Nel lontano 1982, con l’ausilio e la partecipazione delle organizzazioni sindacali CGIL-CISL- UIL, la TOREMAR (Toscana regionale marittima), consentì un rapporto di lavoro 1/1 sulle proprie navi con un incremento dell’occupazione non indifferente per la Toscana. Oggi, rispetto ad allora, ci troviamo dinanzi ad una consistente perdita di unità lavorative nel nostro territorio e con un servizio quanto mai scadente, reso da navi oramai vetuste, da molti classificate come dinosauri marini.
Dopo aver prorogato di un anno il rinnovo della convenzione dei servizi marittimi per l’Arcipelago Toscano, scaduta il 31 dicembre scorso, la Regione pare sia orientata ad affidarne la gestione in maniera disgregata, creando problemi di carattere tecnico e organizzativo di non poco conto e con il reale rischio di un peggioramento del servizio a scapito degli utenti e dei lavoratori.
Per questo siamo fortemente preoccupati e contrariati rispetto alle scelte che la Regione intende compiere con la separazione del servizio in tre linee, che, tra l’altro, ci riporterebbe indietro ai primi anni 60/70, quando alcune di esse erano convenzionate ed altre no.
Restiamo pertanto convinti che la scelta giusta sia quella di una società unica di gestione di tutte le linee, con l’obiettivo di ampliare e migliorare i servizi, di utilizzare appieno lo strumento del PNRR e di pianificare nel bando l’acquisizione di nuovi traghetti veloci e puliti, possibilmente da costruire nei cantieri toscani.
Chiediamo pertanto alla Regione di rinunciare ad un progetto ritenuto disgregante e irragionevole e di bandire un’ unica gara pubblica, concorrendo così allo sviluppo socio-economico di ogni singola isola, in conformità a quanto indicato dall’art. 3 della legge n. 169 del 19 Maggio 1975.
Sia chiaro, noi non parteggiamo per nessuna bandiera armatoriale, ma se il quadro emerso non dovesse cambiare, abbiamo il fondato timore che ancora una volta saranno i cittadini e i lavoratori a farne le spese. Perché è inaccettabile che una questione che riguarda la vita degli isolani venga trattata non come un fatto d’interesse pubblico, ma come una faccenda di libero mercato.
Da questo quadro scaturisce una nostra riflessione e una conseguente proposta con la quale chiediamo che siano investite maggiori risorse a sostegno del bando unico e che venga utilizzato lo strumento UE per la sussidiarietà usato dagli stati membri per il finanziamento dei servizi marittimi. Occorre pertanto garantire una effettiva continuità territoriale, recependo la norma europea sull’orario di lavoro con l’introduzione delle otto ore e doppi turni giornalieri, triplicati nella stagione in H24 per corse notturne, e con la predisposizione graduale della nuova metodologia di lavoro. Tutto ciò anche a garanzia di migliori e più qualificanti condizioni operative per i lavoratori marittimi e per l’indotto.
Se parliamo di sovvenzione, parliamo di trasparenza, per cui secondo noi è necessario che venga reso pubblico il risultato annuale della vendita dei titoli di viaggio passeggeri e mezzi al seguito, pensando ad un nuovo tipo di biglietto unitario che dovrebbe essere esteso a tutti i residenti in Toscana, prevedendo agevolazioni per chi studia e per chi deve recarsi in continente per problemi di salute e calibrandolo per chi ha seconde case sulle isole.
I dati ci dicono che gli investimenti fatti dalla Regione a favore del cabotaggio marittimo rispetto a quelli assegnati alla mobilità su ferro e gomma, appaiono squilibrati e in larga misura insufficienti, così come risulta vaga e approssimativa la visione d’insieme che la Regione ha di tutto l’arcipelago. Una visione a cui bisogna dare maggiore concretezza, avviando una sostanziale ed effettiva transizione ecologica di settore mediante la elettrificazione dei porti e l’applicazione a bordo dei traghetti del circuito scruber a sistema chiuso per il filtraggio dei gas di scarico dai fumaioli, in modo da ridurre al minimo le emissioni tossiche in attesa dell’entrata in servizio di un nuovo e moderno cabotaggio marittimo.
Per tutto questo riteniamo imprescindibile e urgente che la Regione, prima di emettere il bando relativo alla nuova convenzione, si faccia carico di promuovere un nuoco confronto pubblico con le parti sociali, le istituzioni e le popolazioni dell’Arcipelago.
Elbano
Un occupazione non indifferente per la Toscana? guardiamo quanti toscani o quanti elbani sono rimasti a lavorare per la Toremar, il rapporto 1/1 ha favorito i pendolari marittimi da fuori regione.
2 Marzo 2024 alle 11:33