Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Caro Danilo,
ti dedico queste poche righe sapendo bene a cosa alludi col tuo ultimo intervento: era atteso, sapevo che sarebbe arrivato. D’altronde, tu – da professionista della politica quale sei stato durante tutta la tua lunga carriera – rappresenti quello da cui mi sto cercando di distinguere: se questa che abbiamo sotto gli occhi è la Portoferraio gestita dalla politica – di ogni parte, s’intende – ebbene io vorrei impegnarmi per fare qualcosa di diverso.
Leggendo il tuo pensiero nei miei confronti, però, mi sento un po’ amareggiato. Penso che tu ricordi mio padre Silvano, un uomo di sinistra che lavorava instancabilmente. Quando parlava di te, Danilo Alessi, ti considerava un grande amico e una grande persona. Questo è sempre rimasto impresso nella mia mente, poiché conoscevo il suo modo di ragionare e per lui ciò era senza dubbio vero. Per me sei sempre stato ciò che eri per lui. Quando parlo di mio padre e di mia madre Nisia, lo faccio per sottolineare che gran parte di ciò che ho realizzato nella mia vita è basato sui loro insegnamenti. Spesso, quando devo prendere decisioni, mi vengono in mente le fondamenta che loro hanno gettato per me e i miei fratelli. Purtroppo, Elvio, che era un punto di riferimento importante per me dopo mio padre, non è più tra noi.
La base lasciata dai nostri genitori e lo spirito imprenditoriale di fare per la famiglia e la comunità sono fondamentali. Quando ho detto in interviste che siamo diventati più di 400, intendevo che tutto ciò che abbiamo realizzato è grazie non solo alle mie capacità imprenditoriali, ma soprattutto al lavoro dei nostri collaboratori. Nelle nostre aziende siamo una grande famiglia allargata, dove ognuno di noi contribuisce in modo essenziale per garantire tranquillità alle nostre famiglie per il futuro. Capisco che gestire un’amministrazione pubblica non sia come gestire un’impresa privata, ma dopo averne studiato per mesi le normative e le dinamiche credo di poter contribuire positivamente alla nostra Portoferraio con la mia esperienza imprenditoriale, insieme al sostegno del gruppo di persone che mi supporta, con lo stesso spirito della famiglia di cui ti parlavo. Circa 50 persone qualificate stanno lavorando da mesi con noi per ascoltare i bisogni della nostra gente, per affrontare le sfide e risolvere le necessità urgenti di Portoferraio, per far sì che torni ad essere un’eccellenza per l’Elba, considerando la bellezza del nostro centro storico e del nostro paesaggio e la ricchezza della nostra cultura e della nostra storia.
Ti ringrazio per il consiglio di uscire dalle mie aziende, ma ho già preso le misure necessarie nel caso in cui la popolazione decida di vedermi come il nuovo sindaco di Portoferraio.
Capisco che dal tuo punto di vista politico potresti vedere la mia figura imprenditoriale come un aspetto negativo, ma molti invece lo vedono come un serio e positivo cambiamento per il futuro del nostro paese. Colgo l’occasione per augurarti una buona Pasqua e ti ricordo che per me sei sempre stato il Danilo di cui mio padre parlava come di un grande amico. Ti saluto con stima e affetto.
Tiziano Nocentini
Portoferraio, 29 marzo ‘24
Federica Nassi
Leggendo le schermaglie politiche di candidati, opinionisti, critici, comprendo che riuscire a tornare al valore per cui è nata la politica è difficile, dare voce ai cittadini. I sindaci che su sono susseguiti a Portoferraio, hanno provato a destreggiarsi tra necessità e possibilità, senza ottenere alla fine risultati soddisfacenti. Ci sono spazi come la caserma ex finanza, abbandonata a se stessa, mancano parcheggi, navette, decoro pubblico, ma soprattutto manca l’educazione civica, il tenere alla cosa pubblica, eppure Portoferraio potrebbe il giardino di casa!
30 Marzo 2024 alle 15:37