Bilancio di una stagione di cultura all’Open Air Museum

di Fondazione Italo Bolano

Open-Air-Museum-Italo-Bolano

Con il 30 settembre si è conclusa l’attività estiva della Fondazione Italo Bolano presso l’Open Air Museum omonimo, che quest’anno ha celebrato i suoi 60 anni dalla fondazione.
Il bilancio ancora una volta è decisamente positivo come espresso dalle centinaia di frequentatori degli spazi museali sia diurni che durante gli eventi serali.
40 eventi, tra conferenze d’arte e altri argomenti, performances, presentazioni di libri, cinema, 5 serate di poesia con la partecipazione di poeti elbani e non, presentazioni di volumi e poi un concerto di musica moderna, la proiezione di un corto molto speciale e, per il terzo anno consecutivo, gli eventi di Aquamour, l’associazione parigina che celebra la preziosità dell’acqua con l’arte. Una buona parte degli eventi sono stati realizzati grazie alla collaborazione dell’UTL, Università del Tempo Libero, alla cui Presidente, Donatella Maffoni in modo particolare, va il nostro ringraziamento.

Nel teatro del Museo, che il prossimo anno sarà ufficialmente dedicato a Mario Luzi, abbiamo ospitato per il secondo anno la Compagnia delle Tisane che ha messo in scena “L’eredità di Freud” di Stefania De Ruvo, per la regia di Fabio Punis, davanti ad un pubblico di 150 spettatori.
Con la performer Moira Lena Tassi abbiamo fatto partire l’iniziativa del “drappo per la Pace”, che ritornerà il prossimo anno con una manifestazione specifica per la Pace, arricchita di migliaia di firme; abbiamo ospitato l’emozionante e antica opera di Hokusai, la grande onda, presentata da Gabriele Bianconi; abbiamo partecipato alle iniziative regionali di Amico Museo e a quelle dei piccoli Musei, con visite guidate che hanno riscosso molto successo di pubblico.

E poi laboratori di ceramica, pittura, anche di teatro, di autoproduzione naturale e sul benessere fisico e spirituale.Nella Galleria abbiamo ospitato tre mostre, una dedicata ai disegni dei bimbi elbani partepanti all’annuale concorso della Banca dell’Elba; Laura Ballini, pittrice che tanto ha collaborato con il primo International Art Center e che con le sue delicate tele ha ricordato il giardino di Bolano nel trascorrere del tempo; il duo Simoncini.Tangi, esponenti dell’arte contemporanea, che hanno vissuto la loro esperienza creativa grazie all’aiuto finanziario di TCE e ci hanno lasciato un’opera nel “Garten” che rimarrà in dono al Museo accanto alla Poesia digitale di Paolo Gambi, dedicata a Italo, e alle sculture-installazioni di Mimmo Roselli che sovrastano e abbracciano il Museo dallo scorso anno.

Abbiamo accolto due giovani artisti “in residenza”, Irene Scartoni e Giacomo Donati grazie al nuovo bando di Toscanaincontemporanea24 vinto dalla Fondazione che presto presenteranno il risultato delle loro esperienze elbane allo spazio pratese dell’Open Studio.

In questo centro d’arte dove “artisti e pubblico possono incontrarsi, discutere e lavorare…” come recita la vecchia “placca” che ancora oggi si trova accanto alla Galleria e che è diventata la “Mission” della Fondazione che porta il tuo nome, abbiamo dato vita a emozioni forti, tra i monumenti illuminati o nei pomeriggi assolati.

 

Dopo aver riaffermato il Museo Bolano come un “contenitore multiforme” capace di offrire spazio alla cultura dell’arte, in ogni sua forma, è giunto il tempo della seconda fase, quella di dotarlo di una struttura il cui progetto è pronto da tempo, realizzato a tempo di record dall’arch. Giampiero Gabelli, approvato con plauso dalla Sovrintendenza per l’armoniosità delle forme che si inseriscono nel paesaggio, in linea con la poetica dell’Artista; il progetto, depositato da troppo tempo negli uffici comunali, attende di essere preso in considerazione. E’ un progetto ambizioso, dice qualcuno, ma è degno di un’Isola al centro del Mediterraneo che può offrire spunti di richiamo turistico e culturale non solo al resto d’Italia, ma dell’Europa tutta.

Un progetto, che merita di essere realizzato per offrire ai giovani che stanno nel nostro futuro nuove opportunità culturali e di elevazione professionale, una Casa della Cultura aperta tutto l’anno a chi vuole “fare cultura” per l’Isola, nata dall’amore di un suo figlio artista e sognatore che ha amato incondizionatamente questa “femmina misteriosa e cangiante” come soleva chiamare l’Elba, con il suo “meraviglioso volto di pirite verde”, un’Isola che incanta e affascina chi vi giunge e riesce a percepire il mistero della sua natura selvaggia e rigogliosa, abitata fin dai tempi più remoti. Un’isola che è parte potente della personalità di chi vi è nato.

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