Ma quale bestia feroce quella spiaggiata? E’ un delfino

di Valeria Paoletti*

Dalla dottoressa Valeria Paoletti dell’ Presidente  Elbamare, riceviamo e pubblichiamo la precisazione in merito  all’articolo pubblicato a firma Manuel Omar Triscari dal titolo “Misteriosa carcassa sulla spiaggia di Cala Seregola”

Apprendiamo dalla stampa locale del rinvenimento della carcassa di “una bestia feroce” nei pressi della spiaggia di Cala  Seregola nel comune di Rio. Nell’articolo pubblicato si fanno tante ipotesi fantasiose da far invidia a Spielberg! Come presidente dell’associazione Elbamare non posso esimermi dal fare alcune precisazioni, in quanto la disinformazione e le fake news, che troppo spesso vengono diffuse, non giovano all’ambiente marino e tanto meno alla nostra isola. Intanto la carcassa in questione non è niente di misterioso e tantomeno di una belva marina, ma si tratta semplicemente di un cetaceo spiaggiatosi già un mese fa e si tratta dei resti di una stenella striata (“Stenella coeruleoalba”), cioè un delfino che vive comunemente nelle nostre acque e che spesso lo si può incontrare in navigazione. Nel caso in questione poi volontari della nostra associazione, come in tanti altri casi di spiaggiamenti all’Elba, su segnalazione della Polizia Municipale e della Capitaneria di Porto di Rio sono prontamente intervenuti il 5 ottobre scorso per le verifiche del caso. In stretto contatto con la Dottoressa Mancusi del dipartimento di ARPAT Livorno, durante il sopralluogo, hanno solo potuto effettuare pochi rilievi, in quanto l’animale di circa 2 metri di lunghezza era già in avanzato stato di decomposizione e probabilmente non è stato possibile provvedere alla rimozione della carcassa a causa dell’inaccessibilità del luogo ai mezzi meccanici. Purtroppo troppo spesso la fantasia supera di gran lunga la realtà, dando origine a leggende che animano le noiose giornate invernali degli elbani. Per correttezza quando si fanno rinvenimenti di carcasse animali lungo le coste, basterebbe seguire la prassi per gli spiaggiamenti, che è quella di contattare la Capitaneria di Porto più vicina, oppure il 1530. Sicuramente le autorità suddette avrebbero informato il fantasioso autore dell’articolo sulla vera identità della “bestia marina” in modo corretto e avrebbe potuto evitare di fare disinformazione, anche se il suo comunicato è un ottimo spunto per un libro di fantascienza! Il nostro mare è popolato da tantissime creature meravigliose e talvolta anche bizzarre. Anche se gli scienziati stimano che ci siano milioni di specie marine ancora sconosciute! Possiamo infine affermare con certezza che l’unica belva feroce che si può incontrare in natura è l’uomo!

Grazie per averci permesso di aver fatto un pò di luce sulla faccenda e per ribadire che se avvistate qualcosa di strano sulle coste o in mare, vivo o morto, chiamate sempre prima il 1530 … si attiverà la rete dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità e si occuperanno loro a risolvere il mistero!

*Dott.sa Valeria Paoletti
Presidente Associazione Elbamare

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