Il video e le interviste

La commovente cerimonia in memoria di Antonio Zara

A 50 anni dalla strage di Fiumicino, ricordato Il finanziere decorato con medaglia d'oro

Una cerimonia solenne per ricordare il finanziere Antonio Zara, si è svolta a Portoferraio domenica 17 dicembre, in occasione del 50° anniversario della scomparsa dell’eroe decorato con la Medaglia d’oro al Valore Militare, ucciso da un gruppo di terroristi all’aeroporto “Leonardo da Vinci”. Zara era stato arruolato e aveva frequentato il corso di allievo finanziere nel II° BTG di Portoferraio nel 1972. La cerimonia organizzata dall’Anfi ( Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) si è svolta davanti alla stele a lui dedicata, qui con tanta commozione, hanno partecipato le Autorità civili, fra questi il sindaco di Portoferraio Angelo Zini e militari, le associazioni di corpo e d’armi, il presidente regionale dell’Anfi Vito Tafaro e le Sezioni Anfi di Cecina e Piombino. Alla stele è stato applicato un quadretto donato dall’Anfi e realizzato dal brigadiere capo Luigi Congedo, ed è stata posta una corona commemorativa. Toccanti gli interventi del comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Portoferraio, capitano Alessandra Castellan, che ha ricordato l’eroico gesto di Antonio Zara e del presidente regionale dell’Anfi Vito Tafaro che ha ribadito quanto importante sia in momenti particolari come quello attuale sia necessario e importante ricordare gli eroi della nostra Patria.

Questo l’ intervento del comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Portoferraio, capitano Alessandra Castellan:

Giovanissimo finanziere in servizio all’aeroporto di Fiumicino, si lanciava da solo, arma in pugno, ad affrontare un gruppo di terroristi che dopo avere catturato degli ostaggi e compiuto una violenta azione di fuoco, correva verso un aereo fermo in pista. Sorpreso da altro terrorista sopraggiunto dietro di lui e costretto dall’arma puntatagli alle spalle ad avviarsi in direzione dell’aereo che il commando intendeva usare per la fuga, pur consapevole del sacrificio cui andava incontro, del quale non potevano lasciargli il minimo dubbio la spietata risolutezza dell’aggressione e la determinazione feroce dei terroristi, tentava una disperata reazione ed era fulminato da in colpo sparatogli alle spalle. Il cosciente suo olocausto rifulge come prova suprema della volontà eroica

 

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