“Progetto Faber”, l’Università di Siena a Grassera

Tre anni di lavoro per ricostruire la storia del più antico insediamento elbano

Resti della Chiesa Romanica di San Quirico a Grassera

Un progetto dell’Università di Siena sull’isola d’Elba e il Medioevo sta per partire nel territorio del comune di Rio, e precisamente intorno a Grassera, il primo insediamento antropico sull’isola, distrutto nel XVI secolo ed oggi completamente scomparso. Il “Progetto Faber”, questo il nome dell’iniziativa, nasce dall’idea del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni culturali dell’Ateneo toscano di “ricostruire un intero contesto capace di illuminare una importante parte della storia economica, sociale e tecnologica del Medioevo elbano”. Per farlo, è stata scelta un’area geografica ben precisa e con delle caratteristiche ben delineate quale l’area del Monte Serra, con lo scopo non solo di approfondire le conoscenze su questo distretto minerario e sulle sue dinamiche di produzione, ma soprattutto per ricostruire una parte importante e oggi del tutto scomparsa di questo paesaggio naturale e antropico che aveva come punto di riferimento, oltre all’abitato di Rio, anche il grande villaggio di Grassera. Si trattava di una realtà abitativa e produttiva di grande importanza, dove vivevano nel corso del tardo Medioevo centinaia di persone, all’interno di un contesto abitato diffuso e forse composto da più centri.

I risultati di questa ricerca, che avrà durata triennale, saranno utilizzati per poter elaborare un programma di valorizzazione del territorio tramite la divulgazione al grande pubblico dei risultati ottenuti, per mezzo di percorsi di visita museali e all’aperto, aumentando così l’attrattiva e l’offerta per un turismo culturale.

L’attività sul campo, per quanto riguarda il primo anno,  inizierà fra la seconda metà del mese di settembre e tutto il mese di ottobre, per costruire intanto la base dati della ricerca , individuare le aree di indagine ad alto potenziale informativo e definire già i possibili percorsi tematici.

Negli anni successivi verranno poi effettuati – nel secondo anno –  degli scavi archeologici per ricostruire il contesto  ed infine, nell’ultima sessione annuale, verranno realizzati i prodotti per una adeguata divulgazione scientifica dei risultati delle ricerche.

“Un’iniziativa importante  – commenta l’assessore alla cultura Mattia Guerrini – che nasce dalla collaborazione con un grande Ateneo e dalla voglia di scoprire ancora qualcosa  di più sul nostro territorio. Stiamo lavorando nell’ottica di ampliare l’offerta museale di Rio nell’Elba e l’aspetto più intrigante è quello di collegare, finalmente, i reperti presenti all’interno del Museo direttamente al territorio dal quale provengono, in modo da rendere tangibile il racconto del nostro passato”.

“La collaborazione con l’Università di Siena sta dando i suoi frutti – ha chiosato a sua volta il sindaco di Rio Marco Corsini –  ed è uno degli esempi che dimostrano l’impegno della nostra amministrazione nel campo scientifico e culturale. Sono convinto che la storia del nostro territorio si arricchirà di nuove testimonianze che renderanno più affascinante il patrimonio delle nostre conoscenze. Ed è uno dei regali più belli per la comunità”.

Una risposta a ““Progetto Faber”, l’Università di Siena a Grassera

  1. Maristella Giulianetti Rispondi

    Splendido progetto

    14 Settembre 2024 alle 11:21

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