Vincenzo Mellini con queste parole parla della vicenda dell’acquisto della casa di San Martino da parte di Napoleone avvenuta nel 1814 :
“….nello sperone formato dalla confluenza del fosso di San Martino e del Colle Grande ,sorgeva all’altezza di 108 metri circa sul livello del mare ,una casetta e lì presso una chiesina intitolata a San Martino sorta forse prima del 1290. Doveva essere questa la chiesa parrocchiale di un paese di cui non è rimasto neppure il nome ,quantunque esistano ancora le tracce della sua acropoli sulla collina detta di Castiglione .La casetta e la chiesa distanti ambedue da Portoferraio non più di cinque chilometri e circondate da vigne e da boschi appartenevano a Giuseppe del fu Giuliano Manganaro ,tenente del battaglione franco, uno dei maggiorenti di quella città…… Nelle prime escursioni nei dintorni di Portoferraio ,Napoleone ,vista quella vallata ricca di bosco,di vigneti e di acque potabili ,sparsa di agresti abituri popolati da agricoltori dai costumi gentili ed ospitali ,e promettitrice di quieti silenzi ,nonostante la vicinanza della città , e notata quella casetta ,così ben collocata ,che sembrava offrire un asilo di pace e di tranquillità si sentì attratto invincibilmente dalla dolcezza del luogo e si propose di porvi stanza e di acquistare la casetta ,le vigne e i boschi che le facevano corona.Fu per altro incerto ,se comprare quella tenuta in nome suo ,oppure della Principessa Paolina , o di suo marito. Finalmente risolse di comprarla in proprio ,ed ordinò al Lapi ,direttore del demanio imperiale di farne l’acquisto ,esentando peraltro il contratto dalla tassa del registro . La tenuta fu comprata per fr. 41530 il 27 giugno 1814 con atto pubblico rogato Pasquale Lambardi.Appena n’ebbe il possesso ordinò che fosse tracciata subito la strada per andarvi e vi crogò i fondi che aveva destinato per quelli di Lacona e poiché la cosa era insufficiente ai bisogni .commise all’architetto Bargigli il disegno per trasformarla in una piccola villa. Il disegno gli piacque e subito dette incarico al Gran Maresciallo di compilare il quaderno d’oneri e il contratto,volendo far eseguire il lavoro da un accollatario. Entrato in possesso del podere dei Manganaro e fatte innalzare le fondamenta della villa gli parve troppo angusto il luogo e incaricò subito il Lapi di acquistare altro terreno circostante e il Bringuer di informarsi del costo di una casa vicino che avrebbe voluto ridurre a scuderia-E poiché il Lapi sembra che non si spiegasse bene nella relazione che fece all’Imperatore,questi scrisse al Bertrand che intendeva pagare a pronti contanti ed entrare immediatamente in possesso del nuovo terreno.Quanto alla casa da servire per scuderìa ,avendogli detto il Bringuer che era inservibile , vi rinunziò e gli commise di convocare il Consiglio della sua Casa perché desse il parere e si assicurasse che sul terreno non gravassero ipoteche. ”
(Cfr pg 46- 47 di “Villa di S. Martino “ in “L’isola d’Elba durante il governo di Napoloene I” Vincenzo Mellini .Stabil.Tipo. del “Nuovo giornale “ Firenze 1914)
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Con questa nuova residenza era intenzione di Napoleone avere un luogo privato lontano dagli affari pubblici della residenza dei Mulini in Portoferraio con ciò ripristinando quello che era stato costretto ad abbandonare a Parigi .Per l’Elba Napoleone ripete lo schema imperiale del quale, per ovvie ragioni, riduce solo le dimensioni: due residenze, una di governo e una privata. A Parigi Saint-Cloud e la Malmaison. All’Elba i Mulini e San Martino.
