Il giudice della seconda sezione civile del tribunale di Livorno Susanna Zanda si è pronunciata lo scorso 11 ottobre sulla vicenda del ripascimento della spiaggia di Cavo, un caso che scosse il versante orientale dell’isola d’Elba nel 1999. Si tratta solo dell’ultimo capitolo di una vicenda giudiziaria che parte da lontano. Tra il 1997 e il 1999, un progetto mirato a contrastare l’erosione della spiaggia portò all’uso di materiali inadatti, che fecero assumere al mare una colorazione rossastra. Nel corso degli anni furono emessi tredici avvisi di garanzia , ma alla fine solo quattro persone sono rimaste coinvolte nel processo: fra queste, l’ex sindaco di Rio Marina Roberto Antonini, l’ex vicesindaco e l’assessore ai lavori pubblici dell’epoca e il tecnico progettista Luciano Fantoni. Condannati ora a risarcire oltre cinque milioni di euro per danni ambientali. Si tratta dell’ultimo passaggio di un iter giudiziario durato un quarto di secolo, che ha visto vari gradi di giudizio e rinvii. Dopo la recente sentenza di primo grado del tribunale civile di Livorno, che ha fissato in cinque milioni e 592mila euro la cifra da risarcire al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per il danno ambientale arrecato, da corrispondere in solido tra gli imputati, i legali dei quattro hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in Appello, lasciando la vicenda ancora aperta.
Ripascimento della spiaggia di Cavo, sindaco condannato
La sentenza dopo 25 anni. Chiesto risarcimento per oltre 5 milioni. Il ricorso in appello
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Lucia brogi
Le spiagge di quel fronte di mare sono tutte di quel materiale perché di natura mineraria ,i materiali usati sono endemici del territorio e hanno permesso la fruizione,del litorale di Cavo con grosso incremento turistico.
4 Novembre 2024 alle 7:50