Nonostante il maltempo, il workshop “La Grande Traversata Elbana e altri cammini – Quale futuro e organizzazione del turismo lento all’Isola d’Elba”, organizzato il 23 febbraio da Legambiente Arcipelago Toscano, in collaborazione col Parco Nazionale Arcipelago Toscano, a partire dalle ore 930 all’azienda agricola – B&B Fonte di Zeno a Lavacchio, nel Comune di Marciana, ha visto una partecipazione numerosa, attenta di operatori turistici, associazioni, pro loco, guide, trekkers e dell’assessore Fortunato Mazzei in rappresentanza del Comune di Marciana.
Un incontro che si è rivelato molto concreto, operativo e che, dopo l’intervento di apertura di Umberto Mazzantini di Legambiente Arcipelago Toscano, che ha detto che è arrivato il momento di passare dal lamentarsi di quel che non va a organizzare, strutturare, condividere quella che è ormai diventata quasi spontaneamente l’infrastruttura verde, la spina dorsale del turismo del futuro, e che questo lo si può fare solo tutti insieme, è intervenuto il presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri che ha concordato con l’impostazione di Legambiente e ha ricordato l’importanza della sentieristica per il Parco, ricordando però che la GTE è per circa la metà al di fuori dell’Area protetta. Temi ripresi nell’intervento del direttore del Parco Nazionale Maurizio Burlando che, dopo aver evidenziato quanto il parco ha fatto e fa per la sentieristica, ha fatto notare che continuano però sia il vandalismo contro la segnaletica e la cartellonistica che i tentativi di chiusure di sentieri da parte di privati e che questo fa perdere tempo e denaro che potrebbero essere spesi per una migliore manutenzione dei percorsi. Anche Burlando ha concordato sul fatto che ormai i numeri del trekking sono altissimi e che tutto questo comparto ambientale/economico e culturale vada messo a regime con una cabina di regia comune.
Sebastiano Venneri, responsabile turismo di Legambiente nazionale e presidente Vivilitalia, ha illustrato efficacemente il percorso per arrivare a questo, per creare una comunità fatta da operatori turistici, guide, Parco, associazioni culturali e sportive, ambientalisti, amministrazioni pubbliche… Venneri ha sottolineato che la GTE, con le sue 4 tappe e i molti rami, la bellezza di un tracciato in gran parte selvaggio e che si interseca con emergenze culturali e gastronomiche, è l’ideale per un turismo esperenziale, attento, disposto a spendere più della media e che programma in gran parte vacanze che vanno dai 5 a 7 giorni.
Un percorso comune da costruire passo passo e che dovrebbe portare nella primavera del 2025 ad organizzare la prima grande festa della GTE e dei cammini elbani, una settimana di iniziative rivolte a tutti gli appassionati di trekking e natura in Italia che presenti il nuovo volto dei cammini elbani e diventi l’appuntamento fisso di un nuovo turismo per tutto l’anno che prenda anche atto dei mutamenti post-pandemia e del cambiamento climatico che sta cambiando anche la stagione turistica.
Un’idea condivisa dagli operatori turistici intervenuti, a partire da Claudio della Lucia dell’Associazione Albergatori Isola d’Elba che ha annunciato che si sta formando un consorzio degli operatori turistici che già si occupano o vogliono occuparsi di ecoturismo e che bisogna consolidare con un impegno comune e condiviso quella che è già una grande infrastruttura turistica naturale che attrae migliaia di camminatori.
Michele Cervellino del CAI, che insieme a francesco Stea ha scritto la nuova guida alla Grande Traversata Elbana – edita da Terre di Mezzo – e che è stata presentata in anteprima in questi giorni a Milano a Fa’ la cosa giusta, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, ha ricordato il grande lavoro svolto dal CAI per il rifacimento della segnaletica, della cartellonistica e degli arredi della GTE e degli altri percorsi elbani. Come altri intervenuti, Cervellino ha evidenziato la necessità di fare ancora meglio e di correggere costantemente eventuali errori e mettere ordine a una segnaletica che a volte si sovrappone con quella ufficiale confondendo i camminatori.
Il workshop si è concluso con l’impegno a organizzare almeno un altro evento di questo tipo nell’Elba orientale, a ritrovarsi per mettere in piedi l’embrione della governance e con involgere amministrazioni comunali, Regione e Gestione Associata del Turismo in un percorso comune, partecipato e inclusivo.
Ma la chiusura vera, come succede spesso con le iniziative di Legambiente, è stato un momento ancora più conviviale: un pranzetto a Km Zero a base di tortiglioni alla cipolla di Patresi, cavolo e salciccia, dolce al cioccolato di Poggio, vino doc dell’Arrighi e liquorini di Fonte di Zeno che, ancora una volta, ha ospitato magnificamente gli amici dell’ambiente in una struttura bellissima anche con il maltempo. Un luogo che è manifesto concreto del turismo del futuro che è già il presente.