All’Isola d’Elba non più sindaci ma podestà?

di Pino Coluccia

Il Sindaco Corsini di Rio ha attaccato la minoranza consiliare per l’abbandono dalla seduta del Consiglio Comunale al momento della votazione sulle osservazioni all’adozione del Piano Strutturale. La minoranza protestava per il suo mancato coinvolgimento e partecipazione sul percorso d’adozione di questo importante atto di programmazione urbanistica del territorio di Rio, dopo la fusione dei due Comuni. La Giunta del Sindaco Nocentini di Portoferraio , con il suo assessore Barbetti ed il presidente del consiglio comunale Gemelli hanno contestato alla minoranza di Zini di aver richiesto l’applicazione del Regolamento del Consiglio comunale che prevede la possibilità di costituire Commissioni consiliari su vari temi, necessarie per consentire un maggior coinvolgimento dei consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza, negli atti e decisioni fondamentali di competenza dello stesso Consiglio (non della giunta, ne del Sindaco), come Bilancio, Organizzazione dell’amministrazione, Pianificazione urbanistica, ecc.. Le due amministrazioni di Rio e Portoferraio per bocca dei loro massimi rappresentanti, con questi arroganti attacchi alle minoranze e per gli argomenti minacciosi ed offensivi usati, hanno fatto capire come intendano esercitare il loro mandato di amministratori pubblici, interpretandolo come l’assegnazione di un potere assoluto da parte dell’elettorato (una dittatura della maggioranza avuta, escludendo pregiudizialmente qualsiasi minoranza pur anch’essa eletta democraticamente e opposizione), tutto concentrato sugli organi esecutivi, come il Sindaco e la Giunta, e di conseguenza facendo a meno del Consiglio comunale o riducendolo a mero organo di ratifica delle decisioni prese da Sindaco e giunta, usando i consiglieri della propria maggioranza come meri scudieri. Ora nel Consiglio comunale, organo, altamente rappresentativo e con funzioni fondamentali di governo, i cittadini elettori hanno eletto non solo i consiglieri di maggioranza, ma anche quelli di minoranza, proprio per garantire a questo organismo il massimo di rappresentatività di tutti i cittadini, sia quelli favorevoli e quelli contrari e per garantire inoltre che le scelte dell’ amministrazione comunale siano discusse con un pieno coinvolgimento di tutti i consiglieri, a prescindere da chi poi approverà o meno. Inoltre gli stessi consiglieri, pur essendo parte di una lista di maggioranza o minoranza mantengono un ruolo autonomo di chi da appunto consigli e idee, portando un personale contributo, confrontandole con gli altri colleghi. Per la legge dei Comuni, gli organi di questi sono il Sindaco, La Giunta ed il Consiglio Comunale, con differenti poteri e competenze, ma tutte e tre con pari dignità e senza che uno possa prevalere od escludere gli altri. Nel fascismo furono aboliti tutti e tre questi organi comunali e sostituì da un Podestà, un potere assoluto, non eletto, ma nominato dal Re e dal governo nazionale tramite i Prefetti. Penso che nelle menti di questi nostri due Sindaci e dei loro stretti collaboratori, riecheggi questo trascorso storico, forse indotto dal clima nostalgico che anima le attuali forze del governo nazionale. Qualcuno potrebbe obbiettare maldestramente, che sono i cittadini e non i Prefetti ad averli messi lì, Sindaco e Giunta, a governare, come fossero Podestà, dimenticandosi della contestuale elezione del Consiglio comunale, che è il vero organo democratico e plurale di governo dei Comuni e di tutti i cittadini, come lo deve essere il Sindaco.
Pino Coluccia

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