L’intervento, “Primum vivere deinde philosophari”

di Manuel Omar Triscari

Traghetto Blunavy

A differenza degli autoctoni, non mi dispiace vivere nell’Elba. Più precisamente mi diverte. Anzi mi diverte molto. Essendo lievemente masochista l’isola mi trasmette una blanda e pigra, in fondo innocua, euforia che si esprime in lastime e gemiti e geremiadi e deprecazioni che hanno del voluttuoso. Essere elbano significa vivere una condizione improbabile, qualcosa che somiglia una buffonesca seduta spiritica in cui i fantasmi sono fantasime inautentiche e false, gli spettri non sono veri spettri ma ombre mascherate e gli spiriti solo incubi ammantati di realtà. Qui il gusto burlesco e beffardo degli antichi novellieri toscani, che altrove aleggia vagamente, non si é perduto e trova il suo abitàcolo naturale; qui il Boccaccio e il Sacchetti si alleano al Machiavelli a non annoiare gli elettori; qui solo succede. Il mio compiacimento é certamente corroborato dal fatto che non sono elbano per nascita né per estrazione vivendo nell’isola da poco più di un anno: ciò mi permette di godere con distacco e voyeuristico piacere le burle locali. Ma capisco che per i cittadini elbani é ben altra faccenda che merita la massima serietà: bando dunque alle divagazioni retoriche e passiamo ai fatti.
Tutto inizia la notte del 31 Ottobre 2024, quando i posti riservati alle autovetture sull’ultima nave delle 22,20 da Piombino all’Elba si esauriscono: scoppia il caos e il panico, un caos panico e un panico caotico, si registrano momenti di forte tensione e persino un inizio di lite all’imbarco della nave. Me li vedo i controllori, scossi da profondi trémiti di autentico terrore, a trascegliere, dopo resse e battibecchi squisitamente italici, con il metodo della paglia-più-corta coloro che, baciati dalla fortuna e dopo aver tanto combattuto, con ricevute di pagamento sporche di sangue e pezzetti di unghie altrui ancora attaccate ai propri titoli di viaggio, hanno il diritto di accedere al paradiso. Un paradiso che ad altri é negato: i fatti documentati dai video che circolano in internet parlano chiari e ci dicono di circa 30 auto rimaste a terra. Molti utenti si trovano così costretti a lasciare il proprio mezzo oltre il canale per imbarcarsi a piedi. I testimoni hanno anche lamentato l’impossibilità per i residenti di effettuare la prenotazione telematica, altri dicono che, dato il ponte di fine settimana (dal 31 Ottobre al 3 di Novembre), si sarebbe potuta istituire qualche corsa in più. Permangono i disagi e le difficoltà per raggiungere l’isola, che anzi sono in aumento rispetto al passato. Dall’8 Novembre sono inoltre state eliminate anche la nave delle 6,30 da Portoferraio e quella delle 20,30 da Piombino: dall’8 Novembre l’Elba é di fatto ritornata indietro di 40 anni. Una situazione sempre più insostenibile e intollerabile.
Il tema dei collegamenti delle isole da e per la terraferma è sempre stato uno dei problemi più importanti, non solo perché gli isolani hanno diritto a vedere garantita la mobilità come i cittadini della terraferma, ma questo diritto al servizio lo hanno anche i cittadini tutti che devono avere garanzie alla continuità territoriale. L’errore che diede vita a questa situazione ormai giunta al limite dell’assurdo fu commesso dall’allora ministro per le infrastrutture e i trasporti Altero Matteoli che sotto il governo Berlusconi smantellò la flotta navale pubblica iniziando dal trasporto di persone e merci con le isole minori: il 3 novembre 2009 avvenne il passaggio alle regioni delle società di navigazione Caremar, Saremar e Toremar (seguite poco dopo da Siremar) le quali fin dalla nascita erano controllate dallo Stato tramite Tirrenia Spa; le quattro regioni a cui le società afferivano (rispettivamente Campania, Sardegna, Toscana e Sicilia) si trovarono così dotate di piccole flotte che non furono in grado di gestire e finirono per essere privatizzate o condotte al fallimento. Poi il 22 giugno 2010 seguì la privatizzazione di Tirrenia, e fu messa la pietra tombale sulla flotta pubblica.
