Alessi insiste: “Da Nocentini una caduta di stile”

di Danilo Alessi

Caro Tiziano, visto che hai deciso di instaurare con me un rapporto di amorevoli sensi, penso che ti potevi risparmiare quella impropria caduta di stile nell’attribuirmi non so quali disastri “nel periodo in cui ero sindaco a Rio”, una punta di veleno evidentemente suggerita da qualcuno vicino a te, visto che di Rio tu ne sai quanto io ne so della Papuasia, e che con ciò che ti ho scritto c’entra come il cavolo a merenda. Se comunque vuoi saperne qualcosa di più potresti fare un salto in quel paese e chiedere alle prime dieci perone che incontri cosa ne pensano della mia esperienza amministrativa, e già che ci sei chiedere loro anche un giudizio sul sindaco che mi ha succeduto, il primo e unico, in tutta la moderna  e nobile storia di Rio, ad aver consegnato il comune alla gestione di un commissario prefettizio. Poi al ritorno, se vuoi, ne parliamo.

In quanto al resto, la sostanza vera della mia precedente nota, dovresti meglio spiegare in cosa consistono le realizzazioni compiute dalla tua amministrazione “in soli quattro mesi”,  perché non pare che i cittadini se ne siano ancora resi conto, né risulta alcunché di rilevante dalle dichiarazioni affidate al tuo solerte addetto stampa.

Ciò che invece appare chiaro è che ancora una volta ti guardi bene dal rispondere, come  hai fatto in questi “quattro mesi”,  sull’inconcepibile rifiuto di fornire, nei tempi previsti per legge, gli atti richiesti con formali interrogazioni  da parte dei consiglieri di Bene Comune  per avere lumi sulla situazione finanziaria e sul bilancio comunale.  Su questo spero che ancora una volta non cambierai discorso evitando di assumerti  la responsabilità che compete al tuo ruolo – non solo quello del cerimoniale – rispetto ai diritti delle minoranze  e in nome della trasparenza  da te spesso invocata nei confronti della cittadinanza.

Anche sulla questione del conflitto di interessi, che non è, caro Tiziano, una mia fisima ma un problema di primaria importanza per un amministratore pubblico, butti di nuovo la palla in fallo, riproponendo la generica formula di “aver chiarito in campagna elettorale” quel che non è chiaro per nulla. Perché “aver lasciato gli incarichi”  non risolve il problema  del tuo rapporto societario con l’azienda, restando tu ancora unico e solo proprietario. Né, mi pare,  che tu abbia ad oggi resi pubblici gli atti della tua definitiva risoluzione con l’azienda. Nel caso che non te l’avessero ancora spiegato ti ricordo che “il conflitto di interessi reale (o attuale) è la situazione in cui un interesse secondario (finanziario o non finanziario) di una persona tende ad interferire con l’interesse primario (ossia il bene comune) verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità”, ed è esattamente la tua condizione.

Anch’io concludo, ricambiando il tuo saluto con affetto e comprensione, soprattutto per quest’ultima vista la situazione in cui, non so se per ambizione o per ingenuità, o per entrambe,  ti sei cacciato. Perché di comprensione, da qui in avanti,  credo che ne avrai bisogno davvero, se, come si dice, “piove di quel che tuona”.

Danilo Alessi

 

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