Porto Azzurro, Il video e l'intervista

“Il divieto di abbruciamento mette in crisi la mia azienda”

L'appello di uno storico agricoltore che chiede una revisione delle regole del Parco

L’agriturismo Rebua è un’azienda agricola a conduzione familiare, si trova a Porto Azzurro, all’interno del territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Una storica azienda che risale al 1700, una tradizione che si tramanda da generazioni. Con l’istituzione dell’Ente Parco nel 1996 sono state emanate delle normative e una fra queste vieta gli abbruciamenti di sfalci e potature che nell’azienda vengono prodotti in grande quantità non nel peso ma nei volumi. Questo costringe i titolari a portare il materiale in discarica e quindi sostenere costi importanti sia per il trasporto e sia per l’acquisto di materiali utili alla produzione. “Noi facciamo agricoltura biologica – racconta Stefano Rebua. titolare dell’azienda – non usiamo prodotti chimici, quando bruciamo creiamo un ammendante naturale che spargiamo nei terreni. Ma se ci viene vietato l’abbruciamento tutto questo viene meno. L’abbruciamento è essenziale, se dovessimo usare per esempio un micro trituratore, non faremmo altro che spargere tutte le muffe e parassiti all’interno dell’azienda”. Ma perché l’abbruciamento è vietato? Sembra perchè si potrebbe creare un danno alla flora tutelata del Parco.

“Io vorrei che i responsabili del Parco venissero in azienda per vedere che è tutto coltivato – continua Stefano Rebua – lascio anche un ettaro di terreno a rotazione per la sicurezza, ho pompe apposta, acqua a disposizione, il bosco è lontano circa 800 metri quindi non capisco quale flora io possa danneggiare. Non voglio fare abusi ma nello stesso tempo chiedo di non dovere spendere dei soldi inutilmente e continuare a potere coltivare nella maniera più sostenibile. Fino a qualche anno fa – continua ancora l’agricoltore – era tacitamente tollerata la pratica degli abbruciamenti, oggi se lo fai sei il peggior nemico della natura”.

Stefano Rebua ha avuto un incontro con i responsabili del Parco chiedendo delle delucidazioni in merito alla faccenda e ha cosi saputo che la legge quadro sulle aree protette stabilisce all’articolo 6 – comma 3 che: “Dall’istituzione della singola area protetta sino all’approvazione del relativo regolamento operano i divieti per eventuali deroghe di cui all’articolo 11 che stabilisce: nei Parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare sono vietati, i fuochi all’aperto”. Pertanto la sua richiesta, non essendoci sufficienti ragioni per andare in deroga ai divieti espliciti vigenti sull’ area in oggetto non poteva essere accettata. “Sono oggi 28 anni di Parco – dice Rebua – e ancora non è stato redatto un regolamento”. Poi continua: “Non capisco perché all’isola del Giglio che fa parte anch’essa del territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, le aziende agricole hanno avuto le deroghe, questo crea un effetto di concorrenza sleale in quanto io devo sopportare anche il costo di smaltimento e il costo dell’acquisto degli ammendanti”. L’azienda ha fatto ricorso al Tar, e sta attendendo la sentenza, intanto lancia un appello ai sindaci dell’Elba: “Cercate di far chiarire e risolvere questa situazione che mette in difficoltà non solo la mia azienda ma anche altre aziende agricole che si trovano nella nostra stessa situazione”.

16 risposte a ““Il divieto di abbruciamento mette in crisi la mia azienda”

  1. Marco Rispondi

    La Regione Piemonte ha reintrodotto la possibilità delľ abbruciamento delle potature della vite, dopo decenni forse ha capito che la flavescenza dorata era nata da quelle proibizione.
    Gli studi e le fantasie a impatto “0” sono ancora tutti da dimostrare nei loro aspetti specialmente a lungo termine.
    È poi cosa diciamo delle immissioni in atmosfera dei diesel usati per trinciare le
    potature, senz’altro peggiori
    dei fumi della combustione
    dalle cui ceneri ne deriva fertilizzante e badate bene; la cenere disinfetta il terreno…

    25 Settembre 2024 alle 8:35

  2. Salvatore Colantuono Rispondi

    Il fuoco è l unico disinfettante sicuro l ossido di carbonio derivante dal legno, disperso nell aria è utile e non nocivo. Le ceneri del legno puro contiene sostanze utili per il suolo e per le vegetazioni future addirittura aiuta a modificare la struttura del terreno. L unica raccomandazione è quella che dev’essere guidato.