Facciamo un salto temporale in avanti e veniamo ad anni più recenti. Il 30 Marzo del 2021 i membri dell’Osservatorio per la continuità territoriale dell’Arcipelago Toscano i sono riuniti in videoconferenza per discutere dei gravi disservizi nel collegamento marittimo tra l’Elba e la terraferma. Nel verbale della riunione “Viene prospettata l’esigenza di incrementare l’offerta di trasporto da/per il Giglio dalle 3 attuali alle 4 corse giornaliere. Attualmente la 4 corsa suppletiva viene effettuata da privato che non offre garanzie di stabilità e continuità. – Interviene Bessi (Sindaco di Capraia) segnalando che su Capraia i tempi di percorrenza sono passati da 2h15’ a 2h30’/2h45’. Con questi tempi di percorrenza (dovuti all’impiego di navi come la Liburna) non é possibile prevedere un piano corse maggiore. Su Capraia, per ridurre i tempi di percorrenza si potrebbe anche pensare di sostituire la nave Liburna ormai vecchia di 30 anni. – Interviene Falcone, FNP CISL, il quale segnala il problema per i residenti che vanno sul continente per visite presso strutture sanitarie che al ritorno non trovano posto a bordo delle navi dovendo quindi attendere al porto. – Falcone propone che siano riservati alcuni posti per i residenti. Falcone segnala anche il problema dei tempi di traversata che sono aumentati. L’aumento dei tempi di percorrenza determina anche criticità sull’interscambio modale. A Piombino porto per cambio nave-treno prima si avevano a disposizione 20’ mentre adesso siamo a 5’, tempi troppo stretti soprattutto per determinate categorie di utenza. In generale è necessario porre più attenzione al coordinamento orari gomma/ferro/nave. – Solforetti propone i seguenti interventi: tutela dei rientri per i residenti sull’Isola; tariffazione agevolata in base all’ISEE; bigliettazione online effettiva (senza dover passare dalla biglietteria prima di salire a bordo). – Buffoni interviene per evidenziare che al momento l’introduzione di qualsiasi agevolazione tariffaria comporta il riconoscimento (in base al contratto di servizio) di una compensazione al gestore ma che nel nuovo bando, in analogia a quanto già avviene per il TPL, sarà inserita una agevolazione tariffaria su base ISEE. Per quanto riguarda la bigliettazione “totalmente” on line, questa comporta un adeguamento non banale difficilmente realizzabile a fine contratto. – Visto l’intervento di Anselmi su biglietto unico treno-nave, Buffoni comunica che è in previsione una sperimentazione di vendita del titolo di viaggio per Portoferraio sul portale di Trenitalia. Se la sperimentazione dovesse andare bene, l’esperienza sarà allargata alle altre isole dell’arcipelago e al TPL sull’Isola Elba. Buffoni aggiunge anche che potrebbe anche essere percorsa la scelta di un unico titolo “urbano” per spostarsi all’interno dell’isola. Buffoni ricorda che il prossimo affidamento avrà una durata di 10-12 anni. – Allori, Sindaco di Marciana Marina, interviene e sottolinea l’importanza di avere in esercizio sull’isola mezzi di trasporto pubblico più adeguati.” (Verbale riunione dell’Osservatorio sulla Continuità Territoriale dell’Arcipelago Toscano del 30/11/2021). Nonostante l’assemblea si sia chiusa con una dichiarazione di impegno articolata in quattro punti a (1) saggiare la possibilità di riservare dei posti ai residenti che si spostano per motivi di salute, (2) verificare la possibilità di effettuare le prenotazioni telematicamente e senza dover passare dalla biglietteria, (3) attivare una tariffazione agevolata in base all’ISEE e (3) istituire il biglietto unico integrato nulla di tutto ciò é mai stato attuato.
Nel Maggio del 2022 una lettera all’allora presidente del Consiglio Mario Draghi da parte dell’Ancim (Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori) con l’invito ad affrontare in maniera seria e definitiva il tema dei trasporti marittimi nelle isole minori non sortì alcun effetto. Si legge in particolare nella lettera che le piccole isole assistono a un costante “aumento tariffario ed un costo del carburante di 40 centesimi superiore a quello della terraferma. Tutto questo non aiuta ad uscire dalla crisi economica ingenerata dalla pandemia, ma sarebbe un aggravio di essa. É vero che, a causa della guerra in Ucraina, i rifornimenti energetici stanno creando problemi ed aumenti, ma questi dovrebbero fare salvi i trasporti nelle isole minori, perché il loro costo costituisce già un fattore di disparità di trattamento nel trasporto delle persone, dei rifornimenti e del costo del carburante. La crisi attuale non può essere un fattore di ulteriore discriminazione e disparità.” (Trasporti marittimi, l’ANCIM scrive a Mario Draghi).
