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Diritti umani e linguaggio: parole come finestre da aprire

L'evento "Oltre la mimosa"Parlare ampio, pensare inclusivo di Amnesty International

Si è svolto Sabato 9 marzo, alle 18:00, presso la Sala della Gran Guardia a Portoferraio, l’evento di Amnesty International Gruppo Isola d’Elba, in collaborazione con la Proloco di Portoferraio, intitolato “OLTRE LA MIMOSA: Parlare ampio, pensare inclusivo.

Una bella e attenta partecipazione, un percorso di immagini, musica e parole che si è svolto con momenti di sincera emozione per le canzoni di Demetra Tegas, per la testimonianza della Professoressa Licia Baldi, per le letture e per la partecipazione di spettatori e attori di tutte le età.

La Professoressa Baldi socia storica di Amnesty, recentemente insignita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, è stata accolta con un abbraccio e un mazzo di fiori dalla responsabile del Gruppo Amnesty Elba, Marilena Sangalli. Licia Baldi ci ha rapito con il suo intervento: “non ho fatto niente di eccezionale – ha detto- è stata la vita a scegliermi”, ed ha raccontato che il suo impegno di volontaria con il Carcere di Porto Azzurro nasce nel 1986, periodo di grande fervore di rinnovamento nella scuola, in cui il distretto scolastico di cui faceva parte come insegnante, volle aprire al carcere le porte dell’istruzione. Arrivarono tante richieste di persone che volevano studiare e da lì si attivò un percorso virtuoso fino ad arrivare a instituire con i colleghi del liceo una sezione staccata del liceo in carcere. “Noi insegnanti volontari – ha aggiunto- offriamo strumenti fondamentali per dare una motivazione a vivere: cultura e lavoro, sanciti dall’art 27 della la Costituzione che parla di rieducazione, con alti e bassi siamo andati avanti e oggi, dopo 12 anni di volontariato, esiste un corso di alfabetizzazione, percorsi universitari, teatro, biblioteca, ma l’essenziale è l’ascolto della persona, nel carcere per rieducare l’ascolto funziona più della coercizione “.

Alessandro Beneforti ha illustrato la sua mostra intitolata “Fifty Women/Donna Vita Libertà”, estratta dal progetto fotografico “Iran la rivoluzione silenziosa”, reportage dai suoi due viaggi in un paese complesso dove l’età media è di 33 anni e dove il potere politico è mascherato dal potere religioso per poter gestire le immense risorse del paese. Paese, oggi in mano a un dittatore, che vanta invece una cultura millenaria, quella della antica Persia, dove Ciro il Grande fu il primo a parlare di diritti umani lasciando libertà di culto alle persone conquistate.

Proiettati il video di Marta Carnelos, significativa sintesi sul linguaggio discriminatorio contro le donne, e quello della campagna di Amnesty, #iolochiedo in collaborazione con rinomati attori e attrici italiani che ribadisce che “il sesso senza consenso è stupro” (https://youtu.be/PP9wUjw2ylg).

Una breve trattazione sul concetto di linguaggio ampio, estratta dalle linee guida di Amnesty International, ha evidenziato come anche con la lingua, talvolta si fanno discriminazioni e che l’uso di essa può influenzare la nostra visione del mondo. Ne hanno dato esempio a seguire le letture interpretate da Fernando Falcone, Daniela Caretti, Maria Paola Diversi e Sandro Tanganelli, tratte dal libro di Michela Murgia “Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire piu'”.
Brani letti per riflettere su come il linguaggio sia rivelatore di un modo di pensare e del sentire comune e che sta a tutti noi cambiare, donne incluse.
La Giornata Internazionale della Donna è stata solo lo spunto per questo incontro con l’intento di approfondire l’importanza del linguaggio ampio e per affermare che, anche nella difesa dei diritti umani, le parole sono finestre da aprire o muri, dipende da noi come ne facciamo uso.

Nel ringraziare per la collaborazione la Pro Loco di Portoferraio, Alessandro Grosso del Circolo degli Artisti e tutti coloro che hanno partecipato, ricordiamo di sostenere con una firma l’impegno di Amnesty per la difesa dei diritti delle donne, con la campagna #IoLoChiedo, sulla necessità di un adeguamento della legislazione italiana e l’introduzione del principio del consenso nei reati di stupro, primo passo in avanti per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

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