Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Sono le nove del mattino, cammino per i lunghi corridoi dei vari reparti della Casa di Reclusione “Pasquale de Santis” di Porto Azzurro: ho chiesto di visitarli per verificare di persona le condizioni dei detenuti, soprattutto in queste giornate di caldo afoso e in cui negli altri istituti si sono verificate situazioni drammatiche e al limite. Molti sono al lavoro, altri camminano e parlano fra loro, le celle sono aperte e colgo un’atmosfera di normalità. Tanti però, giovani uomini forti, sono stesi sul letto, guardano la TV, ascoltano la musica, oziano. Non è la prima volta che visito i reparti, li ho sempre trovati decorosi, puliti, seppur sempre terribili nella loro fatiscenza, accentuata dalla bellezza dei luoghi che ospitano la struttura, bellezza però, che sia chiaro, che non si può ammirare dalle finestre delle “stanze”. Scendo negli uffici della sorveglianza dove incontro gli ispettori, parliamo della situazione che a parere loro è nel complesso tranquilla, ma spesso esplode, anche se non come in certi episodi terribili a livello nazionale. Soprattutto nel pomeriggio e alla sera si verificano casi di soggetti agitati, che all’improvviso si mettono ad urlare, si fanno del male, distruggono le suppellettili, danno in escandescenze e non è assolutamente facile riportarli alla calma. I volti delle persone con cui sto parlando sono tesi e stanchi: mi parlano di turni ben oltre l’orario da contratto, soprattutto in questi mesi di ferie.
Non c’è più tempo: proprio perché nessuno vuole che la situazione degeneri ulteriormente, anche a Porto Azzurro, mi unisco alle voci di tutti i Garanti Territoriali che, alla luce dei fatti degli ultimi mesi, hanno chiesto un incontro urgente con il Ministro Nordio perché quella delle carceri è una vera e propria emergenza umanitaria. La civiltà di un popolo si misura anche dalle condizioni delle sue carceri e allora il nostro livello è veramente sprofondato: è necessaria quindi un’azione rapida e immediata del Legislatore e del Governo perché il Decreto Legge del 4 Luglio 2024 è una scatola vuota, non in grado di arginare nell’immediato le drammatiche condizioni degli istituti di pena italiani.
In primis l’indice preoccupante di sovraffollamento del 130%, con 7027 detenuti che devono scontare ancora meno di un anno di carcere. Quella attuale è infatti una politica detentiva puramente repressiva e securitaria e l’auspicio è che vengano introdotti emendamenti migliorativi durante la discussione futura alla Camera e al Senato. Mattarella 4 mesi fa aveva detto :”Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti” (quando scrivo il numero è di 56 da Gennaio) e pertanto chiediamo a gran voce di colmare le gravi carenze del personale tutto, in primis della polizia penitenziaria, ma anche dei dirigenti, chiediamo di rendere più efficiente l’assistenza sanitaria, di concerto con Regioni e Comuni, di incrementare il numero di figure dell’Area educativa come F.G.P.(educatori), psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali e linguistici, di rendere veramente operativa la proposta di aumentare le telefonate da 4 a 6 alla settimana. Non affronto in queste righe il tema del lavoro, ma sia chiaro che fino a quando la burocrazia rallenterà perversamente l’iter che permette ad un carcerato di lavorare all’esterno (nonostante la legge Smuraglia incentivi e faciliti tali progetti), non si potrà parlare mai di volontà di rieducare, ma si farà di tutto per peggiorare le condizioni dei detenuti, con epiloghi drammatici come quelle degli ultimi 6 mesi.
Un carcere che rieduca veramente è un carcere la cui percentuale di recidiva è molto bassa. Nell’interesse di tutti, quindi, noi Garanti chiediamo con forza al Governo e al Legislatore di muoversi nelle direzioni indicate. Ma anche la società civile può fare qualcosa, prendendo innanzitutto coscienza della situazione e sostenendo tutti coloro che a vario titolo si attivano per il carcere, non da ultimi i volontari che anche nel nostro territorio offrono un grande contributo al miglioramento delle condizion di vita del carcere e che necessitano di forze nuove, fresche, giovani e creative.
Grazie alle redazioni per l’ospitalità
Raimonda Lobina – Garante dei diritti dei detenuti Casa di reclusione “Pasquale de Santis” Porto Azzurro
ATTUALITA' Porto Azzurro
Quella delle carceri è una vera emergenza umanitaria
di Raimonda Lobina, Garante diritti dei detenuti Casa di reclusione “Pasquale de Santis”
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