Nonostante l’1 Marzo 2024 il Presidente Eugenio Giani recitava: “Ogni territorio è prezioso. Credo fermamente nello sviluppo di tutta la Toscana e per questo investiamo nella crescita di ciascuna comunità, isole comprese. La partecipazione attiva delle aziende alla nostra indagine di mercato è testimonianza della qualità del nostro impegno per la continuità territoriale. Grazie al confronto con cittadini e territori, stiamo migliorando la mobilità nel nostro Arcipelago con due linee aggiuntive e il 15% di miglia nautiche in più. E ora di nuovo a lavoro per varare al più presto il bando che porterà alla nuova aggiudicazione.” e nonostante in Agosto si ventilasse l’ipotesi “di un possibile inserimento di altri armatori interessati alle linee con contributi, sia alla linea dell’Elba.” già in Settembre (Nicola Porro, “Acque tempestose per collegare l’Isola d’Elba”, 7/8/2024), la situazione non ha fatto che aggravarsi, come si sono esasperati gli animi ormai esacerbati dei residenti costretti da una politica miope a fare quotidianamente i conti con continui disservizi e prolungate carenze nei servizi pubblici, precipitando nei fatti sopra esposti del 31 Ottobre 2024, punto di non ritorno che speriamo sia giro di boa nella scellerata gestione del trasporti marittimi dell’arcipelago toscano.
Benché inoltre in una nota del Comune di Portoferraio del 5 Novembre 2024 si legga che i sette sindaci dell’Elba, preoccupati per le gravissime mancanze nella gestione dei trasporti marittimi, “invitati dal primo cittadino di Portoferraio Tiziano Nocentini, hanno concordato sulla necessità di avviare una decisa azione di contrasto a questa situazione, e di avviare un confronto con la proprietà di Moby, Toremar e Blu Navy, coinvolgendo la Regione Toscana e l’Autorità di Sistema Portuale” ad oggi nulla accenna a cambiare: annullate a ripetizione le corse della Moby mentre i vettori Toremar viaggiano stracarichi, il trasporto via mare nell’arcipelago toscano perde pezzi, il diritto alla mobilità dei cittadini sulle rotte del canale diventa sempre più precario e incerto e le prospettive nel breve e medio periodo non paiono certo più rosee. A dire il vero, é previsto un nuovo bando unico, ma le procedure di avviamento di esso sono ancora in alto mare e se il processo non sarà tempestivo potrebbe essere necessaria un’ulteriore proroga, forse fino al 2026; tuttavia, le difficoltà economiche e l’incertezza sul futuro del servizio marittimo potrebbero scoraggiare le compagnie di navigazione dal partecipare alla gara, in particolare Toremar, che in precedenza aveva espresso riluttanza. E se il bando dovesse andare deserto, la situazione per i residenti elbani rischierebbe di peggiorare, specialmente in inverno. Per tale motivo sembra infatti che la Regione Toscana stia già ponderando l’ipotesi di prorogare di un anno il servizio di Toremar in modo da consentire l’avvio della nuova gestione della continuità territoriale a partire da Gennaio 2026. Tuttavia, circolano voci che, a partire dal prossimo Gennaio (2025), Toremar potrebbe vendere la nave Rio Marina Bella, riducendo così la propria flotta a sei traghetti e un catamarano, con il conseguente abbassamento dei servizi e la perdita di posti di lavoro. Nel frattempo, la Moby ha già venduto le navi Moby Baby Two, Moby Ale e Moby Vincent. Inoltre, secondo indiscrezioni non confermate, pare che anche la Corsica Sardinia Ferries stia valutando la vendita del mezzo veloce Corsica Express Three utilizzato fino ad ora per la tratta Piombino-Portoferraio-Bastia durante la stagione estiva.
