Elba Book, omaggio a Matteotti nei cento anni dall’uccisione

di Angela Anconetani Lioveri e Manuel Omar Triscari

Taglio del nastro per Elba Book Festival 2024: il 16 Luglio in Rio nell’Elba, nel centenario del delitto Matteotti, verrà inaugurato l’ormai classico appuntamento estivo dedicato all’editoria e alla cultura indipendente, quest’anno giunto alla sua decima edizione, proprio nella piazza che porta il nome del politico e giornalista italiano ucciso il 10 giugno 1924. Il direttore artistico Marco Belli declina in quest’intervista il tema dell’attenzione, fil rouge della decima edizione del festival, rispetto al moderno insegnamento che Giacomo Matteotti ha rivolto ai giovani. Doppio l’anniversario, dieci anni di festival su cui Belli fa il punto, ripercorrendone tematiche e storia.

 Matteotti era un moderno, per il suo antifascismo e per la lucida capacità di analisi del suo tempo. Perché queste caratteristiche riflettono il tema dell’attenzione del festival di quest’anno?

«Inauguriamo l’edizione 2024 proprio in Piazza Matteotti, una delle due principali di Rio nell’Elba insieme alla piazza del Popolo. Vuole essere una sorta di omaggio al politico antifascista, a quest’uomo che vigilava meticolosamente su quello che il regime stava facendo. Non a caso al centro del festival c’è il tema dell’attenzione, anche pubblica. Matteotti ne è un esempio: era un attento uomo di legge, non faceva sconti a nessuno, sapeva leggere e interpretare quanto stava accadendo in Italia. E non piegava la testa».

Il suo intervento sarà incentrato su Matteotti e i giovani. Cosa ha da dire, questo messaggio di grande modernità, ai ragazzi di oggi?

«Leggerò alcune parole che Matteotti pubblica in una piccola rivista dei giovani socialisti nel marzo 1924, tre mesi prima di essere assassinato. Scrive: “E un solo consiglio va dato oggi ai giovani, quello di essere giovani, di non diventare precocemente vecchi e prudenti! C’è già tanta gente prudentissima intorno, quando la prepotenza trionfa, che non v’è proprio bisogno di predicare la prudenza. Ci sono sempre tante schiene ricurve sotto il dominatore, che non v’è proprio bisogno di insegnare la pieghevolezza”. Matteotti insegna che quando prevale la prepotenza non bisogna essere prudenti, bisogna rispondere. Chi governa ha tutto il diritto di farlo, ma ci sono anche le minoranze e la propaganda civile, cosa che al fascismo dava fastidio».

 Si celebra quest’anno un doppio anniversario. Il centenario di Matteotti, ma anche i 10 anni di festival. Cos’è cambiato in questo decennio?

«Siamo cresciuti, abbiamo gettato qualche seme, anche se non tutti hanno germogliato. Dopo dieci anni c’è un momento di riflessione, ad esempio sui temi trattati. Dall’attenzione dell’edizione che sta per iniziare alle mappe, ma anche la meraviglia, la fatica, il vuoto, i luoghi, la rigenerazione. Nell’arco di un decennio abbiamo dato vita a una rete di festival [la Rete Pym, ndr] che moltiplica i nostri sforzi, ricercando uno sviluppo diverso della comunità locale e inserendoci nella linea del turismo lento e sostenibile. Rio nell’Elba è un luogo pieno di risorse, dove le espressioni intellettuali e artistiche potrebbero rappresentare un volano culturale ed economico anche nel periodo invernale».

L’edizione 2024 sarà incentrata sul concetto di “attenzione” come processo cognitivo da allenare affinché si impari a selezionare i tanti stimoli che arrivano in ogni momento, ma di più, a ignorarne altri, in una società congestionata da informazioni spesso opportunistiche e fuorvianti.

«In un tempo in cui si viene sopraffatti da una moltitudine di informazioni e immagini, riuscire ancora a prestare attenzione può aiutare l’individuo a non vivere in un tempo sclerotizzato, troppo simile allo scroll di immagini dei social network. Ma attenzione non è solo questo: è anche prendersi cura dell’altro contro ogni prevaricazione; Per usare le parole di Weil, l’attenzione è una vera arma bianca di difesa, in tutte le sue diverse forme. In una società come quella odierna, in cui la fretta scandisce i tempi e le possibilità di scambio e confronto sono ridotte, prestare attenzione permette all’individuo di assicurarsi che un messaggio venga effettivamente ascoltato, letto, guardato. Prestare attenzione significa scegliere, interpretare, cogliere l’universale nel particolare, focalizzarsi su un significato non più privato, ma collettivo».

 Buoni propositi per le prossime edizioni…

«La rete di relazioni si è infoltita di anno in anno. Se Elba Book è cresciuto organicamente sino alla decima edizione, lo deve soprattutto all’editoria indipendente italiana che lo ha sostenuto da principio, accanto ad un approccio turistico lento e sostenibile. Mi piacerebbe però che questo festival fosse molto più popolare, coinvolgendo i riesi, ma anche gli altri sette comuni dell’isola. Si potrebbe così portare avanti un lavoro che duri per tutto l’anno, valorizzando le risorse isolane senza disperdere le specificità dei singoli territori: se ricevessimo sostegni da parte di nuovi sponsor, magari locali, vorrei portare anche serate di musica: ciò permetterebbe alla rassegna di raggiungere la sua massima espressione. Vorrei che fosse sempre più una grande festa di pubblico e del pensiero».

 

 

 

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