“Un giornata dedicata alla miniera. E quando si dice miniera non si intende solo il suo spazio fisico ma tutta la sua storia e la tradizione legata al territorio.” Così il sindaco di Rio Marco Corsini ha esordito nel suo discorso di apertura dedicato alla giornata di domenica 5 maggio 2024, nella quale il Parco Minerario di Rio ha inaugurato due nuove realizzazioni che andranno ad aggiungere ulteriore valore ed attrattiva a quelle che sono state recentemente identificate come le strutture museali più visitate dell’Arcipelago Toscano.
La “Sala Mengozzi”
La prima inaugurazione è stata dedicata ad una nuova sala del Museo dei Minerali, recentemente sottoposto ad un accurato restyling apprezzato dai molto numerosi convenuti alla prima parte della giornata, all’interno della sede del Parco Minerario di Rio. La sala è stata dedicata all’ingegner Giovanni Mengozzi, ancor oggi in vita (è quasi centenario), storico direttore delle Miniere Demaniali di ferro dell’Isola d’Elba e successivamente direttore generale di tutte le miniere e cave della Nazione.
“Una delle prime cose trovate quando sono stato eletto la prima volta, nel 2018 – ha raccontato il sindaco Corsini – era il completamento dell’acquisizione di questo materiale, in parte multimediale e in parte documentale, rappresentato dall’archivio Mengozzi, che con grande generosità l’ingegnere aveva intenzione di donare al Comune: un preziosissimo archivio contenente non solo la storia mineraria di Rio, ma di tutta Italia e di gran parte delle miniere del mondo. Oggi finalmente abbiamo portato a termine quest’opera”.
“L’archivio Mengozzi, che da oggi mettiamo a disposizione dei visitatori, è un arricchimento del più grande archivio storico delle Miniere che è ospitato qui, nel nostro Museo – ha ricordato ancora Marco Corsini – ed è un patrimonio storico e documentale di grande importanza. In questa occasione, fra l’altro, ci siamo accorti che l’archivio da sempre ospitato e custodito da noi non era di nostra proprietà, ma della società Ilva. Io stesso, avendo la fortuna di conoscerlo, ho contattato personalmente l’amministratore delegato di Ilva, che ha acconsentito a donarlo definitivamente a Rio”.
Il quadro di Fabrizio Puccetti
Nell’occasione dell’inaugurazione della sala, è stato inoltre esposto al pubblico il dipinto che l’artista Fabrizio Puccetti ha dedicato ai minatori di Rio e donato al Museo. Puccetti, portoferraiese, è nipote di un personaggio molto noto a Rio, Marcello Tonietti, autore di molte e molto apprezzate opere di modellismo dedicate alle miniere. La sua opera di artista “realista e surrealista” – come è stato definito nella presentazione di Antonella Milani, membro del consiglio direttivo del Parco Minerario e ideatrice dell’evento – non a caso ha al centro l’immagine del pontile di Vigneria, che quasi riemerge dalle acque contornato da una rappresentazione surreale di piccoli minatori che circondano un estraneo, un visitatore dalla presenza mastodontica e quasi invadente.
Le coincidenze Napoleoniche
L’inaugurazione di queste nuove rappresentazioni museali avviene proprio nella data del cinque maggio, che evoca ricordi napoleonici non tanto per la morte del Grande Còrso quanto perché proprio il 5 maggio 1814 la prima attività di Napoleone Bonaparte nella sua nuova qualità di sovrano dell’Isola d’Elba dopo il trattato di Fontainebleau fu quella di visitare il paese di Rio Marina, dove allora si trovava l’amministrazione delle miniere da cui derivavano gli introiti più importanti per l’economia del suo nuovo regno. Proprio Napoleone, quindi, che scelse il Palazzo del Governatore come sua dimora del versante orientale dell’isola può essere definito – 210 anni più tardi – il primo illustre visitatore delle miniere.