E veniamo ai giorni nostri. Dopo il piccato intervento dei sette sindaci elbani, seguito dalle forti prese di posizione dell’ex presidente del parco minerario Lorenzo Marchetti, del presidente della Faita Michele Tallinucci, della Fondazione Exodus Elba, dell’Associazione Dialogo e di Assocom Elba, giungono oggi 10 Novembre 2024 le dure dichiarazioni del sindaco di Rio Marco Corsini e di Alessandro Lupi responsabile della sezione elbana dell’associazione La Racchetta Odv.
Queste le parole di Marco Corsini sull’intera faccenda: “Il problema dei trasporti marittimi dell’Elba coincide non casualmente con il clima di grande incertezza che da troppo tempo ormai aleggia sulla fine del contratto di concessione del servizio pubblico di trasporto marittimo di passeggeri, veicoli e merci nell’Arcipelago Toscano e sulla procedura di affidamento in concessione del servizio pubblico di trasporto marittimo e continuità territoriale dei prossimi dodici anni. /
“All’epoca, l’ipotesi prospettata dalla Regione Toscana di una gara d’appalto per l’affidamento della concessione per la continuità territoriale e il trasporto marittimo configurata sul cosiddetto “spezzatino” che divideva il servizio per le isole e il relativo percorso navale in almeno tre tratte (a detta dei sostenitori della proposta calibrate per le specificità dell’isola di destinazione) per ciascuna delle quali si ventilava una gara d’appalto diversa, ha suscitato grande perplessità nei sindacati dei marittimi destando non poca preoccupazione anche tra gli abitanti dell’Arcipelago e un fortissimo senso di disorientamento nelle amministrazioni locali in ragione della diversa redditività delle tratte: l’impostazione a spezzatino avrebbe infatti creato una vera e propria discriminazione tra la tratta Piombino-Portoferraio, dotata di una chiara valenza economica e per questo stesso evidentemente più appetibile di altre e appetibile in termini assoluti, e le altre linee di collegamento forse meno remunerative; le gare per queste ultime correrebbero il rischio di andare deserte a tutto danno dei residenti (e c’era addirittura chi paventava l’interruzione dei servizi). Questo modello (forse, ma non siamo ad oggi ancora sicuri, superato) ha sin qui palesato le numerose incertezze regionali (fondate anche su un malinteso parere dell’ART – Autorità per la Regolazione dei Trasporti) e ha generato l’attuale poca chiarezza. /
“Io non posso non dichiararmi contrario a una differenziazione delle tratte navali poiché in tal modo quelle reputate ‘povere’ e non o poco remunerative dal mondo economico ne soffrirebbero. E, con la poca competenza che ho non posso credere che non possa essere confezionata una gara che superi questa impostazione. Certo é che l’esercizio di un servizio pubblico deve anche avere un proprio equilibrio economico altrimenti non ha senso privatizzare il servizio pubblico, e questo equilibrio deve essere assicurato dal contributo pubblico. /
“Questo clima di grande indeterminatezza non è di oggi: già nel 2021 le dichiarazioni di Vincenzo Onorato [presidente della società per azioni “Onorato Armatori” che include Moby, Compagnia Italiana di Navigazione (ex Tirrenia) e Toremar], circa l’avvenuta messa in vendita alcune navi e la non intenzione di partecipare alla nuova gara, unite alle non rosee vicende imprenditoriali del gruppo avevano contribuito ad alimentare il clima di generale disorientamento sul futuro dei collegamenti navali dell’arcipelago toscano. /
“Penso che se la Regione avesse cominciato fin da allora a chiarire il tipo di procedura al quale avrebbe voluto orientare il bando di gara per la concessione e soprattutto esplicitare quali contenuti del servizio pubblico marittimo da ammette a gara d’appalto ritenesse più urgenti non ci saremmo ritrovati in questa situazione. /
“La gestione dell’operazione ha lasciato molto a desiderare. È ovvio che a prima cosa che gli imprenditori vogliono è la sicurezza: al di là del partito che governa, la sola cosa che imposta al mercato è la certezza, sulla cui base si possono avviare la programmazione e gli investimenti; al contrario, senza garanzie i primi a defilarsi sono proprio gli imprenditori privati. E per questo che imputo alla mancanza di chiarezza da parte della Regione circa i termini di indizione del bando di gara per la nuova concessione la responsabilità del presente. /
