In merito all’intervento pubblicato il 4 novembre a firma del Sindaco Corsini di Rio, riceviamo e pubblichiamo una precisazione del tecnico progettista Luciano Fantoni, ecco il testo integrale:
Non avendo una specifica formazione giuridica, non intendo entrare nel merito delle argomentazioni del Sindaco/Giurista sull’opportunità di separare le responsabilità degli amministratori da quelle dei tecnici incaricati di attuarne le scelte programmatiche, anche se posso intuirne le motivazioni di fondo. Personalmente, mi sono sempre assunto le mie responsabilità.
Vorrei però fare una domanda a Corsini: ritiene soddisfacente l’assetto attuale del sistema spiaggia-approdo del Cavo? Se la risposta è positiva (sarei sorpreso se non lo fosse: sarebbe da chiedergli perché non lo fa modificare), gli segnalo (pare che non lo sappia) che la configurazione attuale della costa del Cavo è esattamente quella del mio progetto, approvato nel 1998 dalla giunta Antonini e da tutti gli enti preposti.
Il sequestro del cantiere a fine estate del 1999 bloccò i lavori, e impedì la realizzazione dell’opera fondamentale per la riuscita del progetto, sospesa inaspettatamente e incomprensibilmente dalla Capitaneria di Porto a maggio: il molo di sottoflutto, che avrebbe bloccato fuori del porticciolo – come sta bloccando tuttora – i sedimenti di spiaggia, trascinati verso il porto dalle correnti associate allo scirocco, e avrebbe da subito stabilizzato la spiaggia.
Se la configurazione attuale è corretta, allora il mio progetto era ed è corretto. Quella delle opere realizzate nel cantiere sciaguratamente sequestrato nel 1999, priva del fondamentale molo di sottoflutto, non corrispondeva né rappresentava il mio progetto.
La giunta subentrata all’Antonini mi convocò per chiedermi il consenso a completare il mio progetto, ossia a costruire il molo di sottoflutto, che io ovviamente accordai, e il molo fu subito realizzato Quale prova migliore che il progetto era corretto?
L’arrossamento dell’acqua ad ogni mareggiata per l’assenza del molo si è protratta per un tempo spropositato, a causa dell’insensato sequestro. Se non ci fosse stato, nell’ottobre del 1999 il molo sarebbe stato comunque realizzato, la spiaggia si sarebbe stabilizzata e i problemi sarebbero finiti nell’inverno successivo.
Questa è la verità fattuale, e il Sindaco/Giurista può verificarlo consultando gli archivi comunali.
Dell’importanza dei moli di sottoflutto per opere portuali che affiancano spiagge è piena la letteratura, e non ci vuole una grande competenza tecnica per comprenderne la ragione: un porto affacciato su una spiaggia e privo di sottoflutto è come una trappola, che cattura i sedimenti spinti dalle correnti al suo interno, senza che questi possano tornare indietro.
Situazioni di questo tipo si verificano anche all’Elba: a Marina di Campo ho progettato e diretto diversi ripascimenti e progettato e realizzato due pennelli trasversali contro la corrente responsabile dell’erosione, innescata dal porto. Il pennello realizzato nel 1999 (l’anno del Cavo!) è ancora in opera, in funzione di moletto di sottoflutto. Nel 2022 ho progettato e diretto il ripascimento della spiaggia di Magazzini, e la costruzione del molo di sottoflutto dell’approdo turistico (che ne era privo, e si riempiva continuamente di sedimenti provenienti dalla spiaggia, in perenne erosione), che finalmente ha stabilizzato il litorale. Sempre nel 2022 ho fatto un intervento simile per stabilizzare la spiaggia di San Giovanni: ripascimento più rinforzo del pennello trasversale verso il Circolo nautico.
Lo stesso avevo previsto per il Cavo, ma non mi è stato consentito di realizzarlo. Non da altri tecnici, si badi bene, ma da funzionari ministeriali e da magistrati. Non c’è proprio stato un errore tecnico, al Cavo (a parte la metodica dell’ARPAT per le analisi granulometriche, che per tutti i campioni di materiali di miniera aveva certificato l’assenza di quantità significative di fango).
Affermare perentoriamente e ripetutamente il contrario, buttando tutta la colpa sul tecnico incaricato, come fa il Sindaco/Giurista, non corrisponde alla verità, è fuorviante, e profondamente iniquo.
Luciano Fantoni