Portoferraio

Il racconto del museo Bolano, 60 anni in 60 minuti

di Alessandra Ribaldone

Giovedì 22 Agosto alle ore 21,15 la Presidente della Fondazione Italo Bolano, Alessandra Ribaldone, presenterà la breve storia dell’Open Air Museum che porta il nome dell’artista elbano, momento “clou” delle celebrazioni di questo anniversario nel cui nome si sono svolti tutti gli eventi di quest’anno.
Il titolo della conferenza è “Un arancio amaro racconta”.
“Ho scelto questo titolo – dice Alessandra Ribaldone – perchè darò voce ad un arancio amaro quasi centenario, unico esemplare che Italo riuscì a trapiantare con successo dal precedente sito del Museo, due centinaia di metri dall’attuale collocazione e che è stato testimone di tutte le sue vicende, dalla nascita, fino ad oggi.”
Vedremo quindi come Italo Bolano, nato nel 1936, “cresciuto alla libertà di Magazzini”, come spesso ricordava, sfiorato da giovanissimo dalle atrocità della guerra, diventava ben presto un “enfat terrible” nel campo artistico, perché l’arte post macchiaiola dalla quale era condizionata l’Isola degli anni ’50-’60 – come del resto gran parte dell’Italia post bellica – mal si conciliava con i fermenti di modernità che animavano il suo giovane spirito.
Ricorderemo il prof. Alfonso Preziosi che molti elbani ultrasessantenni hanno conosciuto, suo insegnante prima, divenuto poi suo collega e Preside durante gli anni dell’insegnamento elbano, che riconobbe precocemente le sue potenzialità artistiche e gli organizzò la prima mostra all’età di 14 anni considerandolo un giovane talento meritevole di attenzione. A Preziosi Italo rimase affettivamente legato tutta la vita e lo ebbe ospite anche in qualità di fondatore e Presidente di Italia Nostra sezione Elba – oggi Arcipelago Toscano – in varie conferenze al Museo.
Verranno esposte le vicende legate alla nascita dell’International Art Center, 1964, sul podere paterno, abbandonato per la crisi dell’agricoltura del dopoguerra, in un’isola in gran parte ancora contadina, impoverita dalla fine dell’era mineraria, con gli impianti di lavorazione del ferro distrutti dalle violenze della guerra e che timidamente si affacciava al turismo come nuova risorsa avendo da offrire a piene mani il suo tesoro più prezioso: se stessa, il suo mare allora incontaminato, le sue spiagge variegate di una tavolozza di sfumature inesauribili per la varietà delle rocce, le cale e calette di una bellezza mozzafiato i suoi borghi antichi, ricchi di storia secolare, cristallizzati dal tempo.
Era un turismo soprattutto straniero quello degli anni ’60 e in questo contesto Bolano, che da espressionista figurativo era ormai rivolto verso l’espressionismo astratto, ideò un Centro che offrisse qualcosa di diverso e in più oltre alla natura, che offrisse arte e cultura per quel pubblico internazionale che arrivava da tutta Europa alla scoperta dell’Isola.
Nel 1964 nasceva l’International Art Center, nel 1965 la prima mostra di Arte Contemporanea nei locali del Circolo di Carpani, con artisti quali Emil Schumacher, divenuto poi uno dei massimi esponenti dell’espressionismo astratto tedesco, e poi russi, svedesi, polacchi, americani, francesi, italiani.
Nel frattempo Bolano, già insegnante di arte a Portoferraio, apriva la vecchia cascina del padre all’Arte e agli Artisti che vi potevano soggiornare in capanne di fortuna, “in residenza”, si direbbe oggi, realizzando un vero cenacolo di cultura. In un articolo del 1967 Bolano già delineava il suo progetto: realizzare una galleria espositiva per mostre, un’esposizione permanente di opere per realizzare un museo di Arte contemporanea all’Elba, un luogo che potesse richiamare un turismo culture all’Isola e per l’Isola, una sorta di “piccola Spoleto” per offrire un’alternativa culturale di qualità al turismo che sempre più prepotentemente si affacciava sull’Isola.
Bolano è stato un precursore, nel campo dell’Arte all’Isola, non compreso e sottovalutato da chi poteva allora cogliere le sue disponibilità a rendere fruibile a tutti ciò che lui aveva da offrire: idee originali e all’avanguardia. Così si ripiegò su sé stesso e via via negli anni realizzò la Valle delle Ceramiche, primo e unico Museo d’Arte all’Elba e nella Provincia di Livorno, quel Giardino dell’Arte oggi Open Air Museum inserito nei primi Sentieri dell’Arte della Regione Toscana del 2002 e, con mille difficoltà, il Museo Diffuso delle ceramiche sull’Isola. Sarà difficile per Alessandra sintetizzare tutto in 60 minuti, ci proverà. “Sarà mio compito – dice Alessandra – far capire che oggi, a 4 anni dalla partenza terrena del suo fondatore, non celebriamo un traguardo, ma un nuovo inizio, verso la realizzazione di quel progetto di ristrutturazione urbanistica, a firma dell’arch. Giampiero Gabelli di Firenze, ormai giacente negli uffici comunali da due anni e che speriamo abbia presto il permesso a costruire per iniziare la ricerca dei finanziamenti.”
Perché sarà questa la sfida: realizzare il sogno di Italo per la “sua” Isola: un luogo di cultura aperto anche nel periodo invernale, con laboratori per le arti visive e performative, punto di riferimento per i giovani elbani che vogliono intraprendere studi superiori artistici e sono costretti oggi a “migrare” sul Continente per completare il loro percorso, proprio come dovette fare il giovane Bolano molti anni fa; un progetto polivalente, capace di attirare pubblico da tutta Europa, che potrebbe ospitare molte attività, una sorta di “casa della cultura” della quale da molto tempo si sente il bisogno.
“Perché l’arte è Vita della Vita-I.B.”
L’ingresso è come sempre libero, fino a esaurimento dei posti. A parcheggio completo si può lasciare l’auto sulla via per San Martino, alla fermata autobus. 200 metri a piedi.
A discrezione dei partecipanti lasciare un’offerta per il Museo nell’apposito box al Bookshop. Info 3386996406
nelle foto (arch. Fondazione I.B.)
Il vecchio podere abbandonato del 1960
Rendering del progetto di riqualificazione urbanistica in corso di approvazione
L’arancio Amaro quasi secolare.

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