Quattordici donne vestite di nero, con il lutto al braccio. Indosso, le lettere che compongono la scritta “Cessate il fuoco”. È il grido delle donne elbane contro la guerra.
Intorno alle 15 di sabato 27 gennaio, la rete delle donne elbane, insieme alla Comunità Exodus, ad Elba Forum per la pace e ad altri manifestanti, si sono ritrovati davanti al Palazzo comunale di Portoferraio per un flash mob contro ogni guerra e ogni forma di violenza, che ha sfidato la circolare ministeriale.
Il corteo si è poi mosso in cammino lungo la Calata Mazzini, fino ad arrivare al porto, dove si è ripetuto il flash mob nell’orario di sbarco delle navi.
Un atto fortemente simbolico, quello di osare la pace con un messaggio scritto sui corpi delle donne: il femminile come archetipo che protegge la vita. Il gruppo elbano ha raccolto il testimone delle “Donne in cammino per la pace” di Brescia, che hanno lanciato l’iniziativa, ripetuta in tante altre piazze italiane, per gridare che la guerra non è fatta nel nostro nome, nel nome delle “Donne del sole” palestinesi, né in quello delle “Donne che osano la pace” di Israele.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Articolo 11 della Costituzione italiana.
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