Da Luigi Lanera , consigliere personale del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, sen. Sebastiano Musumeci riceviamo e pubblichiamo integralmente il testo di una iniziativa dedicata alle isole minori della quale lo stesso Lanera è promotore.
Un ecosistema formativo dedicato al mondo del mare dal punto di vista della biodiversità, della pesca, dell’enogastronomia e dell’ospitalità, valorizzando le isole minori italiane. Una vera e propria “Accademia del mare”, un progetto che trasforma ogni isola minore in un luogo formativo nei periodi al di fuori dai flussi turistici estivi.
È questa la proposta che arriva da Federico Samaden e Giovanni Moschini. Il primo, dirigente da ormai 14 anni della Scuola Alberghiera Trentina e presidente della fondazione di ricerca sociale “Demarchi” di Trento, precedentemente fondatore e gestore per 20 anni della sede trentina di San Patrignano. Il secondo, invece, residente in modo stabile da 5 anni sull’isola di Capraia, con una trentennale esperienza di imprenditore, fondatore del “Gruppo Valdinievole” per il contrasto alle dipendenze.
“Esiste un filo sottile che unisce tutte le isole e chi ci abita. Essere in mezzo al mare definisce, pur nelle singole peculiarità, un pensiero “isolano” comune, un po’ come accade nelle alte terre di montagna. Non c’è solo il mare, ma anche ciò che la terra regala. E poi l’ospitalità, che accoglie chi arriva dalle “terreferme”. Tutto questo patrimonio sarebbe opportuno e utile metterlo a disposizione dei giovani studenti delle scuole alberghiere e agrarie, ma non solo, affinché possano beneficiarne attraverso una didattica esperienziale”.
“Ogni isola” – spiegano gli ideatori di questa proposta – “avrebbe le sue specifiche e potrebbe valorizzare un qualche bene pubblico dismesso, attivando anche una rete di artigiani locali (pescatori, allevatori, cuochi, vignaioli, casari, etc) quali docenti esperti. L’Accademia avrebbe così il ruolo di dare visibilità e collegare tutte le grandi professionalità presenti e troppo spesso non valorizzate, oltre che di costituire una grande “community” fatta da tutti quelli che a vario titolo vorranno vivere una esperienza vera e formativa sulle isole. Anche lo stile dell’ospitalità ne avrebbe beneficio, in quanto oggetto di momenti formativi dedicati agli abitanti e gestori di strutture ricettive. Così la Accademia sarebbe motore di miglioramento e di sviluppo per ogni isola, oltre che portare persone in periodi non oggetto di flussi turistici”.
“Dal punto di vista delle scuole sarebbe una grande opportunità di specializzare gli alunni su tutto ciò che riguarda il mare e i suoi prodotti, costruendo così una vera e propria filiera di qualità nei profili dei futuri professionisti dell’ospitalità. Anche dal punto di vista dello sviluppo economico sarebbe interessante individuare possibili nuove startup, anche sociali, gestite da giovani, in parte anche usciti dall’Accademia, che trasformino i prodotti e li commercializzino. E ancora, non ultimo, si aprirebbe un canale molto interessante per il reinserimento sociale di fasce svantaggiate, che potrebbero essere un valore nella cura del territorio e delle attività sulle isole”.
L’Accademia del mare, sottolineano Samaden e Moschini nella loro nota, “non sarebbe una semplice scuola, ma un vero e proprio “ecosistema formativo”, che coinvolgerebbe pubblico e privato nella sfida dello sviluppo sostenibile”, sfida che tutte le isole minori sono chiamate ad affrontare.
“Chiaramente, si dovrebbe individuare un arcipelago campione da cui partire, e poi il modello, una volta progettato e messo a terra, diventerebbe esportabile in altri arcipelaghi italiani con le dovute curvature identitarie. Una parte dell’attività sarebbe poi dedicata a costruire piani formativi sull’ospitalità e sui mestieri del mare per gli abitanti delle isole e per i gestori di attività ricettive, di ristorazione, di pesca e di trasformazione agroalimentare. Una sfida per innalzare il livello della qualità dell’ospitalità delle isole minori, con un’attenzione alla cura dell’ambiente e alla sostenibilità, e uno strumento per mantenere i giovani sulle isole, quali custodi esperti del patrimonio culturale e artigianale di ogni isola. Siamo convinti che in questo progetto si potrebbero coinvolgere importanti aziende del settore Horeca e anche di quello agricolo, senza escludere la responsabilità sociale di impresa che potrebbe vedere impegnate anche grandi imprese italiane e internazionali (tipo ENI)”.
“In fondo” – concludono Samaden e Moschini – “dedicarsi alla crescita del futuro capitale umano è la vera sfida e noi lo abbiamo sempre fatto! I sogni hanno bisogno di persone che li sappiano realizzare, con una grande passione e visione ma anche con capacità concrete imprenditoriali, e in questo senso, a garanzia sia per il pubblico che per il privato, mettiamo a disposizione le nostre competenze. Insieme, quindi, potremo essere motore di energia e garanzia di equilibrio e di buona gestione delle risorse, e portare al successo questa sfida”.
Quindi l’appello al Ministro delle Politiche del Mare: “Una sfida così importante non potrebbe essere vinta senza il convinto intervento del Dott. Musumeci, che sappiamo essere uomo di grande visione e attenzione per i giovani e per isole minori. Restiamo quindi, fiduciosi, a disposizione per un’eventuale incontro di approfondimento”.