Paolo Magagnini, una vita dedicata agli altri

di Danilo Alessi

Ci sono persone, parafrasando Gaber, che sono felici se anche gli altri lo sono. Paolo Magagnini è uno di questi, una vita in larga parte dedicata all’assistenza pubblica, per oltre vent’anni come presidente della Croce Verde ed ora, per conto dell’Anpas e su incarico dell’Asl con la collaborazione della Misericordia, a gestire il sito “zero code” istituito dalla Regione con l’intento di facilitare gli anziani all’accesso delle prenotazioni per le analisi del sangue. Nell’ufficio di viale Elba a Portoferraio, dove Paolo ogni giorno dalle 10,00 alle 12,30  da oltre un anno presta la sua opera di volontariato, sono transitate circa quattromila persone, alle quali è stato così evitato il fastidio di lunghe attese agli sportelli dell’Ospedale e facilitato il compito per il disbrigo del conseguente iter burocratico.

Da quando è nato, fin da bambino, Paolo non è mai stato con le mani in mano. A quattordici anni era già impegnato come garzone nella rinomata pasticceria del Giulianetti in via dell’Amore, per poi essere assunto a 16 anni nella storica tipografia di Leonida Foresi, dove permase per trenta ininterrotti anni, contribuendo in maniera lodevole e determinante ad un lavoro di fondamentale importanza dal punto di vista mediatico e culturale, prima che subentrassero le nuove e moderne tecnologie che hanno reso desueto l’uso dei vecchi caratteri tipografici, determinando così la chiusura della bottega.

Ciò non lo demoralizzò più di tanto e senza perdere tempo si mise in proprio dando vita ad una pizzeria, nota come la 2P – da non confondere con la famigerata loggia massonica P2 di Licio Gelli ma originaria nel nome dalle iniziali sue di sua moglie Paola –  che ancora oggi, ereditata dal figlio Alessandro, svolge la sua attività in via Carducci.

Nato a Portoferraio il 12 dicembre del 1941, sposato, appunto, con Paola, dalla quale ha avuto due figli, Alessandro, di cui abbiamo fatto cenno, e Elena,  professoressa d’italiano e insegnante di scuola superiore, Paolo può dirsi elbano ed in particolare portoferraiese a tutto tondo, inserito nelle pieghe della società dell’isola come pochi e impegnato anche in attività singolari che lo hanno fatto conoscere ed apprezzare per la fantasiosa capacità di svolgere ruoli del tutto diversi e inediti. Nelle feste paesane, per esempio, era solito prestarsi, per la gioia dei bambini,  alla vendita dello zucchero filato, con il suo banchetto e l’attrezzatura da lui stesso creata. E cosa dire della sua attività, senza aver fatto alcun corso abilitante, di allenatore della squadra di calcio femminile, così bravo e preparato, da essere chiamato a dirigere la rappresentativa regionale in una finale nazionale.

Dello sport, però, aveva ed ha purtroppo ancora un difetto, quello di essere uno juventino sfegatato, che per me, tifoso torinista, non è un difetto di poco conto. Ciò non mi impedì, e con me tutti elbani, di temere della sua sorte e delle migliaia di supporter dei bianconeri nella tragica vicenda dell’Heysel durante la finale della coppa dei campioni con il Liverpool  che nel 1985 causò la morte di trentanove italiani e di centinaia di altri feriti. Paolo, che in quell’occasione aveva seguito la sua squadra del cuore, per fortuna  era lontano dal luogo dove avvenne la tragedia e, seppure sconvolto per quanto era accaduto, ritornò indenne dalla città belga di Bruxelles.

Ma a parte questi “svolazzi”  d’ordine sportivo, Paolo è e resta un uomo che ha dedicato e ancora dedica il suo tempo a servire gli altri, quelli più deboli e fragili, quelli che hanno bisogno dell’aiuto di chi è più fortunato di loro. Lo ha fatto per ventidue anni nel difficile compito di dirigente della Croce Verde, lo sta facendo oggi come coordinatore elbano delle Pubbliche Assistenze. Io credo che le Istituzioni locali, prima o poi, dovrebbero in qualche modo rendergliene merito.

 

Danilo Alessi

Portoferraio, 18 gennaio 2024

Una risposta a “Paolo Magagnini, una vita dedicata agli altri

  1. Maurizio Mitrano Rispondi

    Ti è sfuggito ricordare, Danilo, l’attività che Paolo e Paola hanno magistralmente guidato per anni, prima della Pizzeria, lo storico Bar Pietri, di cui io, giovane ragazzino, fui suo dipendente per tre anni circa, tra quelle piccole mura, le discussioni di calcio non sono mai mancate, e che discussioni!! Lì dentro c’erano i famosi chicchi di Paolo Magagnini.

    19 Gennaio 2024 alle 17:03

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