Non solo ordinò che fosse tracciata la strada per la residenza privata ma anche diede disposizioni particolari per essa riguardanti la percorribilità. A questo proposito il Pelissier scrive che Napoleone voleva “.. terminare la strada da Portoferraio a San Martino in maniera che ci possa andare facilmente di notte e che due carrozze possano incrociarsi ovunque senza impaccio.Siccome questa strada mi è la più necessaria ,non mi dispiacerà di impiegarvi i 4150 franchi che restano sulla strada da Portoferraio a Procchio.Ordinate ugualmente al Signor Lambardi di far mettere della sabbia sulla strada ,dopo il ponte fino alla casa di San Martino e di far fare dei fossi per lo scolo delle acque ,in modo che anche durante la pioggia ci si possa passeggiare senza fango..”
(Pelissier L. “Le registre de l’ile d’Elbe,lettres et ordres inedites de Napoleon I(“4 Mai 1814-22 fevrier 1815),Paris 1897
La casa campagnola ,la “maison roustique”, volle dunque l’imperatore fosse un luogo dove con facilità vi si potesse giungere anche di notte e dove due carrozze potessero incrociarsi. Tutto ciò per godere quella tranquillità che la zona possiede ,un asilo di pace dove magari poter ricevere la moglie Maria Luisa col figlio quando fossero arrivati all’Elba.Era questo che lui sperava. Desiderava molto che venissero a trovarlo, non potendo lui farlo. Ma ciò non accadde. Questo desiderio di incontrare moglie e figlio era nella mente e nel cuore del principe dell’Elba .Tal sentimento trova espressione nell’affresco che fece fare in una sala dove due colombe stendono un filo annodato ,affresco che ha dato il nome a tutto l’ambiente come “sala del del nodo d’amore “
(FOTO 2)
Il tracciato della strada per la casetta rustica è quello che oggi si percorre per arrivare alla villa napoloenica di San Martino , una volta lasciata la strada provinciale per Procchio al bivio di San Martino.
La strada,con il restaurato granducato di Toscana, fu mappata catastalmente col nome di “Strada maestra di San Martino”.In queste carte catastali granducali si trovano mappati terreni e case di proprietà.
In una di queste carte catastali, col nome “Villa Manganaro detta il Respiro” , è mappata la villa del proprietario dei terreni , “Giuseppe del fu Giuliano Manganaro”, da cui,come scrive il Mellini , Napoleone aveva fatto acquisto del terreno con casetta.
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Questa strada oggi viene percorsa velocemente con mezzi motorizzati .
Se però la si percorre lentamente, a piedi, fa capire meglio il passo col quale il Mellini scrive con poche parole perché Napoleone scelse di andarvi ad abitare “…Nelle prime escursioni nei dintorni di Portoferraio ,Napoleone ,vista quella vallata ricca di bosco,di vigneti e di acque potabili ,sparsa di agresti abituri popolati da agricoltori dai costumi gentili ed ospitali ,e promettitrice di quieti silenzi ,nonostante la vicinanza della città , e notata quella casetta ,così ben collocata ,che sembrava offrire un asilo di pace e di tranquillità si sentì attratto invincibilmente dalla dolcezza del luogo e si propose di porvi stanza e di acquistare la casetta ,le vigne e i boschi che le facevano corona “
Tutto questo aveva apprezzato Napoleone nelle prime escursioni avvenute lentamente ,forse a cavallo o forse a piedi.
Oggi,percorrendo a piedi questa strada napoleonica che è stata asfaltata,ai suoi bordi si incontra un vecchio muretto abbandonato .
E’ poco visibile perché ricoperto da vegetazione e sfugge all’attenzione di chi passa velocemente in auto.
In parte è sopra e in parte sotto strada( FOTO 4 e 5).
E’ costruito con la stessa tecnica con la quale sono stati fatti edificare da Napoleone muri e piccoli ponti nel giardino della villa che si trova appena cinquecento metri più avanti.
La sua presenza non può avere altra funzione che quella di contenimento del primitivo tracciato stradale in terra battuta voluto da Napoleone .
Lo si vede bene in una vecchia stampa inglese del 1880 che porta il titolo “Portoferraio dalla casa di Napoleone”
FOTO 6