Fortezze: le avanzate e il bastione di Santa Fine

di Marcello Camici

Il bastione di S. Fine è un bene culturale,monumento ricco  di storia  ancora oggi  presente e visibile in località le Ghiaie a Portoferraio.

In forte stato di degrado ,in  completo abbandono e chiuso al pubblico.

E’parte  integrante delle opere di difesa del fronte di attacco  di terra poste in avanzata nella parte nord davanti ai bastioni  di difesa medicea  buontalentiani , sovrastanti e retrostanti.

Come tutte le opere del fronte di attacco di terra avanzato  è fortificazione sussidiaria e  aggiunta, comparsa cioè  in seguito alla costruzione del sistema bastionato  di difesa  principale che si diparte da forte Falcone  fino in basso all’apertura della darsena ,costruito nel  cinquecento.

Il bastione di S. Fine non  è per questo  presente e raffigurato  nei disegni,dipinti ,piante  di  Portoferraio del cinquecento,secolo di fondazione di Cosmopoli  e neppure citato in carte di archivio dello stesso secolo.

In una pianta del 1602  che raffigura il circuito fortificato  di Portoferraio  nello stato del 1575, di Matteo Neroni ,non è raffigurato alcun bastione di S. Fine.

Un documento di archivio del 1601 fa però intendere cosa  esisteva in quel luogo agli inizi del seicento: questo documento parla infatti di  “rivellino Monte Auto” verso le Ghiaie.

Si  tratta di una relazione di una ispezione eseguita il 3 ottobre 1601 relativa alla “CORTINA SOPRA IL RIVELLINO MONTE  AUTO VERSO LE  GHIAIE “. Rivellino è termine  col quale in architettura militare si intende  opera sussidiaria rivolta verso il nemico (talvolta ad andamento semicircolare e talvolta a punta triangolare) e col termine cortina si intende un tratto di muraglia di cinta difensiva .

Qui ,al “rivellino Monte Auto verso le Ghiaie”,  coloro che nel 1601 eseguono la ispezione ,relazionano  che  è necessario  “…terrapienare al pari del Angolo con mettere il terreno appendenzìa tirare al pari della piazza l’orecchione dove sta la sentinella la notte per fare tutta una piazza colla suddetta cortina , et havanzando i contraforti tagliarli al pari del terrapieno acciò che la cortina possa fare da parapetto a soldati et alle ronde  a condurre la terra drento e altro magisterio di  smusare dove sta il petriere et parapetto , e lì fare il ponte da condurre la terra et altro come sé detto essendovi una porta lassata apposta la quale fa molta comodità ,come fussi terrapienato la porta si murassi per cavar laqua della detta cortina voltarla la metà nella casamatta della sortita del Monte Auto ,e laltra metà alla volta del orecchione che si è detto tirare al pari della cortina acciò laqua vadia fuori della muraglia …  “

(Filza  1802.Archivio Mediceo.cc.865-867.Aarchivio di stato Firenze)

Terrapienare per fare tutta una piazza colla suddetta cortina significa progettare la costruzione di un bastione.

Esistono poi tutta una serie di piante militari di Portoferraio che a partire dal seicento indicano  la zona di S Fine essere  oggetto di attenzione quale luogo di difesa da attacco nemico dalla parte di terra.

Intorno alla metà del seicento  in una pianta delle fortificazione di Portoferraio ,attribuibile a Ferdinando del Tacca, si trova  annotato alla lettera  “S”, nella zona di S. Fine, il “Fortino delle Ghiaie” .

In una pianta del 1673 di Raffaello del Bianco il “Fortino delle Ghiaie”” è annotato   alla lettera “F” come luogo dove “sentinella vecchia che non si guarda più”.

 

Del 19 maggio 1758 è “La pianta della piazza di Portoferraio per l’intelligenza delle osservazioni fatte sopra le fortificazioni della medesima “. Nelle annotazioni di detta pianta  nella zona di S Fine,con la lettera “N”,  è chiaramente riportata  la “Opera di S. Fine” 

E’ perciò nel seicento che deve essere collocato l’inizio della costruzione di questa Opera di S. Fine  così come è pervenuta a noi. Deve essersi sviluppata attraverso fasi  costruttive successive : da una primitiva cortina   muraria,poi rivellino,luogo dove tenere una sentinella di guardia fissa   durante la notte ,si è trasformato in bastione con garitta di vedetta permanente.

