Elba Isola Musicale, ecco i concerti del 5 e 6 settembre

Peirani Trio al Flamingo a Capoliveri, al Vigilanti a Portoferraio omaggio a Faurè

Giovedì 5 settembre la 28ª edizione di “Elba Isola Musicale d’Europa” allarga i propri orizzonti musicali e fa tappa al Teatro Flamingo di Capoliveri (ore 18.30), in occasione del concerto del fisarmonicista francese Vincent Peirani, nuova stella del jazz transalpino che si esibirà in trio con il chitarrista Federico Casagrande e con il batterista Ziv Ravitz. Trio che ha per nome Jokers, ispirandosi ai giullari medievali, figure sempre elusive, camaleontiche, ma capaci anche di svestire i panni comici per trasformarsi in qualcosa di più serio, di saggio. Vincent Peirani è a suo modo un Joker del jazz contemporaneo: a suo agio negli stili più diversi, è sempre pronto ad adattarsi a qualsiasi cambiamento di scenario sonoro. Nato a Nizza nel 1980, con alle spalle una solida formazione accademica, Peirani si è innamorato del jazz, cercando di innovarne il linguaggio senza mai trascurarne le radici, e tenendo l’orecchio rivolto anche alle tradizioni musicali transalpine. Da qui le collaborazioni con illustri personalità del jazz francese ed europeo tutto, da Daniel Humair e François Jeanneau a Michel Portal, Louis Sclavis ed Emile Parisien. La sua reputazione nell’ambiente del jazz e della cultura in generale è indiscussa, tanto che nel 2016 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres.

Il trio con Federico Casagrande e Ziv Ravitz è una formazione paritaria, in cui ognuno dei tre componenti può prendere il posto dell’altro, in ruoli complementari e allo stesso tempo opposti dando, così vita a una musica decisamente imprevedibile. In questa prospettiva, il trio è sino ad ora uno dei progetti più originali di Vincent Peirani.

 

Venerdì 6 “Elba Isola Musicale d’Europa” tornerà al Teatro dei Vigilanti “Renato Cioni” di Portoferraio (ore 18.30) per ricordare i 100 anni dalla morte di Gabriel Faurè, uno dei più illustri compositori francesi. Momento particolarmente significativo sarà infatti l’esecuzione del Quartetto per pianoforte e archi n. 1, op.15 da parte di Enrico Pace (pianoforte), Chiara Sannicandro (violino), David Quiggle (viola) e di Paolo Bonomini (violoncello). Quest’ultimo, in apertura di concerto, eseguirà la virtuosistica Sonata per violoncello solo di György Ligeti, mentre a Enrico Pace si unirà Erica Piccotti per suonare, completando la scaletta, la Sonata per violoncello e pianoforte di Richard Strauss, una delle più tipiche Sonate del repertorio classico, di grande soddisfazione per chi la suona per l’alto grado di tecnica richiesta e per la calda comunicatività espressiva ad essa insita.

La personalità e il ruolo di Gabriel Fauré (1870-1924) nella storia della musica francese e della sua cultura in generale, è molto importante: compositore, organista, didatta, organizzatore musicale e addirittura grande patriota, eroe dell’assedio di Parigi durante la Guerra franco-prussiana, Fauré ebbe ancora in vita il massimo riconoscimento della Nazione. Nel catalogo delle opere di Gabriel Fauré la musica da camera riveste un’importanza elevata: una ventina di brani, scritti in un arco cronologico che si estende per mezzo secolo, dal 1875 al 1925. Il Quartetto per pianoforte ed archi op. 15, opera iniziata quando Fauré aveva trentun anni e si trovava ancora nella fase iniziale di quello che sarebbe stato un lunghissimo percorso formativo.

Nell’Allegro molto moderato iniziale si rileva l’influenza di Brahms che dà all’apertura del Quartetto un inconfondibile carattere gitano. Il secondo tema rispecchia la classica forma di sonata, mentre lo Scherzo. Allegro vivo costituirà un prototipo per le future generazioni di compositori, Debussy e Ravel in testa. L’Adagio successivo è basato su un motivo fatto di poche note, su una breve cellula che si allarga e si arricchisce del lirismo e di cantabilità. L’Allegro molto conclusivo è luminoso, brillante e senza ombre. Fauré consegna alla musica da camera francese un suo modello estetico duraturo: quello che guarda con entusiasmo e commozione, come ha scritto Vladimir Jankélévitch, all’avvenire di molti “domani luminosi”.

 

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