All’Elba si sente parlare solo di edilizia, edilizia, e ancora edilizia. I recenti fatti del borgo di Capoliveri sono solo la punta di un iceberg ancora tutto da portare in superficie in tutti i borghi, è dagli anni Sessanta che la storia continua, forse è il tempo di mettere punto e cambiare registro. Basta con la cementificazione selvaggia del territorio.
Per questo ho deciso di parlare delle fonti – verdi – per la tutela e la protezione della nostra meravigliosa isola. Gli avvenimenti internazionali, la guerra in Ucraina, a Gaza e nel Mar Rosso ci chiedono di produrre l’elettricità all’Elba da fonti rinnovabili.
Sarebbe opportuno avere un piano per la produzione di energia verde per ridurre la dipendenza dal continente. Sia per rispettare gli obiettivi climatici (ovvero la neutralità climatica entro il 2050) ed evitare possibili penurie e blackout. Si prevede che la domanda di elettricità possa crescere anche del 50% (auto elettriche e pompe di calore sono sempre più diffuse). Non dobbiamo farci trovare impreparati.
Sarebbe opportuno che tutti i cittadini elbani si impegnino a rispettare degli obiettivi relativi al consumo medio annuo pro capite, con una diminuzione entro il 2035. I fornitori di energia devono essere tenuti a garantire che i propri clienti migliorino continuamente l’efficienza degli apparecchi e degli impianti.
Si dovrà investire di più nel solare con l’obiettivo di espandere questa tecnologia sugli edifici già esistenti. Dovrebbe essere obbligatorio installare pannelli solari su tutti i nuovi edifici con una superficie edificabile superiore a 300 metri quadrati, e con il tempo estendere questo obbligo anche agli edifici più piccoli. Si stanno già costituendo comunità locali di energia elettrica che consentiranno di vendere e acquistare all’interno dell’Elba l’elettricità solare autoprodotta.
Bisogna – a determinate condizioni – prendere in esame la pianificazione e agevolazione per impianti eolici e solari considerati di interesse per la comunità elbana e progettati in aree adeguate. Non sarà invece possibile realizzare delle nuove infrastrutture nelle aree protette o nelle riserve. Ma, in generale l’interesse per la produzione di energia elettrica ha la precedenza, i comuni elbani perciò devono verificare se l’interesse per la protezione della natura e del paesaggio è così importante da prevalere. I cittadini devono avere voce in capitolo su progetti che potrebbero arrecare danni alla natura.
Tuttavia, per evitare di dover arrivare al deturpamento di paesaggi e la distruzione della biodiversità bisogna cominciare con il potenziamento del fotovoltaico – su edifici pubblici e privati e infrastrutture – tanto potrebbe essere sufficientemente ampio da coprire il fabbisogno di elettricità, senza intaccare la natura. Il peso di Comuni – e della comunità locale – in queste decisioni sarà fondamentale.