“Parlo da un osservatorio credibile. Da isolano, in quanto sindaco dell’isola, e da non isolano, in quanto residente in Roma, sono da sempre stato testimone delle numerose criticità del servizio di trasporto pubblico marittimo: insufficiente integrazione delle varie modalità di trasporto su gomma, ferro e acqua; scarso coordinamento degli orari (che salta del tutto in caso di ritardi e mancanza di puntualità); interruzione delle corse al primo stormire del vento: problema, quest’ultimo, da risolvere immediatamente perché é inconcepibile e oltremodo inammissibile che la decisione sulla partenza delle navi sia nel più pieno e arbitrio e totale potere del comandante della nave e sia rimesso alla sua insindacabile discrezione poiché ciò finisce per impedire un servizio essenziale. Quello che è certamente sin qui mancato, e su questo tutti noi sindaci siamo d’accordo, è un controllo serio, efficiente e soprattutto indipendente che impedisca che, in condizioni metereologiche agitate ma nella norma, le navi, se poco piene, opportunisticamente non partano. /
“Il servizio ha insomma bisogno di essere fortemente riformato per essere migliorato. Devo dire, a onor del vero, che la Regione ha avviato un confronto con noi sindaci (e anche con tutte le categorie interessate) in vista del bando di gara per capire i contenuti irrinunciabili di un servizio che possibilmente migliorasse la situazione; e noi sindaci ci eravamo già fatti latori di queste istanze. Ma tutto è passato in secondo piano di fronte alle incertezze della gara. /
“E comunque, si andrà a gara fra almeno 2 anni se anche non 3 dalla scadenza della concessione, e dunque in regime di proroga, con gravi danni per gli elbani. Ed è questa l’incertezza che ad oggi domina. /
“La Regione si è dimostrata molto deludente nel trattare il problema. È vero che secondo il riparto di competenze sancito dalla Costituzione alla regione spetta regolare le reti di navigazione e i porti ma ciò deve avvenire in concorso con lo Stato, che deve dettare i principi fondamentali; e tra i principi da rispettare vi è la garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, qual è certamente la continuità territoriale e il diritto a spostarsi senza vincoli o limitazioni. Non mi stanco di ricordare che una recente modifica della Costituzione impone alla Repubblica di riconoscere la peculiarità delle isole e di promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità. Se la Regione non é in grado di risolvere l’annosa questione, auspico che lo Stato intervenga quanto prima a far valere questo impegno. /
“La preoccupazione attuale è dunque grande e fortissima. Ripeto, in conclusione, che non è ammissibile interrompere la continuità territoriale perché ciò non é costituzionale e per di più inciderebbe sullo sviluppo socio-economico di un territorio che ha già gravi problemi. Se si rarefanno ulteriormente le corse, si mina la libertà dei cittadini elbani di lavorare, curarsi (penso ai settori non coperti dalla sanità elbana), studiare e difendersi in tribunale. Non è concepibile che l’erogazione dei servizi essenziali destinati alla soddisfazione dei bisogni primarii della popolazione sia messa così pesantemente a rischio. /
“Durante l’assemblea di alcuni giorni fa, noi sindaci elbani abbiamo chiesto garanzie agli armatori e alla Regione. Vorremo sapere in modo chiaro e preciso che grado di affidabilità gli armatori abbiano e quali garanzie la Regione possa (e voglia) a propria volta fornire. /
“Primum vivere deinde philosophari: prima va assicurato il servizio in modo adeguato e rispondente ai bisogni, senza se e senza ma; poi torneremo a pensare a come migliorarlo con l’isola merita. E come l’isola è giusto che pretenda.”.
Dello stesso tono il commento di Alessandro Lupi: “La Racchetta odv, come sicuramente le altre associazioni operanti nell’Elba nell’ambito della protezione civile e antincendio boschivo, é seriamente preoccupata dal collasso del sistema dei trasporti marittimi dell’isola, che naviga in acque a dir poco tempestose che non accennano a placarsi. /
