Rinaldoniani: ottimo progetto di valorizzazione ma….

di Michelangelo Zecchini

Riceviamo e pubblichiamo  un intervento di Michelangelo Zecchini sulla Grotta di San Giuseppe a Rio Marina:

Il 5 agosto scorso è comparso sul sito web dello SMART (Sistema museale dell’Arcipelago toscano) e sulla stampa un articolo con il quale si comunica che “Attraverso erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo”, il Comune potrebbe riuscire a valorizzare l’importante complesso archeologico emerso alla fine degli anni Sessanta nella grotta di S. Giuseppe presso Rio Marina. Il progetto sui reperti della cultura di Rinaldone è degno di lode e si spera vivamente che possa avere successo.

Ma poi dall’articolo, scritto a quanto pare dalla direzione scientifica dello SMART, si apprende  che le genti eneolitiche di Rinaldone approdarono “sulle coste riesi verso il V millennio a.C”, datazione del tutto nuova, imprevista e originale.

Completamente diversa è l’opinione del compiano Giuliano Cremonesi, già professore ordinario di Paletnologia a Pisa, e di Renata Grifoni Cremonesi, professore associato della stessa disciplina nella medesima Università.  Mi preme riportare il loro pensiero mutuandolo dall’ abstract del loro volume “La grotta sepolcrale eneolitica di S. Giuseppe all’isola d’Elba”, edizioni ETS, Pisa 2001, Eccola:

“La Grotta San Giuseppe è una delle cavità naturali utilizzate a scopo sepolcrale durante l’eneolitico nella regione toscana: vi furono seppelliti, verso la fine del III millennio a.C., almeno 90 individui con ricchi corredi di vasi, cuspidi in selce e diaspro, e alcuni manufatti in rame (lame di pugnale, lesine). La tipologia dei vasi fa rientrare tutto il complesso nell’ambito della cultura di Rinaldone, cui si ricollega soprattutto per la presenza cospicua di fiaschi e di vasi ellissoidali e biconici… Alcuni caratteri particolari, quali le basi piatte e la presenza delle decorazioni plastiche portano a confrontare il gruppo della San Giuseppe con altri complessi databili appunto alla fine del III millennio”.

Dunque fra la cronologia del complesso archeologico riese proposta dalla dottoressa Valentina Anselmi (V millennio a.C.) e quella avanzata dai due professori pisani (fine III millennio a. C.) c’è il bel divario di almeno duemila anni. Non sto a soffermarmi sulle enormi differenze, anche all’Elba e sotto ogni punto di vista, fra le culture preistoriche del V millennio e quelle di fine III millennio.

Ma a chi dobbiamo credere? Chi ha sbagliato clamorosamente, la direttrice dello SMART o i due professori universitari? Mi pare che non ci siano dubbi: i reperti rinaldoniani della Grotta di S. Giuseppe sono stati attribuiti alla fase finale del III millennio da tutti gli studiosi di preistoria a partire dalla fine degli anni Sessanta.

Non so cosa occorra per evitare errori così macroscopici, ma so per certo che i lettori hanno diritto a informazioni più precise e più puntuali sulla storia antica dell’Elba. Tanto più se esse provengono, come in questo caso, da un Sistema museale dotato di direzione e di comitato scientifico.

 

 

Una risposta a “Rinaldoniani: ottimo progetto di valorizzazione ma….

  1. Marcello Camici Rispondi

    Davvero grave quanto accaduto. Tanto più se si tiene conto che SMART è dotato di direzione scientifica. Grazie Michelangelo per la opportuna e doverosa comunicazione.

    12 Agosto 2024 alle 14:51

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