Intelligenza artificiale: il dilemma tra opportunità e paure

di Alberto Zei

Si è svolta stamattina presso il Circolo Culturale Delauger di Portoferraio una conferenza sull’innovazione dell’intelligenza artificiale (AI) al servizio della competitività delle imprese turistiche e del diporto. L’evento, promosso nell’ambito della Regione Toscana, ha visto la partecipazione del Sindaco Tiziano Nocentini, di Franca Rosso, Presidente di AssocomElba, e di Nedo Bertini, rappresentante della Piccola Industria Toscana, insieme ad altri dirigenti d’azienda. Numerosi professionisti del settore hanno contribuito con interventi mirati a esplorare il potenziale dell’AI e le sue ricadute sulle dinamiche socio-economiche locali e nazionali.

L’Innovazione e i conflitti del progresso

Dopo l’intervento di apertura del sindaco Nocentini, che ha accolto calorosamente i presenti esprimendo compiacimento per l’iniziativa e le sue prospettive future, la conferenza ha preso il via con una prima parte dedicata a un’analisi approfondita degli eventi storici legati all’innovazione. Si è discusso di come l’introduzione di nuove tecnologie abbia spesso portato non solo a progressi significativi, ma anche a disagi rilevanti all’interno del tessuto sociale, generando conflitti ideologici che hanno scosso la società.

Nella seconda parte, i relatori, illustri professionisti nei settori più coinvolti, si sono alternati nell’esposizione delle opportunità crescenti offerte dall’intelligenza artificiale. Hanno spiegato come essa possa migliorare la gestione delle risorse, ottimizzandone l’uso, e al contempo hanno sottolineato l’importanza di un approccio cauto, volto a preservare l’autonomia della creatività umana. L’attenzione a mantenere un equilibrio tra innovazione e valori morali è stata considerata cruciale, per evitare che decisioni prese da sistemi artificiali possano minare i principi etici che governano le scelte umane, sostituendo il giudizio con logiche spregiudicate.

La necessità di regole etiche

Uno dei temi centrali del convegno è stata la questione della privacy e del controllo umano sulle decisioni automatizzate. I conferenzieri hanno rassicurato il pubblico sottolineando come l’intelligenza artificiale, se regolamentata da linee guida etiche adeguate, possa essere uno strumento utile e non una minaccia. Il messaggio chiave è stato chiaro: l’AI non va temuta, ma educata e gestita. È stato ribadito che la tecnologia non è mai stata, né mai sarà, il problema in sé; sono piuttosto l’abuso e la mancanza di regolamentazione che possono trasformarla in un rischio.

L’importanza della moderazione

Nel dibattito non è mancata una riflessione sull’equilibrio tra innovazione e moderazione. Proprio come in altri settori, anche nell’ambito dell’intelligenza artificiale è la misura a fare la differenza. Un esempio emblematico riguarda la pubblicità mirata: ci siamo ormai abituati a vedere sul nostro smartphone la pubblicità esatta di ciò che abbiamo cercato la sera prima. Questo non è il risultato di magia, ma dell’ottimizzazione delle risorse e delle abitudini digitali da parte dell’AI. La moderazione però nell’uso di tali tecnologie è ciò che garantisce un’esperienza positiva, senza sconfinare nell’invasività.

Eccessi e paure: il vero nemico del progresso

Spesso è proprio il desiderio di mantenere una “vita tranquilla” equivocato  come giustificazione per opporsi all’  AI l’ eccesso di prudenza, il tentativo di fermare il mondo per evitare le possibili insicurezze del cambiamento. Certo, ci si potrebbe rifugiare in una nostalgia per “i tempi in cui Berta filava,” quando la vita sembrava più semplice e meno minacciata dalle innovazioni. Ma anche allora, non tutto era così idilliaco come si potrebbe pensare. Chi teme l’AI spesso desidera rifugiarsi in un’illusoria tranquillità, in un mondo che non evolve, ma come dimostra la storia, ogni tentativo di fermare il progresso è destinato a fallire.

Infatti, anche allora, quando Berta filava non tutto era così idilliaco come si potrebbe pensare. La favola che della “La Bella Addormentata”, parlava appunto di una giovane principessa che mentre filava la lana, veniva punta in un dito il dito dal fuso dell’arcolaio, cadendo in un sonno profondo per via di un incantesimo; metafora perfetta di come anche  ciò che è considerato sicuro o innocente può trasformarsi in una trappola se non è gestito con la dovuta attenzione; così una mentalità troppo conservatrice e timorosa verso l’intelligenza artificiale rischia di farci cadere in un sonno collettivo, bloccando il progresso e lasciandoci incapaci di rispondere alle nuove sfide.

L’equilibrio tra progresso e tradizione

In conclusione, la conferenza ha messo in luce come il vero pericolo non sia l’intelligenza artificiale in sé, ma piuttosto l’immobilismo e la paura del nuovo. Un eccesso di prudenza potrebbe rivelarsi altrettanto dannoso quanto il rischio stesso che si cerca di evitare. Come emerso dal dibattito, il progresso non deve essere fermato, ma accompagnato con misura, affinché i suoi benefici possano essere goduti da tutti, senza compromettere i valori umani fondamentali. Le divergenze emerse tra i relatori hanno arricchito un dialogo che, pur evidenziando i timori legittimi, ha confermato la necessità di affrontare il futuro con apertura e preparazione.

 

 

 

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