Lo conferma  che S Fine è luogo  presidiato  da truppe viene da Vincenzo Coresi del Bruno governatore militare e civile di Portoferraio:

 

“                                               A dì primo agosto 1712

Armamento del Presidio di Portoferraio

….PONTICELLO

Rastrello della Guardia    hore 24

Rastrello di dentro                “   15

Fortino                                    “     9

Sopra Le Fornace                  “     9

Santa  Fine                             “     9

Ronda                                      “    9

Rondino del Serg:                  “     1

                                                 ———

                                                  Hore 76

                                             Uomini  10 “

(Cfr pg 23 di “Zibaldone di memorie” Vincenzo Coresi del Bruno 1729.Dattiloscritto conservato nella biblioteca comunale di Portoferraio copia dell’originale manoscritto conservato nella biblioteca marucelliana di Firenze”)

 

Bastione di S. Fine ,posto in avanzata, da dove la truppa,tramite camminamento, poteva ritirarsi  nell’opera sussidiaria immediatamente  retrostante e  sovrastante chiamata “Ridotto di Santa Fine “ .Da qui, dal “Ridotto di Santa Fine “,viceversa, truppe potevano giungere  a rinforzo di quelle nel bastione omonimo sottostante attraverso camminamento a cielo aperto scomparso ma ancora visibile in una foto dei primi anni del novecento.

 

Non visibile,perchè sotto la punta di S. Fine,nel luogo del noto “tuffo del gronchetto”,è una grotta sotterranea alla quale si arriva solo con un percorso subacqueo che inizia da un anfratto nella roccia a nord di Santa Fine.Un tunnel subacqueo che sfocia a risalire a livello del mare in una grotta sotterranea  nella quale sono presenti tre gradini che dal piano dell’acqua salgono ad una piccola porta ricavata nella roccia  ed in parte regolarizzata in muratura di mattoni .Il vano di questa porta è chiuso da tamponatura in calcestruzzo  di evidente epoca recente.

Non si sa cosa vi sia dietro.

Si può ipotizzare che questo percorso sottomarino costituisca un elemento di emergenza  con uno sbocco sullo spalto del bastione al quale, tramite un camminamento interno, si può arrivare.

Un prolungamento perciò di quel  camminamento che a cielo aperto connetteva lo spalto del bastione di S Fine  al sovrastante del “Ridotto di Santa Fine” di cui sopra ho accennato alla foto 6 : questo  camminamento , collega, a cielo aperto, il bastione  di S Fine salendo direttamente al ridotto sovrastante omonimo: il “ridotto di S. Fine “.

Dal “ridotto di S. Fine “ un camminamento di trincea .fiancheggiando la “tanaglia del Lazzaretto” sale su per raggiungere la “gola”alla base  nord del Bastione Carciofaia dove nell’ultimo tratto, attraverso un passaggio in galleria,arriva  allo spalto del  bastione di S Ferdinando in fondo al quale si apre la “gola” alla base del bastione della Carciofaia ,ove è ubicata la  porta “segreta “ che consente al camminamento iniziato  in basso dalla punta di S. Fine  di raggiungere il forte Falcone  aprendosi  con un fornice  nel fossato asciutto tra il Falcone e il bastione della  Carciofaia .

La porta è chiamata “segreta” in senso militare  in quanto è piccola, bassa posta in posizione non visibile all’osservazione del nemico e perciò anche al tiro nemico e conseguentemente facilmente difendibile.

 

Forte Falcone  è la  mèta   di questo lungo  camminamento ,ancora oggi esistente, e di altri camminamenti  delle “avanzate” ,in quanto ultima ed estrema zona di difesa del fronte di attacco di terra.

Mirabile bastione ,quello di Santa Fine,costruito direttamente  sullo scoglio e che dello scoglio ne fa non solo sostegno ma anche, in alcune parti,  muro di contenimento .

Giungendo fino a noi,ha resistito  alle intemperie delle mareggiate,all’incuria  e al riuso improprio per scopi bellici.

E’ in forte stato di degrado con troniere in parte tamponate da cemento e con struttura muraria  della cortina che sta cedendo.

 

 

 

MARCELLO   CAMICI

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