ce ne fosse bisogno che l’Ente pubblico può sempre riservarsi o trasferire “mediante espropriazione e salvo indennizzo” imprese che si riferiscono a servizi pubblici essenziali (art. 43).
Libera Scelta Elba

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