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“Foresta Blu”, praterie di Posidonia all’Elba nel 2025

Presentata a Cavo l'iniziativa di Coop con Comune di Rio e Parco Nazionale

Riforestare 100 metri quadrati di posidonia dopo un attento monitoraggio. Sarà questo l’obiettivo del passaggio conclusivo di Foresta Blu, la campagna di Coop per il monitoraggio, il ripristino e la protezione di tratti di praterie di Posidonia oceanica, che sarà  all’Isola d’Elba nel 2025. Un’attività realizzata nei pressi del Parco dell’Arcipelago Toscano; non a caso la tappa a Cavo di giovedì 19 settembre  ha visto la presenza del Presidente dell’Ente Parco Giampiero Sammuri, a fianco delle istituzioni locali capitanate da Marco Corsini, sindaco del comune di Rio.  A supportare l’attività di Coop oltre al partner scientifico LifeGate, che in questa tappa mette a disposizione il biologo marino, sub professionista e divulgatore scientifico Emilio Mancuso Presidente di Verdeacqua, Stefano Acunto, Direttore ISSD. L’attività di Foresta Blu, si avvale infatti dell’innovativo protocollo di riforestazione ideato proprio da questa associazione. Una tecnica sostenibile che prevede l’installazione sul fondale di biostuoie costituite da reti di fibra di cocco per ripristinare porzioni di posidonieti degradati. Sopra a queste biostuoie vengono innestate talee di posidonia, recuperate tra quelle strappate dalle praterie naturali ad opera delle mareggiate o da attività antropiche, che verranno monitorate per i 24 mesi successivi per verificarne l’attecchimento. Sopra le praterie toscane sarà poi posizionato un campo boa in grado di garantire la protezione in superficie e scongiurare così ancoraggi troppo invasivi per il fondale marino.

Presenti all’Isola d’Elba anche due partecipanti al progetto Sea Explorers, costola di Foresta Blu dedicata alla community di attivisti under 35 di Coop. Pensato per avvicinare i giovani al turismo marittimo eco-sostenibile, stimolare una riflessione sull’importanza dei mari ed in particolare del Mar Mediterraneo, offrire la possibilità di conoscere da vicino gli ecosistemi subacquei e soprattutto avere l’occasione di immergersi per osservare da vicino e finanche ripristinare una piccola parte della flora dei fondali italiani.

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