“Il trasporto marittimo è il primo veicolo di continuità territoriale e il più importante mezzo a garantire la possibilità per i cittadini dell’Elba di muoversi e sentirsi al pari di tutti gli altri cittadini toscani e la Regione deve spendersi a permettergli di essere tali. Per quanto riguarda le attività di protezione civile e antincendio boschivo è fondamentale che in futuro la Regione provveda ad agevolare il lavoro dei volontari garantendo, per esempio, la possibilità di traghettare in maniera gratuita quando si muovono in caso di eventi emergenziali o anche per attività formative. Ritengo, fra le varie problematiche che purtroppo ci sono che sia non piu sostenibile che i volontari delle associazioni di protezione civile e antincendio boschivo (La Racchetta, Misericordia e Anpas) si trovino a dover pagare i passaggi nave per poter traversare il canale di Piombino quando chiamati a svolgere il proprio lavoro a beneficio della comunità sia Locale che del resto del territorio nazionale in caso di eventi calamitosi. /
“I problemi sono molti ma scaturiscono in ultima istanza dalla stessa matrice: l’esigenza di muoversi per necessità (esercitare un diritto primario) e la difficoltà di farlo in piena libertà. L’occorrenza di spostarsi dall’isola e traversare il mare per raggiungere la terraferma é infatti spesso necessitata dall’urgenza di esercitare un diritto quale quello relativo alla tutela della propria salute per usufruire di prestazioni sanitarie non coperte dal sistema ospedaliero locale, il diritto al lavoro, alla giustizia e allo studio – attività quest’ultima essenziale e fondamentale per la costruzione di un cittadino attivo e informato che possa contribuire allo sviluppo del territorio – altro diritto sancito dalla Costituzione e spesso purtroppo disatteso a causa di questa ormai annosa problematica circa il trasporto marittimo. I problemi che ostacolano il libero esercizio di questi diritti sono: 1) l’esosità dei biglietti dei traghetti anche per i residenti, costretti a sborsare cifre ingenti che incidono pesantemente nel bilancio annuale del singolo come delle famiglie; 2) la maggiorazione del prezzo di ogni bene, anche di prima necessità (sull’isola tutto costa di più, dal carburante al cibo) provocata dall’alto costo dei trasporti da e per l’isola a fronte di una tassazione non agevolata; 3) la tassazione non agevolata che costringe gli abitanti dell’Elba a pagare le stesse tasse che nel resto del territorio nazionale a fronte di una maggiorazione nel prezzo dei beni; 4) la scarsezza delle corse dei traghetti che costringono gli elbani a terra per numerose ore durante il giorno e per tutta la notte dalle 20,30 in uscita e dalle 22,20 in ingresso fino al mattino; 5) il dispendio di tempo dovuto alla lentezza del trasporto frutto dell’obsolescenza dei mezzi di trasporto marittimo (con una dilatazione dei tempi di percorrenza in inverno fino a 80 minuti e oltre per la tratta Portoferraio-Piombino e 60 per la tratta Piombino-Rio). /
“Per queste ragioni crediamo che il passaggio marittimo debba essere gratuito per coloro che si muovono per ragioni di prima necessità; diversamente la tutela della salute, la giustizia, lo studio e il lavoro da diritti inalienabili della persona divengono beni di lusso (a cui sono attualmente di fatto equiparati) e che la Regione Toscana debba garantire il miglioramento delle condizioni e del tenore di vita attuali dei cittadini elbani sollevando i residenti che navigano per motivi di necessità dal pagamento del pedaggio. /
“Come volontari e come cittadini non possiamo non dire la nostra in quanto fortemente preoccupati. Invitiamo la Regione e le altre istituzioni a fare qualcosa di concreto, nell’immediato, per questo territorio in seria difficoltà. Se non risolviamo con modalità nuove i vecchi problemi del passato rimarremo sempre indietro e non potremmo guardare avanti per futuro davvero migliore, per noi e per coloro a cui lasceremo in eredità questo angolo di paradiso.”.

