Immediatamente davanti,quasi al piede dei bastioni cinquecenteschi del fronte di attacco di terra(bastione della Carciofaia ,del Cavaliere,del Veneziano, della Palle di Sopra)furono costruite nel settecento tre opere aggiunte in difesa: l’opera di San Pietro,San Carlo, San Giuseppe.
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La realizzazione fu motivata dalla evoluzione di strategia difensiva rispetto all’epoca cinquecentesca cui appartiene il corpo principale del fronte di attacco .Rispetto al cinquecento, nel settecento vi era stata infatti una grande evoluzione tecnica nelle armi da fuoco specie in artiglieria.
Oltre a proteggere il piede della alte muraglie retrostanti ,soprastanti e dello spazio interposto, la loro posizione, posta più in basso, di circa venti metri rispetto alla sommità dei bastioni retrostanti del fronte di attacco,consentiva alla batteria di artiglieria di tali opere aggiunte un tiro più radente verso la campagna antistante e questa particolarità di tiro era andata affermandosi nella strategia difensiva.
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La ubicazione di queste tre opere inoltre non era stata scelta a caso nel “Glacis” ,tutta l’ampia area collinare che dalle alte muraglie cinquecentesche degrada verso la zona del fossato del Ponticello . Dovevano proteggere le varie comunicazioni tra lo spazio ove erano poste e l’interno del fronte di attacco di terra retrostante, comunicazioni che in tale zona avvenivano tramite tre porte “segrete”: una ubicata nella rientranza nord del bastione della Carciofaia(porta della Carciofaia),un’altra nelle rientranza sud dello stesso bastione (porta del Cavaliere) che consentono l’ingresso dentro forte Falcone ,ritirata ultima della guarnigione,e un’altra infine nella rientranza nord del Bastione delle Palle di Sopra(porta della paterna degli Altesi ). che permette ingresso in questo bastione. Tali porte di accesso sono chiamate “segrete “perché in posizione delicata ,cioè non particolarmente visibile all’osservazione del nemico e di conseguenza anche ai suo tiro di artiglieria.Tutte queste porte di accesso si continuano in paterna(sottopasso)dove una rampa consente il passaggio delle truppe.
La porta “segreta” che si trova nella rientranza sud del bastione della Carciofaia è ben individuata in un disegno di epoca lorenese dove è chiamata porta del Cavaliere in quanto consente la comunicazione con l’interno del bastione del Cavaliere e da qui poi a forte Falcone .In questo disegno la didascalìa indica che si tratta della “Dimostrazione sopra la comunicazione della porta segreta del Cavaliere con l’opera nuova e Camini Coperti adiacenti sotto di essa”
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L’opera nuova e l’opera aggiunta di San Pietro e camminamenti coperti sono il camminamento coperto degli Spagnoli e quello sotto la Carciofaia.
La porta segrete del Cavaliere attraverso una paterna (sottopasso) consente la comunicazione all’interno del bastione del Cavaliere : questo sottopasso è ancora oggi esistente .
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Per quanto riguarda l’epoca della loro costruzione,come sopra accennato, sono opere non cinquecentesche ma da collocarsi nel secolo diciottesimo, nel settecento.
Sono tre opere della stessa tipologia e all’incirca della stessa consistenza .La loro forma è simile al classico bastione pur mancando ai lati le tipiche rientranze ed il fiancheggiamento con cortine motivi per i quali non furono denominate “bastione”ma semplicemente “ opera”.Talvolta ,volendo rimarcare la funzione militare esercitata ,l’opera viene chiamata anche col nome di “batteria” volendo così sottolineare che è piattaforma coperta destinata ad ospitare pezzi d’artigliera: è il caso dell’opera di San Pietro e di san Giuseppe chiamate anche” batteria” di San Pietro e di San Giuseppe. Quando invece, volendo rimarcare la funzione militare di opera posta in avamposto ad incrementare la difesa e a proteggere i difensori nelle sortite e nelle eventuali ritirate, è il termine “lunetta” che viene usato : è il caso dell’opera di San Carlo che viene anche chiamata “lunetta” di San Carlo
Alla data del 1743 delle tre opere aggiunte quella di San Pietro risultava tra i lavori progettati ancora da eseguire mentre l’opera di San Carlo e l’opera di San Giuseppe risultavano tra i lavori già eseguiti. Lo evidenzia la didascalia in un disegno a china acquerellato dove nella parte superiore è la “dimostrazione di come si ritrovava il corpo della Piazza di Portoferraio su la parte dell’attacco avanti de’ travagli fattivi “ e nella parte inferiore è la “ dimostrazione di come si ritrovi il corpo della Piazza di Portoferraio su la parte dell’attacco fino a questo dì 15 giugno 1743”
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Tutte queste opere ,con camminamenti coperti,paterne e porte segrete, sono chiuse al pubblico in stato di abbandono .L’apertura con un riuso appropriato alla loro funzione storica consentirebbe alla comunità di Portoferraio di riappropriarsi di un bene culturale che le appartiene.
MARCELLO CAMICI