Sono Manuel Stacchini dell’Isis “E. Mattei” di Rosignano M.mo, Matteo Orlandini dell’Isis Val di Cornia di Piombino e Davide Raciti dell’Isis “R. Foresi” di Portoferraio, i giovani vincitori del contest Arte e cultura della cucina – L’estetica del piatto ispirata all’arte pittorica dei Macchiaioli, il progetto promosso da Fondazione Livorno in collaborazione con la Scuola Tessieri, luogo d’eccellenza nella formazione nei settori della ristorazione e della pasticceria.
L’iniziativa nasce dalla volontà di intraprendere una riflessione sul rapporto tra arte e cucina a partire dall’opera dei grandi artisti che hanno caratterizzato la storia figurativa e culturale di Livorno e, soprattutto, di favorire l’avvicinamento dei giovani alle professioni dell’enogastronomia.
Per perseguire questi obiettivi, grazie al sostegno di Fondazione Livorno, i ragazzi potranno frequentare gratuitamente uno dei corsi di alta formazione di cucina della Scuola Tessieri.
“Da sempre la Fondazione sostiene i giovani sia nel loro percorso scolastico che nella loro formazione professionale. Con questo contest, la mission culturale della Fondazione, intesta nella sua accezione più ampia di valorizzazione dell’arte da un lato e di sostegno all’educazione, istruzione e formazione dall’altro, si coniuga con la promozione dello sviluppo economico del nostro territorio”. Queste le parole di Luciano Barsotti, Presidente di Fondazione Livorno
Nel corso della giornata di ieri, i talentuosi giovani chef hanno ideato e cucinato dei piatti ispirati alle opere pittoriche dei Macchiaioli, gruppo di artisti attivi nell’Ottocento e sostenitori della teoria della macchia quale vero elemento di partenza per la rappresentazione figurativa.
I piatti realizzati, veri e propri dipinti edibili, sono poi stati giudicati da una giuria d’eccezione composta dagli chef Stefano Cipollini (chef della Scuola Tessieri), Christian Cecconi e Daniele Zazzeri, dalla giornalista culturale Ilaria Guidantoni e dal giornalista enogastronomico Giorgio Dracopulos.
I piatti, come già anticipato, partono dall’attenta osservazione dell’opera dei Macchiaioli e, nello specifico, tutte e tre le pietanze premiate si sono ispirate a vari dipinti di Giovanni Fattori. Il rosso sul mare, realizzato da Manuel Stacchini, si ispira all’opera Lungomare di Antignano; Matteo Orlandini è l’autore di Maremma a modo mio, che reinterpreta il noto dipinto Bovi al carro; il terzo ed ultimo piatto vincitore dal titolo Tra terra e mare è stato presentato da Davide Raciti ed è ispirato all’opera La libecciata.
Tre portate bellissime e gustose che riflettono pienamente il principio basilare dell’iniziativa, ovvero una concezione di cucina come professionalità e ricerca, cultura e arte. I giovani cuochi partecipanti hanno infatti concepito e realizzato i piatti tenendo conto del gusto, delle consistenze e degli accostamenti di sapori, ma anche della composizione, della giustapposizione dei colori e della resa estetica generale.
“Scuola Tessieri. Atelier delle arti culinarie” è nata nel 2016 con l’obiettivo di trasmettere conoscenze e competenze ai giovani che aspirano a lavorare nel settore della ristorazione e della pasticceria. La scuola si propone di infondere anche tutta la passione, la curiosità e l’entusiasmo necessari per affrontare le sfide contemporanee. Per rispondere alle esigenze del territorio e alla crescente domanda di professionisti nel settore, riteniamo fondamentale partire dalla motivazione e dalla passione dei giovani, coltivandole attraverso un percorso formativo che valorizzi talento e creatività, promuovendo al contempo eccellenza e innovazione in cucina. Questo progetto va esattamente in tale direzione – Ha dichiarato Alessio Tessieri, fondatore e presidente della Scuola.
Un discorso, quello della cucina, collegato anche al mondo dell’artigianato e della manualità, che Fondazione Livorno sostiene da molti anni insieme all’Osservatorio Mestieri d’Arte, realtà dedita alla promozione dei migliori interpreti dell’artigianato artistico e sostenuta da diverse Fondazioni italiane.
Si pensi all’etimologia a della parola arte, diretta discendente di arto, ad indicare il sapiente lavoro manuale che con consapevolezza e competenza modella sculture, traccia pennellate, innalza cattedrali e infine, arrivando all’arte culinaria, realizza portate concettualmente intelligenti, gustose e gradevoli alla vista.
Insomma, nelle opere realizzate da Manuel, Matteo e Davide convivono in armonia palato e occhio, gusto ed estetica. Un dualismo percettivo che pone la cucina come strumento di introduzione alla storia delle arti figurative, e che porta inevitabilmente a un’arte da assaporare e a piatti da ammirare.