Insomma, una storia alquanto strana, intricata e contorta. Io non l’ho capita bene. In Italia le storie non si capiscono mai bene. Ma possiamo sempre ridere. Se non ci fosse da piangere.
É facile comprendere, con l’Ancim, che un servizio non adeguato costituisce un serio impedimento allo sviluppo economico. I trasporti per le isole sono una precondizione di sviluppo, come afferma la stessa Unione Europea, pertanto un servizio non adeguato non solo rappresenta un vincolo alla libera circolazione dei cittadini, ma costituisce un impedimento al loro sviluppo economico e, in definitiva, alla vita nell’isola. Il problema è sempre stato costante nelle isole, ma in alcune di esse spesso ha accentuazioni maggiori di altre. Esemplare il caso delle isole siciliane che, ciclicamente, si vedono ridurre il numero delle corse o si vedono assoggettate a modifiche di orari e percorsi e tariffe.
Spiegano Simone De Rosas e Massimo Scelza – rispettivamente segretario del Partito Democratico per la Val di Cornia e l’Elba segretario del Partito Democratino nell’Elba – in un recente articolo sull’attuale situazione dei traghetti per “Qui News Elba” come la riduzione del numero delle corse dei traghetti (23 lo scorso anno, ora solo 14) si traduca in un aggravio di difficoltà e in una situazione di inaccettabile isolamento prolungato. A questo punto, dicono De Rosas e Scelza, si rende quanto mai necessario e urgente una presa di coscienza da parte delle istituzioni e un impegno chiaro e deciso delle autorità a “mantenere il loro ruolo pubblico attraverso un bando unico per tutto il servizio di cabotaggio nell’arcipelago” affinchè non si ceda “all’idea, a dire il vero molto sponsorizzata, che siccome esiste un mercato allora le aziende private governano il nostro diritto a spostarci da e per l’isola”, e ciò “per due ordini di motivi che oggi sono di grande attualità: il primo è che i privati fanno legittimamente i loro interessi e in inverno tagliano tutto il tagliabile; il secondo è che noi usiamo la nave per tornare a casa, per curarci, per studiare”.
Ancora con l’Ancim, ribadiamo che il diritto alla mobilità e alla libera circolazione è garantito dalla Costituzione Italiana e dalla Unione Europea, che ha sempre affermato che le isole e la montagna, proprio per la loro peculiarità e per i fattori di svantaggio che esprimono, necessitano di norme particolari anche in deroga. I cittadini delle piccole e grandi isole italiane devono pertanto essere correttamente garantiti dallo Stato italiano nell’esercizio di questo fondamentale diritto.
In molti paesi dell’Unione Europea i traghetti, considerati come naturale prosecuzione di strade pubbliche, sono a costo zero per i residenti. Riteniamo quindi doveroso da parte del Governo tener conto prima di tutto delle necessarie garanzie obbligatorie per i cittadini residenti nelle isole. La continuità territoriale e tariffe assimilabili al sistema dei trasporti sulla terraferma devono essere i criteri ispiratori della definizione della nuova procedura di affidamento dei trasporti marittimi in concessione. Questo elemento diventa ancora più importante alla luce della crisi economica che ha investito l’economia e le famiglie. Abbiamo bisogno di servizi di trasporto marittimo alla stessa stregua di un servizio di trasporto pubblico locale. Per questo vanno garantite risorse in grado di mantenere, anzi migliorare, l’attuale livello di collegamenti.
Va garantita la quantità e la qualità del servizio. Le isole devono essere collegate per l’arco dell’intera giornata con un costo del biglietto per l’utenza realmente proporzionato al tempo di percorrenza. La qualità dei vettori deve essere adeguata alle norme di sicurezza europea e quindi deve far parte delle condizioni di un eventuale gara anche la modernizzazione dei mezzi utilizzati.
Deve essere garantita una reale concorrenza, che dia risultati positivi a favore dell’utenza, tra le compagnie vecchie e nuove che operano nelle varie tratte.
Ad oggi, tutto ciò é ben lungi dall’essere garantito.

