La Garante dei diritti delle persona private della libertà personale del Comune di Porto Azzurro – Casa di Reclusione “ Pasquale de Santis” aderisce all’iniziativa nazionale della Conferenza nazionale dei Garanti Territoriali delle persone private della libertà e fa suo l’appello, redatto in condivisone con Garanti Territoriali e volto a denunciare la grave situazione in cui versano gli istituti penitenziari italiani ed in particolare l’incessante incremento dei suicidi a partire dall’inizio di questo anno. Se è vero che nella Casa di Reclusione di Porto Azzurro finora non si sono registrati casi drammatici (e di questo bisogna dare atto alla professionalità dei suoi operatori e, in primis, della P.P., nonché dei volontari che operano in carcere), è anche vero che la situazione è comunque critica e servono interventi urgenti da parte del Governo.
Bisogna dunque lavorare, ciascuno nel rispetto del suo ruolo, perché si risolvano alla radice alcune criticità che potrebbero generare situazioni irreversibili. Penso, per quel che riguarda Porto Azzurro, in primis ai percorsi trattamentali e soprattutto al lavoro (proprio Martedì 16 Aprile 2024 si è tenuto un importante convegno al proposito), ma anche all’assistenza sanitaria dove molto si è fatto, ma molto bisogna ancora fare.
E’ urgente però che la comunità tutta sia più attenta e consapevole di quanto accade all’interno della Fortezza di San Giacomo e se da un lato sono orgogliosa di operare all’interno di una realtà ancora immune da certe tragedie, dall’altra sento il profondo dovere morale e civile di persistere nel mio impegno e denunciare tutto quanto di negativo avviene nelle carceri, sperando di poter continuare a contare sulla condivisione e sulla collaborazione anche della comunità locale.
Raimonda Lobina
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale
Casa di Reclusione “Pasquale de Santis” – Porto Azzurro
APPELLO DELLA CONFERENZA NAZIONALE DEI GARANTI TERRITORIALI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTA’ PERSONALE
SUICIDI IN CARCERE: SERVONO INTERVENTI URGENTI, NON SI PUO’ CONTINUARE A MORIRE DI CARCERE E IN CARCERE.
Lo scorso 18 marzo il Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, ricevendo la Polizia Penitenziaria, ha dichiarato: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”.
Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l’agghiacciante elenco. È uno stillicidio insopportabile, al pari della sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. E dunque, è più che mai doveroso analizzare e decifrare il drammatico fenomeno del sovraffollamento carcerario, ribadendo, ancora una volta, con forza l’impellente necessità di interventi urgenti. La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle cd. “ore d’aria”. Questo rappresenta, senza dubbio, una patente violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario.
Tale situazione non è insuperabile. È necessario riempire di senso, il tempo della detenzione, offrendo più attività “trattamentali” (culturali, lavorative, sportive e ricreative). Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate.
Si sottolinea, altresì, l’assoluta necessità di personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza. È necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia
i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo, dunque, a tutti i Parlamentari norme specifiche ed urgenti, ed al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica che ha sollecitato: “interventi urgenti, anche per tamponare l’emergenza”.
Così come sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e gli stessi magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva nel 1949 Piero Calamandrei – “bisogna vederle, bisogna esserci
stati, per rendersene conto”.
I suicidi sono, difatti, il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere. Il 18 aprile 2024, ovvero ad un mese esatto dall’appello del Presidente della Repubblica, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale diffonderà il seguente appello, ricordando i nomi dei detenuti morti suicidi, per malattia ed altre cause ancora da accertare nonché i nomi degli agenti di polizia penitenziaria che quest’anno si sono tolti la vita. Sin d’ora siamo disponibili a incontri con il Ministro della Giustizia, le commissioni giustizia di Camera e Senato e l’Amministrazione penitenziaria per dare il nostro contributo di scienza ed esperienza alla risoluzione delle gravi problematiche che affliggono il carcere, le persone detenute e
coloro che ci lavorano quotidianamente.