Sui social network – ripresi anche dai siti di informazione – stanno circolando diversi video sull’avvistamento di balenottere all’Isola d’Elba, uno spettacolo magnifico ma che sta creando qualche problema proprio alle protagoniste dei video: la balenottere comuni (Balaenoptera physalus), con imbarcazioni che si avvicinano troppo – e pericolosamente – a quelli che sono i più grandi animali del pianeta dopo le balenottere azzurre.
In un filmato sembra che una delle balenottere sanguini, probabilmente dopo un precedente incidente con una grossa imbarcazione che sono una delle principali cause di ferimento e morte per questi giganteschi cetacei.
Legambiente invita tutti e rispettare e a far rispettare le regole basilari del whalewatching e ricorda ai comuni dell’Isola d’Elba che la Carta del Santuario dei Mammiferi marini Pelagos che hanno recentemente sottoscritto in occasione di SEIF a Marciana marina contiene un “Codice di condotta per l’osservazione dei cetacei nel Mediterraneo” che riproponiamo integralmente:
L’osservazione dei cetacei può essere causa di grande disturbo qualora non venga praticata correttamente. Le seguenti regole consentono di ridurre l’impatto sui comportamenti vitali dei delfini e delle balene (caccia, riposo o socializzazione tra individui). Le regole enunciate di seguito possono essere applicate sia dai diportisti che dai pescatori, dagli operatori di whale watching o da altri utenti del mare, all’interno del Santuario Pelagos e al di fuori di esso.
Il seguente schema individua due zone cruciali per l’avvicinamento dei cetacei: la zona di allerta (in giallo) e la zona vietata (in rosso).
1 Zona di allerta (in giallo)
La zona di allerta (300 m) individua la fascia entro la quale i disturbi causati dall’imbarcazione (presenza, rumore, gas di scarico) incidono notevolmente sugli animali. Quando si accede all’interno di quest’area, per ridurre i disturbi di cui sopra, bisogna adottare un comportamento che rispetti norme rigide:
La velocità dell’imbarcazione deve essere costante e modulata su quella dell’animale più lento. Non deve superare i 5 nodi;
L’avvicinamento deve avvenire seguendo una traiettoria che diventa progressivamente parallela alla rotta degli animali (freccia verde nello schema). L’imbarcazione si posiziona quindi obliquamente rispetto ai cetacei e segue la loro rotta;
E’ vietato qualsiasi cambiamento brusco di velocità e di direzione;
Per ridurre le perturbazioni acustiche, ecoscandagli e sonar devono essere spenti; ! In presenza di piccoli, bisogna aumentare l’attenzione e ridurre la distanza di avvicinamento; ! In caso di disturbo degli animali, bisogna lasciare immediatamente la zona di allerta: ad esempio, un comportamento che ha le caratteristiche di una fuga (accelerazione, cambiamento di rotta, allontanamento dall’osservatore) deve essere considerato come un caso di disturbo;
Il tempo di osservazione è limitato a mezz’ora;
In presenza di più imbarcazioni, una solo può rimanere nella zona di allerta. In questo caso, il tempo di osservazione si riduce a un quarto d’ora e le altre imbarcazioni debbono pazientare aldilà dei 300 m. Il contatto radio tra le varie imbarcazioni consentirà di coordinare le osservazioni.
Al termine dell’osservazione, l’imbarcazione deve lasciare progressivamente l’area, seguendo una rotta che segnali in maniera chiara la sua partenza. La velocità rimarrà moderata fino a quando non verrà raggiunta una distanza sufficiente a evitare il rischio di collisione.
2 Zona vietata (in rosso)
La zona vietata individua la fascia in cui le imbarcazioni non debbono mai penetrare (salvo in caso di avvicinamento spontaneo dei cetacei all’imbarcazione). Tale fascia è di 100 m. Aldilà di questo limite, i cetacei avvertirebbero la presenza dell’imbarcazione come un pericolo o un’intrusione nel loro spazio vitale e il loro comportamento ne sarebbe fortemente disturbato.