Di Manuel Omar Triscari.

3 risposte a “L’intervento, “Primum vivere deinde philosophari”

  1. Massi74 Rispondi

    Privatizzare è giusto ma devi fare le cose per bene e creare una vera concorrenza. Se invece fai le cose in modo penoso creando un monopolio il discorso cambia. Il problema è tutto qui

    11 Novembre 2024 alle 18:28

  2. isolato Rispondi

    il lungo intervento serve a riepilogare, ma non sposta niente. La realtà è che siamo di fronte:
    – al fallimento di un armatore e della sua cultura imprenditoriale che si trova in una situazione di padrone non padrone visto il prestito sociale monstre che lo regge in piedi;
    – alla necessità di ripensare il modello di continuità territoriale, finanziare come adesso un armatore che deve garantire dei servizi o l’utente che scelgie quando partire e per lui una compagnia o l’altra sono indifferenti?
    – all’obbligo di distinguiere tra servizi di continuità in condizioni di mercato, seppure particolare come quello Piombino/Portoferraio e ritorno perchè d’inverno i numeri dei trasportati si prosciugano, e servizi che non sono mai in condizio ni di mercato come la linea di Capraia, quelal di Pianosa e quella del Giglio.
    – all’invecchiamento clamoroso della flotta tanto che gli armatori hanno provveduto in vario modo al rinnovo, ma sempre acquistando navi poco adatte prese ove i servizi avevano altre caratteristiche
    Forse sarebbe utile che lo stato mettesse qualche soldo in più non tanto per i servizi, ma per finanziarie il rinnovo flotta a chi si obbliga a svolgered eterminati servizi.
    infine c’è una riflessione da fare sull’atteggiamento degli elbani, in genere mai ad analizzare criticamente le situazioni, poi arrabbiati quando si trovano di fronte al fatto compiuto, vale per il cittadino in strada come per i politici che arrivano sempre dopo.

    11 Novembre 2024 alle 9:26

  3. Gino Rispondi

    Nel 1980 si arrivava a Piombino in 1 ora al massimo(se c’era un mare come i monti) a 44 anni di distanza ci vuole 1 ora e 20 min. (Colpa della deriva dei continenti….ovvio), si viaggiava SEMPRE, magari con ritardi, magari col panico ma si viaggiava, oggi se sputi in mare interrompono le corse. La privatizzazione darà servizi migliori e più efficienti(dicevano), bene…si vede, oggi siamo confinati sull’isola che non c’è…se parti non sai se rientri(ammesso che tu riesca a partire), le coincidenze sono ormai LEGGENDA, i costi assurdi e le navi tenute insieme da 1250 mani di vernice(però c’è Batman e le palline per i bimbi). Direi che il progresso e la privatizzazione ci hanno definitivamente migliorato la vita.

    10 Novembre 2024 alle 22:20

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