La galleria del Rosseto
La parte più bella ed affascinante della giornata è stata quella della inaugurazione del recupero della galleria del Rosseto, preceduta dal trasferimento con il trenino del Parco Minerario attraverso i luoghi della storia delle Miniere di Rio, in una splendida giornata primaverile resa ancor più bella dai colori e dagli odori delle fioriture della macchia mediterranea. Sotto la regìa della Presidente del Parco Minerario Alberta Brambilla Pisoni, i convenuti sono arrivati – dopo un breve tratto a piedi – nei pressi della galleria, che è stata recuperata, restaurata e messa in sicurezza per essere pronta ad accogliere i visitatori.
Il racconto dello speleologo
“E’ stata una scoperta davvero emozionante – ha raccontato prima dell’inaugurazione lo speleologo amatoriale Massimo La Rosa, uno dei due riscopritori della galleria – all’epoca il Parco Minerario, mostrandoci l’ampio carteggio delle miniere, ci aveva segnalato che in questa zona avrebbe dovuto esserci una miniera. Quando arrivammo sul posto con il mio collega Mario Dubravev, trovammo due indizi nei binari ancora esistenti e un edificio diroccato nei pressi di una frana di massi circondata dalla macchia. L’abbiamo trovata al secondo tentativo, e siamo stati talmente emozionati da dimenticare per qualche istante anche le precauzioni che si prendono in casi come questo. È una galleria molto particolare, con una nicchia che presenta una concrezione calcarea con cristallizzazioni di calcite rara da trovarsi in queste situazioni. Questo ritrovamento – ha concluso Massimo La Rosa – potrebbe rappresentare un primo passo, perché questa galleria offre molte altre cose da visitare. Qui ci troviamo a quota 138, ma attraverso il fornello che si trova nella sua parte conclusiva si scende fino a quota 106, con alcune diramazioni e un piccolo grottino carsico che sarebbe fantastico poter rendere visitabile”.
Il taglio del nastro
Dopo la lettura di una commovente poesia di Pier Luigi Longinotti dedicata alle miniere di Rio ed effettuata da Antonella Milani, il taglio del nastro da parte del sindaco Corsini e la visita all’interno della struttura recuperata in maniera mirabile. All’interno della Galleria sono state recuperate e riprodotte la Santa Barbara, con l’alloggiamento degli esplosivi, la zona di perforazione con macchinari originali e il fornello, già agibile e messo in sicurezza per poter accedere alla parte sottostante del dedalo di gallerie collegate a quella del Rosseto, che si estende per circa 600 metri, possibile obiettivo futuro di una nuova azione di recupero, ancorchè molto onerosa da finanziare.
“Siamo in piena fase di riscoperta dell’anima mineraria del territorio – ha commentato prima di tagliare il nastro il sindaco Marco Corsini – non a caso poche settimane fa abbiamo inaugurato il nostro Museo a Cielo Aperto a Rio Marina, ponendo all’attenzione dei nostri visitatori reperti e testimonianze, e questa è la continuazione ideale di questo progetto. Non stiamo facendo cose nuove, stiamo semplicemente risvegliando un gigante che dormiva. Da oggi per i visitatori del nostro Parco la parte storico-mineraria assume una dignità pari a quella dello straordinario contesto ambientale in cui è inserita. Chi viene a visitare l’area mineraria avrà una tappa d’eccellenza, con l’opportunità di rivivere un’emozione incredibile. E’ impossibile in un momento come questo non ricordare la fatica di generazioni e generazioni di minatori che hanno lavorato qui, spesso perdendo la salute e qualche volta anche la vita, e oggi lo facciamo visitando un ambiente che era il loro vissuto quotidiano e che abbiamo reso fruibile per tutti. Anticipo – ha concluso il sindaco – che stiamo pensando alla organizzazione di un grande evento di argomento minerario per l’anno prossimo, per investire ancora di più nella progettualità e nella riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico del paese”.
“Siamo felici che questa inaugurazione arrivi proprio oggi – ha commentato infine la presidente del Parco Minerario Alberta Brambilla Pisoni – quando appena ieri abbiamo ricevuto il riconoscimento dei numeri, che nel 2023 hanno visto le nostre strutture museali come le più visitate del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano. Quanto realizzato ed inaugurato oggi dimostra che il nostro percorso di crescita è stato tracciato nella maniera giusta, per rendere Rio, il suo straordinario ambiente e la sua storia sempre più ricercati dai visitatori dell’Isola d’Elba”.