Cinque amiche ognuna diversa dall’altra, ma accomunate dalla passione per lo sport, soprattutto per il canottaggio, e dall’amore per il mare. Sono Agnese Galli, Valentina Petrocchi, Chiara Pileri, Silvia Dessi, Dafne Rosa Maione che, con la loro imbarcazione, sono riuscite ad aggiudicarsi una straordinaria e inaspettata quinta posizione alla finale dei campionati italiani di canottaggio a sedile fisso tenutasi a Livorno il 17 settembre.
Il canottaggio è uno sport di velocità e resistenza che utilizza delle barche dalla forma estremamente affusolata, nella quale gli atleti siedono su seggiolini mobili (chiamati “carrelli”), scorrevoli o fissi orientati verso poppa, e usano dei remi per far muovere l’imbarcazione. Può essere praticato su fiumi, laghi o sul mare.
“Tutto è nato per caso – raccontano Le Sciroccate (nome scelto dal il team) – quando i nostri coach G. Miliani, A. De Luca, G.Gassinelli, iscritti al club del Mare di Marina di Campo, nella scorsa primavera cercavano delle ragazze interessate a praticare questo sport. Ce lo hanno proposto e noi abbiamo accettato senza pensarci troppo”.
Un’attività sportiva con le sue difficoltà, che ha bisogno di tanta concentrazione accompagnata da un allenamento costante e regolare che prevede solitamente una fase di riscaldamento braccia-schiena-gambe. <“Il programma di allenamento – spiegano – dipende dalle scelte tecniche dei coach. Può consistere in ripetute, brevi o lunghe, prove di percorso, giri di boa o sessioni di fondo”.
Nel canottaggio è anche indispensabile sviluppare capacità come la coordinazione, spesso messa a dura prova delle condizioni del mare, con il resto dell’equipaggio quasi a formare un corpo unico; e poi il saper ascoltare, l’avere tanta forza di volontà e costanza. Fondamentale invece il ruolo del coach che ti insegna le giuste posizioni, regole, tecniche e trasmette la passione dando l’incoraggiamento per affrontare una gara.
La brigata elbana ha il vantaggio e la fortuna di abitare su un’isola e questo significa avere sempre il mare a pochi passi da casa. “Questo sport ti permette di guardare il mare con uno sguardo più attento, a ogni cambiamento d’onda – affermano – adesso abbiamo una conoscenza diversa e la possibilità di vivervelo più intensamente. È lui che decide, dobbiamo solo imparare ad affrontarlo”.
Foto: Gianni Galli