Inoltre, l’imbarcazione non deve avvicinarsi agli animali né da davanti (riduzione del campo visivo), né da dietro: in quest’ultimo caso, gli animali avrebbero l’impressione di essere inseguiti dall’imbarcazione. Quando l’imbarcazione raggiunge il limite della zona vietata, la velocità deve essere ridotta a zero e il motore in folle.
E’ vietato penetrare all’interno dei gruppi per non creare disturbi di tipo sociale.
3 Caso particolare dell’avvicinamento degli animali all’imbarcazione
Quando i cetacei raggiungono spontaneamente l’imbarcazione, i passeggeri non devono cercare di toccarli, né direttamente né con l’ausilio di un oggetto, non devono fare il bagno vicino a loro né dar loro da mangiare. La maggior parte delle regole precedenti rimane in vigore, in particolare il divieto di penetrare all’interno dei gruppi e il rispetto di un’andatura lenta e regolare.
4 E, in generale…
Non appena si avvistano i cetacei o a partire da 1 000 m di distanza, sono d’obbligo una particolare attenzione e una velocità non superiore ai 10 nodi: in effetti, possono essere presenti nell’area altri animali e quindi il rischio di collisioni non è trascurabile. Inoltre, una velocità più alta creerebbe disturbo negli animali anche a una grande distanza.
In termini generali, il whale watching non è consigliato lungo la fascia costiera entro le 5 miglia, in quanto, in questa zona, i cetacei sono già fortemente disturbati dalle attività antropiche.
L’uscita in mare deve essere abbinata a una presentazione sui cetacei e l’ambiente marino con finalità educative, da parte di una guida qualificata, che abbia seguito una formazione e in grado di identificare le specie incontrate, di individuare le loro fasi di attività, nonché di constatare eventuali perturbazioni.
5 In breve!
Muoversi lentamente e avanzare con calma e regolarità non appena si avvistano i cetacei e, in particolare, nella zona dei 300 metri.
Non avvicinarsi oltre i 100 m.
La durata dell’attività di osservazione è al massimo di 30 minuti e di 15 minuti in caso di presenza di altre imbarcazioni. ! Una sola imbarcazione nella zona dei 300 metri.
Non cercare mai di toccare i cetacei, di dar loro da mangiare e di nuotare con loro.
Questo quanto previsto in un’area come Pelagos dove teoricamente le balenottere e gli altri cetacei dovrebbero essere fortemente protetti.
Quello che si vede nei video che stanno circolando è l’esatto contrario delle regole di Pelagos, con imbarcazioni pericolosamente vicine alle balenottere e spesso vicinissime alla costa del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Occorre che gli enti preposti, a cominciare dal Segretariato del Santuario (Italia, Francia e Principato di Monaco), dai comuni e dal Parco, facciano rispettare le regole, soprattutto a chi ha trasformato l’avvistamento dei cetacei in un business, che è legittimo e anche in qualche maniera da incentivare, ma che deve rimanere nell’ambito dell’ecoturismo e del rispetto assoluto delle regole e degli animali e non trasformarsi in una specie di disordinato e pericoloso safari fotografico che mette a rischio e disturba i giganti dei mari.
Michelina Liliana Rucher
I primi a rispettare le regole devono essere le istituzioni col dare il buon esempio. Non tutto deve essere lecito. Si può vivere anche senza fare le foto a queste meravigliose creature. Ma purtroppo si lucra su tutto e tutti. È proprio vergognoso sentire e vedere questi animali feriti anche gravemente solo per il gusto di voler scattare delle foto.
31 Agosto 2024 alle 20:22
Michelina Liliana Rucher
Non è ecoturismo ma sfruttamento da parte dei comuni a discapito di quelle meravigliose creature. Lasciarle in pace no…?
31 Agosto 2024 alle 20:14