    24 Settembre 2024 alle 13:38

  3. Luigi Calzuolo Rispondi

    Buongiorno sono Luigi calzuolo e mi occupo di nuove tecniche di coltivazione a residuo 0
    Lei sostiene che non fa uso di fitofarmaci,allora bruciare e un errore se lei gli scarti li fresa crea ammendanti naturali prolifera e rinforza la microflora batterica .
    La cenere e potassio naturale ,e sono d’accordo ma crea emissione in atmosfera che e patrimonio di tutti.
    Per tale ragioni lei deve fare il proprio Nobile lavoro senza recare danni altrui.
    Fresare o pellettare gli scarti sani è oro

    22 Settembre 2024 alle 7:32

    • Michele Rispondi

      Lei ha ragione sul valore ammendante, ma non considera almeno 2 aspetti fondamentali, in particolare in metodo biologico:
      1. La lotta alle erbe indesiderate, soprattutto quelle molto resistenti alle normali coltivazioni;
      2. La lotta alle malattie, specialmente fungine, sia nelle coltivazioni erbacee ma soprattutto arboree.
      In questi casi l’abbruciatura è l’operazione con minore impatto.

      23 Settembre 2024 alle 7:42

  4. Massimo Rispondi

    Si sa che noi agricoltori non contiamo nulla. Abbiamo lasciato nelle mani dei cosidetti VERDI l ambiente e i risultati si vedono anche in questi giorni. Piove e i fiumi rscono e la colpa è dell acqua non di chi ha proibito la pulizia dei fondi dei fiumi. Se gente come i Verdi hanno il potere di fare leggi e non conoscono niente di come si lavora in natura la colpa è nostra che li mandiamo anche a Roma e a Brussel. Mandiamoli tutti a cagare e disubbidiamo. Il primo verde che arriva burriamolo nel fiume che esonda e poi che nuoti se ne è capace. Noi siamo stanchi di nuotare in leggi assurde emanate da ignoranti con la patente.

    21 Settembre 2024 alle 14:47

  5. Nino Petrolo Rispondi

    Salve, faccio solo un riassunto di tutto quello che è stato scritto è ok,,, aggiungo purtroppo siamo in Italia dove si pensa solo a fare soldi con le cose sporche, non ha dare una mano a chi lavora nel giusto e crea benessere e benefici all’ ambiente devodire chi fa le leggi non capisce a volte quello che scrive , ad esempio se hai la precedenza ti devi fermare chi ha lo stop passa,, grazie

    20 Settembre 2024 alle 18:22

  6. Valentina frizzon Rispondi

    Non c’è altra strada… Disobbedire.

    se fumi sotto il carrello vietato fumare ti multano
    Se 10 fumano sotto il cartello vietato fumare ti chiedono di spostarti
    Se 100 fumano sotto il cartello vietato fumare, spostano il cartello.
    Cit.

    20 Settembre 2024 alle 14:03

  7. MAURIZIO PIACENTINI Rispondi

    Non solo, per un ipotetico danno da PM01 o simile, comprensibile in agglomerati urbani concentrati, non puoi usare l’unico combustibile ecologico, il legno, magari bruciando e riscaldandoti con legni malati e raccolti pulendo la macchia, no devi generare CO2 e altro coi mezzi diesel per portare stralci e altro lontano, oppure lo trituri creando ambiente adatto al proliferare di insetti dannosi, e alimentando la CO2 distrutta dalla generazione spontanea di metano fatta dal materiale biotriturato, e tutto quello che avete detto, ma è valsa la pena farli studiare sti cervellini ? È valsa la pena perdere il controllo del territorio per creare un Parco di nome ma non di fatto ? Tutti i divieti alla vita agricola precedente millenaria, hanno avuto effetti benefici ? I sentieri del parco su sarebbero gestiti meglio senza il parco ?etc etc

    20 Settembre 2024 alle 7:29

  8. Giovanni Fezia Rispondi

    Anch’io abito e ho un’azienda agricola in un parco e la situazione è disastrosa la manutenzione è scarsissima pieno di erbacce e rovi le canalette di scolo dell’acqua non vengono più pulite così tutte le volte che piove l’acqua si mangia mezza strada gli animali selvatici distruggono i nostri prati che vengono anche puntualmente calpestati dalla gente quando abbiamo l’erba alta che serve per i nostri animali .questa sarebbe tutela del territorio?

