Chiesa del SS.Salvatore: rilievo dimensioni e struttura

di Marcello Camici

(settima parte)  Amelio Fara scrive che  “il convento di San Francesco era usato come caserma  dall’anno 12 del calendario repubblicano (1803-04);nel 1806 ne era stato eseguito un rilievo esemplare comprendente il piano dei sotterranei ,con la cisterna e la cripta,il piano terreno e il primo piano del convento e della chiesa ,le sezioni e il prospetto “

(Cfr pg 44 di “Portoferraio. Architettura ed urbanistica 1548-1877”.A Fara. Tipolito Subalpina. Torino 1997)

Il  rilievo(planimetrico e altimetrico) del complesso di S Francesco di cui parla Fara è stato eseguito dal genio militare francese della piazza di Portoferraio,direzione dell’isola d’Elba,nell’anno 13 del calendario repubblicano (1804-1805).

Rappresenta lo stato di tutto il complesso (chiesa e convento) immediatamente prima della sua conversione  in caserma militare ed è perciò molto interessante.

L’analisi del rilievo  fornisce notizie   sorprendenti per quanto riguarda la chiesa, notizie   che si aggiungono e completano quelle che si conoscono tramite lo studio della pianta  di un secolo prima,del 1702, del governatore Alessandro del Nero (FOTO 1), di cui ho precedentemente scritto in dettaglio,la cui legenda si sofferma ad indicare quali e quanti altari  e  cappelle adornavano l’unica navata della chiesa del SS Salvatore.

RILIEVO  PLANIMETRCO  OTTOCENTESCO

Il rilievo   di tipo planimetrico  riguarda il piano dei  sotterranei ,del piano terreno e primo piano del solo convento.

Sulla planimetria  del rilievo relativo ai sotterranei  vi sono cinque lettere di alfabeto  che nella legenda vengono così illustrate(FOTO 2)

  1. Citerne; B )Puissard; C) Citerneaux D)Caveaux qui ont servi de sepolture:E)Souterrein Voutes.

Cisterna,cisterne,pozzo costituiscono un capolavoro di ingegneria idraulica rinascimentale del Camerini di cui ho scritto in passato.

I Caveaux , serviti da sepoltura  con i sotterranei voltati ,sono ancora oggi presenti e non accessibili al pubblico: rappresentano un capolavoro di ingegneria edile rinascimentale, opera del Camerini, in quanto sorreggono le strutture sovrastanti di chiesa e convento .

RILIEVO   ALTIMETRICO  OTTOCENTESCO

Il  rilievo altimetrico, in sezioni,  riguarda sia il convento sia la chiesa ed è interessante l’analisi del particolare relativo alla chiesa in quanto consente di conoscere esattamente le dimensioni dell’edificio,dimensioni che con la pianta di un secolo prima , del 1702 ,non erano state messe in evidenza come esplicitamente scritto nella legenda di quella pianta  settecentesca   : “Non si sono messe le misure particolari per appunto,per la spedittione, e per non essersi stato il tempo: che volendone restar servita si potrìa far con le diligenze dovute  e secondo insegna la professione “.

L’analisi del rilievo altimetrico(sezioni)(FOTO  3)  del complesso di San Francesco poiché è in scala grafica (1cm=1m) consente la misura esatta delle dimensioni della scomparsa chiesa del SS Salvatore :  altezza, misurata  dal pavimento della navata all’elemento più elevato della capriata (monaco o ometto),   metri 22; larghezza,misurata sul pavimento della navata disteso tra i muri portanti,metri 17 ; lunghezza, misurata su “Coupe sur la ligne AB” ,metri  55.

Nell’analisi del  particolare  del  rilievo altimetrico relativo alla  chiesa del SS Salvatore (FOTO 4) si osservano ,partendo dal basso,   ambientI a cripta  voltati  sotto il pavimento della navata della chiesa  con pilastri parzialmente interrati.

Sopra le cripte voltate  è la navata   di cui nel particolare  si può analizzare la zona relativa al coro nel quale  si accede attraverso un’arcata a tutto sesto.

Nel coro  una finestra   apre il  paramento murario posteriore.

Ancora finestre si aprono nel paramento della navata in cornu epistulae ed in cornu evangeli

In  alto, il tetto  è a capanna  sorretto da  capriata a saettoni , in legno.

Posteriormente è il campanile a torre traforata,elevato addossato all’edificio della chiesa sopra il paramento murario in cornu epistulae .

Al  suono delle sue campane  si radunava nel convento  il consiglio generale della magistratura comunitativa di Portoferraio .

Gli ambienti a cripta voltata con pilastri parzialmente interrati sono stati costruiti da Camerini  nel 1558 dando inizio alla fabbrica  del monastero come lui stesso scrive al duca Cosimo “ S’è dato principio al monasterio dè frati di Santo Francesco come Quella mi comisse e si va cavando i fondamenti in quella parte che comisse e penso infra 15 giorni che si comincerà a dar principio a fondare e si farà colle solite cerimonie che s’usano “

 (Ottobre 1558 lettera del Camerini a Cosimo.Mediceo del Principato,473°, c. 739. Archivio di stato di Firenze)

Hanno sorretto  da allora e tuttora sostengono  le strutture sovrastanti: per tale motivo sono un capolavoro di ingegneria edile rinascimentale.(FOTO 5)

Come sopra detto,non sono visitabili in quanto chiusi al pubblico.

Questi ambienti è ciò che ancora oggi rimane intatto della chiesa granducale del SS. Salvatore,un edificio storico scomparso ma ricco di memorie.Ha partecipato alla storia di Portoferraio praticamente sin dalla fondazione(edificio sacro in mezzo a tante fortificazioni militari, il secondo ad essere costruito dopo la Pieve) rimasto per oltre due secoli con la sua comunità religiosa ad assistere spiritualmente e materialmente  gli abitanti e la guarnigione militare della piazzaforte , e dove per volere del duca si riuniva al suon di campana il consiglio generale dell’amministrazione civica.

E un frate  francescano fu il primo cappellano del primo “pio sodalizio” sorto in  Portoferraio, la confraternita del Corpus Domini :

Contigua a detta Chiesa dei frati scendendo giù al piano fu edificata una confraternita ,detta del Corpus Domini  dove il Principe  fece venire due scelti uomini per insegnare ai secolari il modo di offiziare le confraternite e per cappellano della medesima volle che servisse un padre di S. Francesco.”

(Cfr. pg 131 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba “ S Lambardi .Ristampa fotomeccanica .Forni editore. Bologna 1966)

 

MARCELLO   CAMICI

 

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