Il 2024 sarà il più grande anno elettorale di sempre

di Enzo Sossi

Il 2024 sarà l’anno in cui centinaia di milioni di persone andranno al voto. Si comincia già il 13 gennaio prossimo con le elezioni presidenziali a Taiwan e che potrebbero avviare nuove tensioni dopo il discorso di alcuni giorni fa del Presidente cinese Xi Jinping che ha riaffermato che l’Isola fa parte a tutti gli effetti della Cina. In Croazia, gli elettori saranno chiamati al voto per ben tre volte: le Europee, le Parlamentari e le Presidenziali. In India, si prevede che il premier Narendra Modi riuscirà a raggiungere la rielezione e a rafforzare il suo potere sempre più utilizzato per indebolire la più grande democrazia del mondo. Poi, le elezioni in Russia sono una farsa, ma Putin utilizzerebbe una vittoria per rafforzare il suo potere nonostante le massicce perdite umane e militari in Ucraina. Le elezioni del Parlamento europeo offrono un’apertura ai partiti estremi sia populisti che anti-immigrazione. Negli Stati Uniti, una corsa alla Casa Bianca metterà nuovamente in gioco la democrazia americana con la possibile elezione di Trump che sta già dicendo apertamente che intende sottoporre sia la democrazia che l’ordine mondiale alla sua più grande prova e promette di usare l’autorità della presidenza per scatenare una – punizione – sui propri nemici e poi sventrare una burocrazia per rendere il governo uno strumento del suo potere personale. La retorica di Trump – con gli oppositori politici come “parassiti” e gli avvertimenti che gli immigrati inquineranno il sangue degli statunitensi – ricorda i dittatori degli anni ’30 in Europa e forse preannuncia potenzialmente la presidenza più estrema per gli Stati Uniti.

Le guerre in Ucraina e a Gaza, rischiano di innescare ripercussioni molto più ampie, mentre la stabilità sia economica che politica è minacciata dai flussi massicci migratori che stanno confondendo i governi su entrambe le sponde dell’Atlantico, con i politici che brancolano nel tentativo di trovare un modo umano ed efficace per proteggere i confini dagli afflussi record a Lampedusa a quelli sul confine meridionale negli Stati Uniti. Le feroci divisioni ideologiche all’interno delle democrazie occidentali fanno sì che le riforme per affrontare l’immigrazione clandestina, le strutture di frontiera sovraccariche e un sistema di asilo abusato appaiono impossibili.

Probabilmente, il 2024 approfondirà un nuovo allineamento globale. I Paesi occidentali si trovano davanti a un fronte sciolto ma sempre più coordinato di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, che hanno tutti interessi distinti ma che condividono l’obiettivo comune di erodere il potere delle democrazie. Forse varie trasformazioni di questa affiliazione hanno plasmato i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e pare essere in atto una corsa tra l’Occidente ed i propri avversari autocratici per l’influenza sulle nazioni in via di sviluppo, mentre la Cina cerca di offrire un ordine alternativo che rifiuti le regole e le consuetudini del sistema globale che guida il mondo dagli accordi di Bretton Woods in poi.

Tuttavia, nel 2024 i governi, probabilmente, intensificheranno gli sforzi per affrontare le sfide sociali, economiche, di sicurezza ma anche occupazionali della nuova frontiera delle scoperte dell’intelligenza artificiale, mentre sempre più aziende, eserciti globali e gruppi belligeranti non statali sia analizzano che testano come potrebbero essere utilizzate le nuove tecnologie da capogiro. Infine, non da ultimo, l’evidenza del cambiamento climatico diventerà sempre più manifesta, ma pare che la volontà politica in molti Paesi stia diminuendo per raggiungere gli obiettivi di emissioni già stabiliti, forse poiché il costo per i consumatori diventa sempre più chiaro e gli opportunisti politici vedono punti da guadagnare in un assalto alle politiche verdi liberali.

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