    20 Settembre 2024 alle 5:38

  9. Carmine Rispondi

    Questo accade perché c’è sempre più gente che delle buone e vecchie pratiche agricole non le conosce , ma neanche sa cosa esse siano. Si pensa solo che bruciando si crea inquinamento ,senza guardare i milioni di tir che girando in lungo e in largo quanta combustione creino. Questo accade perché il contadino è solo e non c’è nessuno a difenderlo mentre con i combustibili fossili si vanno a toccare ben altri interessi. Se a questo aggiungiamo che non ci sono le persone giuste al posto giusto nel senso che l’ingegnere deve fare l’avvocato,il medico fa l’insegnate, il professore deve fare l’architetto ,etc. Lasciate che almeno gli agricoltori facciano gli agricoltori e da che mondo è mondo ne capiscono di pratiche agricole.

    19 Settembre 2024 alle 23:59

  10. Crisma Rispondi

    I gli isetti nocivi che proliferano senza controllo distruggendo, tutto quello di buono che l’uomo coltiva, ma oviamente alle multinazionali dei fifofarmaci tutto questo fa comodo. Una volta il fuoco controllato, serviva per contrastare appunto le malattie delle piante, ma con il contrasto ai roghi domestici controllati, delle sterpaglie infestate e invasive, hanno permesso la proliferazione di ogni specie nociva distruggendo l’equilibrio naturale. Se in tanti anni di studi non sono riusciti a comprendere questo, vedremo sempre più disastri .
    Dai boschi infestati dal bostrico ormai fuori controllo che lasciano interi versanti esposti, che presto scivoleranno a valle, al grande rischio che non tagliare erbacce intorno ai centri abitati, nelle estati torride l’innesco di incedi è sicurmente facilitato, come non pulire i fiumi che esondano ogni volta perchè i greti sono pieni di materiale di riporto che non si può toccare,seguendo i corsi sono pieni di alberi sradicati che formano micro dighe che scoppiando provocano quello che si vede ogni volta che piove .Mi chiedo quando queste menti bacate che pensano solo a rimpirsi le saccocce coi favoritismi, verranno toccati da ciò che provocano impunemente facendo leggi bestiali in cotrasto al buonsenso millenario che ci ha consegnato patrimoni storici che non siamo più in grado di proteggere per la stupidità di pochi.

    19 Settembre 2024 alle 13:49

  11. Victor Mancini Rispondi

    Le leggi definite “ambientaliste” solo l sono le peggiori nemiche dell’ambiente.

    19 Settembre 2024 alle 11:06

  12. Domenico Pinto Rispondi

    Questo green ha fatto impazzire tutti, pratiche agricole secolari devono essere abbandonate perché un burocrate ha scritto una norma per gestire attività che neanche conosce.
    Saremo costretti ad abbandonare tutto, i miei oliveti dopo i divieti di abbruciamento sono assaliti da malattie fungine che non potranno essere debellate.
    Ci chiedono di abbandonare fra qualche anno condiremo le nostre pietanze con qualche olio sintetico che una multinazionale starà approntando.

    19 Settembre 2024 alle 10:42

  13. Luigi de Strasser Rispondi

    Bene, molto bene. Anch’ io senza risposta. Ti contatterò presto.

    19 Settembre 2024 alle 8:57

  14. Giuseppe Corrado Rispondi

    Assurdità

    19 Settembre 2024 alle 7:54

  15. Alessandro Gentini Rispondi

    Meraviglie del parco. Cinghiali ovunque con pericoli sulla strada e devastazione delle culture. Lo stato di abbandono di Pianosa e le colonie di zecche, i sentieri senza la necessaria cura da quando i cacciatori non svolgono più l attività di mantenimento, poi le capre nelle strade e nei giardini campesi. Che dire??

    18 Settembre 2024 alle 22:38

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