Accesso alla spiaggia delle Fornacelle ma non solo

Di Legambiente Arcipelago Toscano

La vicenda della strada di accesso alle Fornacelle, finita in una diatriba tra privati perché l’amministrazione pubblica non ha voluto e saputo intervenire, dimostra quanto siano ormai diventate urgenti le risposte da dare – è mai date – alle denunce e ai dossier di Legambiente Arcipelago Toscano sulla chiusura e privatizzazione degli accessi alla costa che nel Comune di Rio hanno alcuni degli esempi più eclatanti come Capodarco e il Direttore.

Il precipitare della intricata e pluridecennale vicenda delle Fornacelle è il frutto avvelenato di un abusivismo edilizio storico, della stratificazione dei condoni, di una politica scellerata del “non vedere” che ancora non molla la presa sulle spiagge e coste elbane.

Una situazione che conferma anche l’urgenza di un intervento della amministrazioni pubbliche che rimetta ordine nel caos della costa riese, partendo da due pilastri imprescindibili: garantire l’accesso alle spiagge e riportare l’utilizzo della costa, delle spiagge e degli accessi a una moderna visione di tutela e valorizzazione di un bene pubblico attraverso una gestione sostenibile e partecipata.

Legambiente Arcipelago Toscano torna a chiedere che si faccia il punto urgentemente con iniziative comuni – pubbliche e conferenza dei servizi tra gli enti e i privati coinvolti – su una situazione che va dipanata partendo dagli errori del passato, mettendo insieme torti e ragioni, uscendone con una gestione oculata e sostenibile di una risorsa pubblica che sta diventando sempre più importante per l’economia riese.

L’amministrazione comunale deve intervenire subito per mettere fine con autorevolezza e decisione a uno scontro tra privati e definire quale sia l’interesse pubblico e le modalità di utilizzo di un bene comune. Ogni Ente interessato deve assumersi le sue responsabilità in questa ottica, mentre l’impressione è che finora si sia proceduto per “competenze”, per compartimenti stagni – e i discutibili lavori di “messa in sicurezza” ne sono un esempio – senza una reale visione di insieme che metta al centro la tutela della natura e del paesaggio e il ripristino ecologico e paesaggistico/culturale di un territorio costiero fin troppo sfruttato e massacrato.

Lo torniamo a ripetere: dagli errori del passato bisogna uscirne guardando avanti, mettendo a un tavolo progettuale e programmatico Comune, Parco Nazionale, Parco Minerario, Demanio, privati, operatori turistici, associazioni, Capitaneria di Porto, forze politiche, per fare il punto sulla caotica situazione attuale e mettere ordine al disordine, con carte e impegni precedenti alla mano, piani urbanistici comunali e nuovo Piano del Parco, vicende amministrative e giudiziarie.

Solo mettendo al centro l’interesse pubblico e la gestione ambientalmente sostenibile di beni pubblici, si potrà costruire un futuro diverso per la costa riese e cavese, che garantisca i diritti e i doveri di fruitori, cittadini, proprietari, operatori turistici ed Enti gestori del territorio.

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