Premessa doverosa: i Parchi Nazionali italiani sono tutti belli e lo posso dire con cognizione di causa. Non so quante persone ci siano che, come me, li hanno visitati tutti e 24 (non 25!), come minimo 4/5 volte ognuno. Molte volte, nei miei 14 anni di presidenza di Federparchi, mi è stato chiesto quale, secondo me, era il più bello ed io non ho mai risposto, ma non per diplomazia, ma perché è veramente difficile e soprattutto molto soggettivo.
Non c’è dubbio che, quando i media hanno dato ampio spazio alla classifica dei Parchi Nazionali più belli d’Italia fatta da Holidu e hanno messo il Parco Nazionale Arcipelago Toscano al ventitreesimo posto su 25 (sono 24!) ho “rosicato” e riconosco che, se lo avessero messo ai primi posti, non avrei approfondito come era stata redatta “la classifica” e preso la cosa come un ennesimo riconoscimento per il parco, magari meno importante di altri, ma sempre gradito.
Invece la posizione di classifica ed il conseguente “rosicamento”, mi hanno spinto ad approfondire come e da chi era stata redatta. Ed ho scoperto che era stata commissionata da Holidu, una società di affittacamere, e che i parametri utilizzati erano stati 2: il numero dei sentieri e i commenti delle persone su Google. Per i sentieri si parla di numero, non di sviluppo, per cui se un parco ha 5 sentieri ognuno lungo 1 km ed un altro ne ha 3 ognuno lungo 25 km, il primo vale più del secondo. Oltretutto è stato utilizzato un numero completamente sbagliato per il Parco Nazionale Arcipelago Toscano al quale sono stati attribuiti 7 sentieri, mentre nella realtà sono oltre 200 nelle sette isole. Poi se i sentieri sono tenuti come un giardino o sono impraticabili, sembra che per la classifica tutto ciò sia irrilevante.
Veniamo poi ai commenti su Google. Da una rapida occhiata, parlano spesso di cose per le quali la bellezza del parco è insignificante: come si mangia in un ristorante, se un albergo è pulito o sporco, se un barista e gentile o se i vigili urbani sono fiscali.
Oltretutto per capire meglio come la bellezza di un parco con l’indagine non c’entri nulla, basta rilevare che al nono posto della classifica figura un parco che non esiste, quello del Gennargentu!
Ciò detto, per chi, come me, gestisce un parco dovrebbe essere irrilevante se un parco viene giudicato più bello di un’altro, questione di gusti e cosa indipendente dalla qualità della gestione. Se a uno piacciono gli ambienti montani piuttosto che marini, vedrà sempre un parco alpino più bello di uno con il mare e viceversa, ma resta il fatto che i due parametri utilizzati da Holidu con lo stabilire la classifica dei Parchi Nazionali italiani in base alla bellezza non c’entrino proprio nulla.
Al netto di questo, ci sono certificazioni che non valutano la bellezza, ma altre caratteristiche di un parco: la qualità della gestione, i risultati in termini di conservazione della biodiversità, la sostenibilità del turismo etc. Sono cose diverse, indubbiamente, ma dato che testate importanti semplificano il risultato della discutibile classifica sulla bellezza, forse bisognerebbe far conoscere di più certificazioni che hanno, a differenza della classifica di Holidu, una base di oggettività, di serietà e di competenza.
Provo a spiegarlo partendo dalla Green List rilasciata dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). È una certificazione rilasciata dal più importante organismo mondiale in materia di aree protette, che valuta a tutto tondo la qualità gestionale di un parco: risultati raggiunti nel campo della biodiversità, dell’educazione ambientale, della sostenibilità del turismo, degli strumenti di pianificazione presenti, della gestione dei bilanci, ecc.ecc. Gli indicatori necessari per la valutazione sono 50 e un team di esperti di parchi incaricati dall’IUCN li valuta e conclude con una visita che dura più giorni e nella quale verifica sul campo l’attendibilità degli indicatori, anche intervistando numerosi stakeholders. Una procedura così puntuale fa sì che solo 61 aree protette del mondo, delle quali 3 italiane, hanno la certificazione Green List IUCN.
La Carta Europea del Turismo Sostenibile è invece una certificazione che rilascia Europarc Federation, della quale Federparchi costituisce la sezione italiana e che attesta, nella sua fase 1, l’attività che un parco svolge per indirizzare le attività turistiche verso la sostenibilità. Va predisposto un piano d’azione che coinvolge gli stakeholders locali e il tutto viene valutato da un’esperto, anche qui con visita sul posto. Quasi tutti i Parchi Nazionali italiani (ma non tutti) hanno conseguito questa certificazione e 11 di essi hanno completato anche la fase 2, che certifica gli operatori turistici.
Il Diploma Europeo delle Aree Protette è un altro prestigioso riconoscimento internazionale conferito sin dal 1965 ad aree naturali di particolare importanza europea dal punto di vista della conservazione della diversità biologica, geologica e paesaggistica. La valutazione del possesso di queste caratteristiche viene fatta dagli esperti del Consiglio di Europa; il diploma ha una durata e, in sede di scadenza, previa la valutazione degli esperti medesimi, può essere rinnovato o meno. Attualmente sono 71 le aree protette europee e 7 quelle italiane in possesso di questo diploma.
Per quanto riguarda i riconoscimenti UNESCO, abbiamo diversi Parchi Nazionali che sono gestori di siti riconosciuti nei tre programmi ufficiali individuati dall’UNESCO appunto: siti Patrimonio dell’Umanità; Geoparchi; Riserve della Biosfera. In tutti i casi tali riconoscimenti sono soggetti a periodiche verifiche da parte dell’UNESCO ai fini del mantenimento della prestigiosa certificazione.
Attualmente ci sono solo 2 Parchi Nazionali in Italia che hanno tutte le certificazioni sopra elencate (Green List IUCN, riconoscimento come sito UNESCO, CETS e Diploma Europeo): il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
In conclusione, non sono troppo stupito se alcuni media importanti hanno dato enfasi a questa classifica, il titolo funziona per generare clic, e nemmeno che anche addetti ai lavori non abbiano approfondito come sia stata fatta. Ho sinceramente ammesso che, se il Parco Nazionale Arcipelago Toscano fosse stato ai primi posti della classifica, non avrei fatto nessun approfondimento. Magari è sorprendente che qualche addetto ai lavori messo a conoscenza di come è stata redatta la classifica non convenga con le mie valutazioni.
Infatti, una volta spiegate queste cose se si domanda ad una persona di media intelligenza (anche non ad una addetta ai lavori): secondo te la Green List della IUCN è una cosa seria? E la classifica sulla bellezza fatta da Holidu? Le risposte dovrebbero essere facili e scontate.
Però, come sappiamo le medie sono fatte da minimi e massimi, nel caso specifico contribuiscono a farla le persone molto intelligenti e quelle che lo sono molto poco e quest’ultime ad una domanda così ovvia, possono non saper rispondere.
Giampiero Sammuri
*Presidente Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Stefano
Se si può fare una critica riguardo i sentieri, ho notato che in molti non sono presenti protezioni per eventuali cadute, sia per mancanza di parapetti che di eventuali gradini in legno ( o altro materiale compatibile. Ad esempio sul sentiero 208 (l’Enfola), nella deviazione che porta allo scoglio della Nave. Secondo me la bellezza dei percorsi è indiscutibile; sarebbero da integrare con avvisi di utilizzo di calzature e dotazioni adeguate, ma soprattutto investire in protezioni di sicurezza.
9 Novembre 2023 alle 6:12